skin

Ddl gioco Sicilia, gli operatori: 'Finalmente tutelate piccole e medie imprese'

29 gennaio 2020 - 10:57

C'è soddisfazione fra i rappresentanti degli operatori del gioco per il disegno di legge presentato in Sicilia dal deputato Alessandrò Aricò, specie per la non retroattività e l'uniformità delle norme comunali.

Scritto da Fm
Ddl gioco Sicilia, gli operatori: 'Finalmente tutelate piccole e medie imprese'

"In Sicilia il settore del gioco coinvolge 22mila imprese fra dirette e indirette, fra gestori, sale dedicate, bingo, scommesse. Una platea importante. E il disegno di legge per la prima volta salva anche le piccole e medie imprese, quindi è una proposta ben fatta".

È Salvatore Pistoia, vice presidente nazionale dell'associazione Sapar e consigliere per la Sicilia Occidentale, a dare il primo, positivo commento al Ddl "Regolamento e disposizioni sulla distribuzione delle sale gioco e sale scommesse sul territorio della Regione siciliana come contrasto al Dga (disturbo da gioco d'azzardo)" presentato all'Assemblea regionale siciliana dal deputato Alessandrò Aricò, capogruppo all'Ars Sicilia di Diventerà bellissima (gruppo parlamentare che ha sostenuto l'elezione dell'attuale governatore, Nello Musumeci).

 

"La proposta ovviamente si occupa della salvaguardia dei giocatori patologici, include luoghi sensibili, limiti orari, diversificati fra negozi vietati ai minori e i bar/tabaccai, prevedendo sanzioni molto alte per chi non rispetta le regole, più alte che nelle altre regioni (3 mila euro per ogni apparecchio 'fuorilegge' e fino a 25mila per l'apertura di sale gioco, bingo o scommesse in violazione del distanziometro, ad esempio). Ma è importante che si stabilisca un criterio uniforme per i Comuni – chiamati ad adeguare il proprio regolamento in materia – e c'è la speranza che, in caso di approvazione della normativa, lo facciano al 100 percento. Fondamentale poi è l'introduzione della 'non retroattività', che in molte regioni, dal Piemonte all'Emilia Romagna, sta rovinando gli operatori", rimarca Pistoia.
 
Il vice presidente nazionale dell'associazione Sapar quindi evidenzia un altro punto dirimente del Ddl: "La norma che salva l'esercizio in caso di cambio di titolarità". Nella proposta infatti si legge che "Non costituisce nuova apertura il semplice trasferimento di titolarità delle attività regolate dalla presente legge già legittimamente assentite alla data di entrata in vigore della stessa". Un segno di lungimiranza, secondo Pistoia.
 
 
Ora restano solo da capire i tempi e i modi della discussione di questa nuova proposta, che si aggiunge al testo unificato approvato dalle commissioni, e pronto per l'Aula, frutto dell'accorpamento di tre proposte: “Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico” a firma di Giancarlo Cancelleri (MS5),  “Disposizioni di legge contro il gioco d'azzardo per la protezione dei minori e le dipendenze patologiche” di Margherita La Rocca Ruvolo (Udc) e "Norme per la prevenzione e il contrasto delle dipendenze patologiche da gioco d'azzardo, abuso di alcol e droghe" di Antonio Catalfamo (FdI).
 
"Si ricomincerà tutto da capo, a questo punto i due testi ripartiranno insieme in commissione, anche se le speranze di noi operatori non erano queste. Auspichiamo che i tempi siano brevi, tenuto conto anche della forte pressione delle associazioni del settore. Il riordino non è più rimandabile, alla luce dei provvimenti presi da alcuni Comuni, Palermo in testa. Finalmente sembra che la Regione stia capendo il problema da entrambi i punti di vista. Abbiamo chiesto alle Asl quanti malati di Gap ci sono nel territorio, e non abbiamo avuto nessuna risposta. Ora aspettiamo la nuova convocazione in audizione in commissione per confrontarci su questo nuovo Ddl".
 
 
MARCOTTI (SGI): "SERVE LEGGE NAZIONALE" - A commentare il nuovo disegno di legge regionale sul gioco è anche Italo Marcotti, vice presidente di Sistema gioco Italia: "“Non credo che il comparto abbia bisogno di leggi più 'morbide' in tema di gioco ma semmai servono regole certe e inequivocabili. In Sicilia, come in altre regioni, le infiltrazioni criminali sono più forti ma la percezione che il gioco sia a disposizione delle mafie è sbagliata. Il comparto del gioco contrasta da Nord a Sud gli affari malavitosi rispondendone molte volte anche personalmente. Non credo in modelli territoriali. L'Italia ha bisogno di una legge nazionale omogenea che ridefinisca le regole per la gestione del settore del gioco pubblico e che metta definitivamente la parola fine sui regolamenti comunali e regionali, che sì infatti, sono capaci di produrre instabilità e lasciano spazio alle infiltrazioni mafiose”.
 

Articoli correlati