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Casino de la Vallée, oltre l'ostacolo del concordato

22 febbraio 2025 - 09:37

L'amministratore unico del Casino de la Vallée, Rodolfo Buat, traccia un bilancio del periodo concordatario ormai terminato e dei progetti per il 2025, puntando a una dimensione internazionale.

Scritto da Amr
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Con la fine del 2024 il Casino de la Vallée ha ultimato (fatte salve le ultime formalità che sono in capo dal tribunale e che saranno espletate presumibilmente entro il mese corrente) il suo percorso concordatario ed è tornato alla “normalità”, in attesa delle decisioni politiche sulla sua futura gestione. 
Con l'amministratore unico della società, Rodolfo Buat, facciamo il punto sulla positiva conclusione del concordato.

“La procedura concordataria si chiude con un bilancio largamente positivo. I creditori chirografari vengono liquidati addirittura al 100 percento. La liquidità dell’azienda è intorno ai 50 milioni di euro. Gli esercizi 2021, 2022, e 2023 si sono chiusi con un significativo utile dopo le imposte – 15 milioni circa nel 2023. Anche per il 2024 è previsto un utile interessante. Nella sostanza Casino de la Vallée è un’azienda risanata sul piano economico e finanziario ed è competitiva sul mercato sia nei servizi di gioco che nei servizi alberghieri.”

Quali lezioni si devono e possono imparare dal concordato? Come hanno fatto ben due casinò italiani, in anni recenti, a giungere sull'orlo del fallimento, ovviamente con particolare riguardo a quello che lei sta amministrando?

“Saint-Vincent e Campione d’Italia hanno vissuto vicende decisamente diverse. In particolare, Campione ha affrontato una cessazione delle attività in virtù di un fallimento poi annullato. Saint-Vincent ha subito solo – come gli altri – la chiusura per Covid. Elemento comune a questi e agli altri casinò è stata la crisi che li ha coinvolti a partire dal 2013 e che ha obbligato tutti ad affrontare importanti processi di ristrutturazione, ciascun casinò in un modo diverso. Ma Saint-Vincent non è mai stata sull’orlo del fallimento. Nel 2012 e nel 2013 ha realizzato importanti investimenti, decisi e avviati prima dell’emergere della crisi e della riduzione di ricavi. Ha cercato di reagire, ma alla fine l’impossibilità dei soci pubblici di mettere ulteriore capitale nella società e la lentezza nella riduzione dei costi hanno spinto per un’azione di conservazione e protezione dell’importante e ricco patrimonio aziendale come è stato il concordato in continuità, consentendo un pagamento dei debiti diluito nel tempo. Occorre dire che la stessa gestione di questi anni ha beneficiato degli investimenti fatti nel decennio precedente e che hanno riguardato soprattutto il Grand Hôtel Billia, una struttura oggi di alto livello, senza la quale il Casinò non potrebbe ottenere gli importanti risultati di questi anni. In ogni caso le difficoltà incontrate hanno insegnato ad avere molto rispetto per l’equilibrio economico della società, sapendo accompagnare le fasi negative con azioni di ristrutturazione conservative e le fasi positive con investimenti per migliorare la qualità dell’offerta.”  

Ora che il periodo concordatario è finito, sempre in attesa della dichiarazione della sua conclusione da parte del giudice, quali sono le principali novità che interessano l'azienda e i suoi lavoratori, ma anche i clienti?

“La novità più importante è che la gestione della società non è più influenzata dagli obblighi imposti dalle procedure concordatarie. Il piano concordatario aveva, infatti, un obiettivo di continuità aziendale ed escludeva naturalmente interventi orientati all’investimento per lo sviluppo. Investire nello sviluppo implica in parte l’assunzione di un rischio imprenditoriale. La gestione concordataria era invece richiamata alla prudenza per non rischiare di disperdere il patrimonio e deludere l’interesse dei creditori. Ora l’azienda recupera la sua piena autonomia e potrà darsi nuovi obiettivi. È un lavoro forse più difficile e che richiede capacità di progettazione ed efficacia nella spesa.”

Quali sono le linee principali del piano industriale in fase di predisposizione?

“Il piano industriale terrà conto in modo prudenziale di un possibile calo di ricavi a fronte dell’emergere di criticità economiche. Fino ad oggi l’economia ha beneficiato di una spinta data dalle politiche europee e nazionali. Dobbiamo aspettarci in via cautelativa qualche rallentamento. Inoltre, i casinò devono affrontare una serie di vincoli normativi – pensiamo al divieto di pubblicità – che ne indeboliscono le politiche commerciali.
Al tempo stesso però il piano industriale prevede importanti investimenti su quattro direttrici: investimenti conservativi su impianti e strutture edili; investimenti per il rinnovo della Casa da gioco; investimenti per la manutenzione delle strutture alberghiere; potenziamento della struttura commerciale e del capitale umano della società. Si tratta di investimenti che la società sarà in grado di assorbire producendo comunque un utile per tutta la durata del piano nel quinquennio 2025-2029.”

Il Casinò di Saint Vincent ha una solida e storica tradizione di promozione culturale, artistica e di eventi sportivi. Come la state rinverdendo?

“La tradizione delle Grolle d’Oro per il cinema, del Disco per l’Estate, delle corse ciclistiche e di altre iniziative di grande importanza non potrà essere ripetuta, almeno nei prossimi anni. Tra l’altro era una tradizione che accompagnava lo sviluppo economico di metà del ‘900, la prima diffusione della radio e la nascita della televisione. Decisamente un’altra epoca rispetto a quella attuale dell’intelligenza artificiale. Però sarebbe sbagliato rinunciare alle attività di promozione culturale e artistica. Abbiamo scelto di dedicarci a individuare filoni che portano insieme ricerca di nuove idee e qualità del prodotto, catturando un interesse, magari selezionato, ma continuativo. Vanno in questa direzione la rassegna annuale dedicata al jazz, il concerto di musica classica di fine anno nel 2024 alla prima edizione, il festival per vocalist Les Voix Cachées la cui seconda edizione si svolgerà a fine maggio.  Stiamo studiando altri progetti che vedano protagonista l’arte e la letteratura. Non va però dimenticato l’interesse per la nostra struttura di importanti interlocutori. La rivista europea Le Grand Continent ha portato al Grand Hôtel Billia per il secondo anno consecutivo il suo convegno annuale che vede protagonisti intellettuali e politici di tutta Europa. E questo deve essere l’obiettivo: far crescere con il tempo tutte le nostre iniziative in una dimensione internazionale.” 

Parallelamente alle attività di gioco e culturali, il resort dispone anche di un'attività alberghiera. Quali sono i progetti che la riguardano e come sta funzionando questo connubio hotel casinò abbastanza comune all'estero, ma unico in Italia?

“Il connubio albergo e casinò funziona benissimo ed è una condizione di successo e di sviluppo per l’azienda, oltre che un valore per il territorio. L’albergo però deve crescere – e lo sta facendo – sulla clientela non casinò. In questi anni sono migliorati tutti i servizi: dalla ristorazione al centro benessere. E i riflessi positivi si sono visti nell’incremento dei ricavi terzi che è arrivato nel 2024 al 17 percento rispetto al 2023. Il mercato congressuale rimane al centro delle nostre attenzioni, perché genera un’attività che è in grado di saturare le nostre grandi strutture nei periodi di minore impatto turistico. Un altro ambito di impegno - che riguarda anche la casa da gioco - è la messa in atto di programmi per attrarre una clientela internazionale”.

La proprietà, ossia la Regione Valle d'Aosta, sta effettuando delle valutazioni, anche attraverso il ricorso a un nuovo studio affidato alla finanziaria Finaosta, per procedere a una eventuale gara per l'affidamento a un terzo della gestione del resort. Come vivono l'azienda e i suoi dipendenti questa attesa, quali sono le speranze e quali i timori?

“In questi anni penso che i dipendenti abbiano imparato ad avere fiducia in se stessi e nelle risorse di cui l’azienda dispone. Certamente i soci pubblici hanno saputo affrontare una crisi gravissima, investire in strutture essenziali come quelle alberghiere, accettare le regole impegnative del concordato. Possono anche affrontare l’immediato futuro contando su un’azienda solida. Tuttavia, il coinvolgimento di un terzo nella gestione, senza ridurre o sacrificare il ruolo pubblico di controllo, può essere utile se porta a rafforzare le risorse finanziarie, tecniche e manageriale necessarie per crescere e al tempo stesso ad ampliare gli orizzonti di mercato. In ogni caso è una decisione che spetta agli azionisti, che ne stanno studiano la fattibilità e le implicazioni giuridiche ed economiche.”

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