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Il progetto di bilancio all'Ue senza giochi, le norme in un collegato

16 ottobre 2018 - 07:39

Il governo italiano invia a Bruxelles il progetto di bilancio per il 2019, le norme dei giochi rinviate a un possibile collegato.

Scritto da Anna Maria Rengo
Il progetto di bilancio all'Ue senza giochi, le norme in un collegato

Più tassazione sui giochi. L'ha detto chiaro e tondo, il ministro del lavoro e delle Attività produttive Luigi Di Maio, che è intenzione del governo di combattere "la piaga dell'azzardo", anche con disposizioni inserite nella manovra di bilancio varata ieri 15 ottobre dal consiglio dei ministri. Tuttavia, nel testo che è stato inviato, nei tempi previsti, alla Commissione europea a Bruxelles, non c'è traccia di disposizioni sul gioco.

Fatta eccezione, ma in senso estensivo, per l'annunciata volontà dell'esecutivo gialloverde di procedere al riordino del sistema complessivo delle concessioni, nel cui ambito potrebbero rientrare sia gli attesi bandi per le scommesse e il bingo, che quello per gli apparecchi di intrattenimento, le cui concessioni scadrebbero nel 2022, un termine che potrebbe essere anticipato.

Secondo quanto apprende Gioconews.it, il tema dei giochi dovrebbe però essere riservato a un collegato che accompegnerà la manovra di bilancio, attualmente in fase di redazione, il quale prevedrebbe entrate per circa 600-700 milioni di euro dai giochi, facendo riferimento ai proventi che scaturirebbero dal rinnovo dei punti vendita di scommesse: probabilmente dietro a una nuova proroga a titolo oneroso per il prossimo anno. Per poi procedere con il rinnovo delle concessioni, negli anni successivi, da cui ricavare entrate maggiori nel triennio. Un passaggio che, per essere compiuto, necessita tuttavia del riordino del comparto, per risolvere il conflitto in essere con gli Enti locali. Ma il governo ha già espresso la volontà di intervenire in questo senso e già entro la fine nell'anno.

Nello stesso collegato, quindi, potrebbe essere disciplinato anche l'aumento della tassazione sui giochi il quale, ancora una volta, dovrebbe colpire gli apparecchi da intrattenimento. 

 

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