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Amusement alla prova post-Covid-19: 'Fatturato in calo del 70 percento'

23 luglio 2020 - 10:21

Ad un mese dalla riapertura delle sale gioco, l'amusement traccia un primo bilancio, alla luce del forte calo dei turisti stranieri e delle misure di contenimento per il Covid.

Scritto da Fm
Amusement alla prova post-Covid-19: 'Fatturato in calo del 70 percento'

È passato poco più di un mese dalla riapertura delle sale gioco senza vincita in denaro, che, specie nelle località balneari italiane, sono una delle punte di diamante del settore dell'amusement.

Ma come sta andando quest'estate, caratterizzata dalle ormai ben note restrizioni per il Covid-19?

Lo abbiamo chiesto ad alcuni dei maggiori rappresentanti delle associazioni del comparto.

Cominciamo da Vanni Ferro, presidente di New Asgi.
“Nelle spiagge mancano i turisti stranieri, e questo è un grande handicap, visto che amano molto le nostre sale, inesistente in Paesi come l'Austria e la Germania. Il calo c'è stato, e si vede, in alcuni posti anche dell'80/90 percento. Di contro, gli italiani hanno ripreso ad andare in vacanza nelle località costiere, quindi, a tornare nei nostri locali, rispettando le norme, entrando con la mascherina e utilizzando i gel disinfettanti, di cui abbiamo installato dispenser ovunque, ogni dieci metri quadri. Abbiamo messo cartelli e avvisi. Tutto questo ci consente di lavorare bene. Non ci sono assembramenti, neppure il sabato sera. E non abbiamo avuto problemi con nessuno, nonostante, prima di riaprire, avessimo dei timori su come si sarebbero potuti comportare i clienti, su come controllare le entrate. Ma questo problema non c'è, le distanze previste vengono mantenute agevolmente”, esordisce.
“Sicuramente, quest'estate al momento non registra un bilancio positivo a livello economico, ma quelli che son tornati ci stanno premiando. Ad oggi ci dobbiamo accontentare, cerchiamo di tenere duro e speriamo che questa situazione passi presto, che l'anno prossimo ci sia una vera ripresa, se alla pandemia sanitaria non ne seguirà una economica.
Tenendo conto che aprile, maggio e metà giugno sono stati persi al 100 percento, non so se a fine estate potremo arrivare ad un 30-40 percento del solito fatturato.
È ancora presto per capire.
A luglio stiamo lavorando intorno al 50 percento, visto che i turisti sono pochi e tutti italiani.
Ci sono realtà turistiche-alberghiere che non hanno riaperto, mentre alcune stimano perdite del 60/70 percento”, prosegue Ferro, che quindi traccia le prospettive per le prossime settimane.
“Insieme con le altre associazioni del settore stiamo cercando di capire come muoverci, per chiedere sostegni al Governo, per tutelare le aziende in difficoltà. Tutta la filiera è fortemente colpita dalla crisi, anche i produttori, i fornitori, i dipendenti.
Se non vorranno veder scomparire l'amusement, che dà lavoro a migliaia di persone, dovranno aiutarci. Altrimenti rischiamo la chiusura”.
 
 
Non cambia di molto lo scenario dipinto da Paolo Dalla Pria, presidente di Sapar Service.
“Siamo abbastanza contenti per quanto riguarda le sale gioco aperte lungo il mar Adriatico, dal lido degli Estensi a Jesolo, dove ci sono molte persone che hanno la seconda casa.
Va peggio in zone tipo Grado e Santa Margherita, con spiagge piccole, o collegate ai campeggi, visto che ci sono un quarto dei turisti abituali.
Il 90 percento sono italiani, in questi ultimi giorni sta arrivando anche qualche straniero, ma rispetto agli altri anni siamo al 35 percento del solito fatturato.
Visto come stava andando fino ai primi di giugno, ci accontentiamo”.
Anche Dalla Pria sottolinea il rispetto delle normative da parte dei clienti, che “si sono abituati abbastanza in fretta alle nuove modalità di accesso alle sale, mentre il divertimento resta lo stesso.
Anzi, abbiamo rinnovato i locali, con nuove macchine, visto che non abbiamo potuto venderle.
Ora puntiamo sul mese di agosto, sperando che si lavori sempre tutta la settimana.
Ormai la primavera è persa, ma se continua così ci salviamo, e non è poco, visto che pensavamo di non poter riaprire mai più. Per fortuna, siamo riusciti a conservare anche i nostri staff, che sono al completo”.
Anche il presidente di Sapar Service quindi auspica un confronto con il Governo, alla luce della presa di posizione di molte banche, con l'adozione di un “codice etico”, che li porta poi a bandire il settore del gioco. “Non capisco perché, visto che alla fine raccogliamo soldi per darli al Governo. Come se non bastasse, non rientriamo neppure nei fondi da 25mila destinati alle altre imprese.
Con il Governo dobbiamo capire cosa si può fare”.
 
 
Infine, Alessandro Lama, presidente della Federazione Amusement Confesercenti, riporta una situazione piuttosto scura, a cominciare da quella dei produttori, “visto che le esportazioni di apparecchi sono ferme. Se l'Italia, come noto, ora sta messa abbastanza bene nel contenimento del Covid-19, così non è per i Paesi che da sempre costituiscono il nostro mercato come gli Stati Uniti, Dubai, l'India, quindi il mercato è totalmente bloccato.
Le fiere di settore poi sono state annullate, siamo convinti che anche lo Iaapa non si terrà: chi ci va quando negli Usa ci sono 60mila contagiati al giorno?
Quindi, ci rivolgiamo al mercato italiano dove le aziende ipotizzano di avere il 30 percento del fatturato previsto normalmente in un anno, nella migliore delle ipotesi.
Nella peggiore, invece, molte sale non hanno riaperto e non lo faranno.
Per tutte queste ragioni, questa è una stagione da archiviare.
E come se non bastasse, ad appesantire il tutto, ci aspettiamo la recrudescenza di norme restrittive per il comparto, speriamo non ci siano iniziative delle realtà locali”, puntualizza Lama.
“Anche se la situazione è migliorata non basta per far ripartire il mercato, e
la tragedia è che non ci sono soluzioni, fino a quando non ci sarà il vaccino, è un qualcosa al di sopra delle nostre capacità. E intanto dobbiamo fronteggiare le conseguenze di tre mesi persi, la carenza di turisti, e ovviamente i costi di sanificazione, che comunque incidono.
A ciò si aggiunge il grande problema del codice Ateco, che in molti casi ci accomuna al gioco con vincita in denaro, con la chiusura dei conti in banca, il diniego di finanziamenti.
Ora ripartirà il tavolo di coordinamento del settore, e spero che a breve riapriremo il canale di comunicazione con l'Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Lotteremo anche per avere maggiore uniformità di normative nei differenti territori.
Ma ora lottiamo per la sopravvivenza.
Ci sarà bisogno di rivedere tutto, e possiamo fare tesoro di questa esperienza per essere preparati in caso di recrudescenza del virus, come previsto da molti scienziati, e auspicando la ripresa di tante realtà come le indoor e i Fec intorno a Natale.
Speriamo che l'amministrazione non sia cieca e che consideri l'importanza di questo settore, trainante per il divertimento”.
 
 
 
 

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