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Casinò, il controllore può dipendere dal controllato?

31 gennaio 2023 - 12:15

Nell'esaminare la questione dei controlli nei casinò c'è da interrogarsi sul potere contrattuale di un controllore che dipenda dal controllato.

Scritto da Mauro Natta

Foto di Leon-Pascal Janjic su Unsplash

Desidero continuare il discorso sui controlli da parte della proprietà solamente per una ragione basilare: l’essere in pensione dal 2001 può aver indubbiamente contribuito a tenermi non aggiornato sui moderni mezzi a disposizione per controllare ciò che, ai mie tempi, implicava forzatamente le modalità che ho cercato di descrivere. Con tutta probabilità qualcosa di somigliante, non certamente paragonabile a quanto oggi facilmente disponibile. 

Chiaramente non conosco quali mezzi siano oggi disponibili ed è più che normale per chi attualmente non lavora; il computer lo utilizzo per scrivere e per fare grafici e/o conteggi. D’altra parte, alla mia età, non mi impegno per seguire un corso di aggiornamento, quel poco che conosco mi basta.
Ero talmente impressionato che non ho notato la possibilità di esaminare la bozza, che credo definitiva,  della convenzione tra il Comune di Campione e la Società di gestione del casinò. 

Orbene, il punto 2 dell’art. 9 che recita: “La Società è tenuta a trasmettere il bilancio preventivo (...) almeno mensilmente un report sulla situazione economico - finanziaria dell’azienda ...” e al successivo art. 14, “recesso”, indica al punto terzo tra le possibili cause “sottrazione, occultamento o perdita colpevole dei proventi dei giochi o per altre ...”.
Pur rendendomi conto, nell’esempio che segue, di prospettare una eventualità difficilissima a realizzarsi, la descrivo: la dotazione iniziale di un tavolo è 100, l’esistenza finale 130; il tavolo è in attivo, salvo biglietti, di 30.
Se quando apre, e manca il rappresentante del Comune e tutti gli addetti al conteggio sbagliano, lo stesso tavolo apre con 100 e chiude con 90  il tavolo figura passivo per 10. Dove sono andati a finire i 40 mancati?

Si potrebbero continuare gli esempi anche sulle mance perché in questo caso, pensando alla eventuale pluralità di intervenuti, è meno agevole individuare l’origine dell’errore. 
Forse ci sarà chi sostiene che la reale consistenza della dotazione iniziale e della esistenza finale può essere controllata dalla telecamera, posso anche, soltanto temporaneamente e sino a prova contraria, ammetterlo; mi si dovrebbe dimostrare inequivocabilmente che è perfetto.
Non per essere sempre dall’altra parte, non vorrei che all’insegna dell’agenzia investigativa “nulla sfugge” si dovesse aggiungere “se sfugge qualcosa non è colpa nostra”. Si dovrebbe, invece,  riflettere sul potere contrattuale di un Corpo controllori dipendente della gestione.
Per una più semplice comprensione: se non si può aprire o chiudere un tavolo  e contare le mance  senza l’attivazione del particolare controllo audiovisivo non oso immaginare le difficoltà e i disguidi conseguenti. Vorrei, al proposito, presentare un esempio abbastanza esplicativo, quasi al limite.

Tutti o quasi conoscono e riconoscono o riconoscevano che un raffronto tra risultati netti di un gioco e le mance dello stesso gioco può indurre a pensare che non tutto è regolare, ecco i successivi controlli e le relative verifiche.
La susseguente operazione consiste nel conteggiare il peso percentuale dei ricavi derivanti dalle slot machines sul totale degli stessi e verificare il peso del gioco in esame sul totale generale e su quello dei giochi da tavolo.
Ecco un esempio vero, si tratta di roulette francese ma non rammento luogo e anno, ne sono passati molti senza dubbio. Desidero chiarire che un controllo a posteriori si effettua su un periodo di media durata, nel caso in esame sei mesi: 1° semestre introiti gioco 33, 3,  mance gioco 17,8, introiti slot 29,7,  totale introiti 112,1;  2° semestre introiti gioco 25,7, mance gioco 19,2, introiti slot 34,1, totale introiti 105,9.
L’incidenza dei proventi slot sul totale è del 22,95 percento nel primo semestre e del 32,11 percento nel secondo; il rapporto mance/introiti è del 55,01 percento nel primo semestre e del 74,93 percento nel secondo.

Entrambi i rapporti, l’incremento di mance su introiti e il calo dell’incidenza del gioco in esame sul totale dal 28.33 percento al 24,22 percento, possono indurre ad approfondire la ricerca.
Identica osservazione si può fare relativamente a tutto l’insieme;  il dato più rilevante è il rapporto mance/introiti. Se si propone lo stesso rapporto ma sull’anno solare potremmo ottenere un risultato meno preoccupante: 63,82 percento pur sempre indicatore di una possibile anomalia. 
Gli elementi che concorrono a formare il risultato, come si è evidenziato sono molti e non tutti possono essere utilizzati nello stesso luogo. Quando un tavolo di contropartita viene aperto si controlla se la dotazione iniziale è quella esatta nel totale e nella composizione, che rileva in chiusura, per le indicazioni possibili sulla partita. Quando il tavolo viene chiuso si inizia con lo stabilire la vincita o la perdita temporanea che, aggiunte eventuali e biglietti  cambiati direttamente al tavolo, può subire modifiche. 

Oltre a quanto ricordato rimangono le mance che devono essere conteggiate tavolo per tavolo, per poter, a distanza ragionevole di tempo, procedere al controllo così come proposto in precedenza.     
È noto che in tutti i giochi d’azzardo la probabilità di vincere del banco è superiore a quella del giocatore ma, purtroppo, per controllare la regolarità del gioco non rimane che procedere come ho indicato o, come ritengo, un qualcosa di molto simile sempre che non sia intervenuto, in materia, un mezzo nuovo.
L’espressione “purtroppo” è riferita alla possibilità che negli Stati Uniti la stessa operazione è semplificata dal fatto che i gettoni si acquistano solamente al tavolo dove si gioca e si incassano alla cassa di sala.
Ne consegue, a mio avviso che, confrontando i contanti cambiati al tavolo con il risultato di quel tavolo si può controllare ciò che in Italia, e forse anche in altre parti, è più complesso poiché i gettoni si possono acquistare anche alla cassa di sala. Non saprei calcolare se una differente organizzazione del lavoro e della produzione potrebbe semplificare il controllo e, nel contempo, incrementare certamente i costi.
Ma questo non è un argomento troppo semplice da affrontare e una innovazione, escludendo l’incremento dell’offerta, potrebbe non essere gradita a tutti i frequentatori con le prevedibili conseguenze.

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