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CdC: 'Casinò St. Vincent, centralità economica e scelte gestionali in capo a Regione'

15 maggio 2023 - 18:02

La Corte dei Conti sottolinea il ruolo centrale svolto dal Casinò di Saint Vincent e che le scelte gestionali spettano alla Regione Valle d'Aosta.

Scritto da Amr
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"La situazione della Casa da gioco, pur sorretta da lievi movimenti tesi al recupero di un equilibrio sostenibile di lungo periodo", presenta "una complessiva situazione economico finanziaria piuttosto fragile". Lo scrive la Corte dei Conti, sezione di controllo per la Valle d'Aosta, nella sua "Relazione sull'analisi del piano di ristrutturazione aziendale della società Casino de la Vallèe Spa, approvato  dal Consiglio regionale con deliberazione n. 2767/XIV del 24 maggio 2017 e successive integrazioni, rettifiche e sostituzioni", approvata con delibera della CdC del 2022 e che sarà esaminata il prossimo 17 maggio dalla seconda commissione Affari generali del Consiglio Valle.

La Corte dei Conti evidenzia le risultanze della Regione, ossia che “I dati contabili consuntivati al 30 novembre 2022 relativi all’andamento aziendale sotto il profilo economico evidenziano, poi, un quadro decisamente positivo. Infatti, al 30 novembre 2022 (11 mesi) gli introiti di gioco lordi sono pari a euro 55.790.650, migliori rispetto alle previsioni del piano concordatario a 12 mesi (pari a euro 52.976.216)" e che dunque "una prima stima, effettuata sui dati consuntivati al 31 ottobre 2022, consente di prevedere un utile ante imposte già superiore a quello previsto dal piano concordatario per l’intero anno, pari a circa euro 8 milioni".

La Regione ha anche comunicato che la casa da gioco “ha chiuso in utile l’esercizio 2021" e come questo "rappresenti il risultato di un’attenta gestione economico-finanziaria della società, che sta adempiendo in modo puntuale agli obblighi derivanti dal piano concordatario, nonostante, nel mezzo, il periodo di forzata chiusura della propria attività (pari a 115 giorni), durante il cosiddetto lockdown. Peraltro, se è vero che la società ha beneficiato, come tutte le imprese durante il periodo pandemico, di contributi pubblici straordinari, come quello di cui alla l.r. 15/2021, diretto a tutte le grandi imprese in possesso dei requisiti previsti dalla medesima legge, per la copertura di perdite registrate nel periodo compreso tra il 1° marzo 2020 e il 31 dicembre 2021, è altrettanto vero che, nel periodo, l’utile avrebbe potuto essere di importo maggiore se la società non avesse optato, prudenzialmente, per un accantonamento straordinario, pari a euro 4.112.977 per oneri, diretto a fronteggiare l’eventuale incremento della percentuale di soddisfacimento del ceto chirografo, nell’ipotesi in cui la società dovesse presentare, alla data del 31 dicembre 2024, una posizione finanziaria netta eccedente l’importo di euro 5 milioni”.

Ricordando come la CdC definisca il concetto di sostenibilità finanziaria in una duplice accezione: una di tipo oggettivo, concernente le caratteristiche proprie dell’operazione di investimento societario che l’Amministrazione intende effettuare; l’altra di carattere soggettivo, tesa a ponderarne gli effetti in relazione alla situazione finanziaria specifica dell’ente pubblico interessato, la sezione valdostana sottolinea che "il principio di prudenza richiama l’opportunità di integrare l’analisi del business plan con l’individuazione dei rischi principali legati all’iniziativa, in grado di incidere sulle proiezioni finanziarie sviluppate. Ciò consente, attraverso l’analisi di sensitività, di definire anche scenari alternativi, più avversi rispetto a quello di base utilizzato per le previsioni, mettendone in luce le conseguenze sui risultati delle stime effettuate".

La CdC sottolinea inoltre che "la particolare complessità della vicenda societaria non può prescindere, come condivisibilmente sostenuto dalla Regione nelle proprie deduzioni, dalla definizione del conflitto di attribuzioni sollevato e dal conseguente assetto di interessi che ne è derivato, consolidato nei propri esiti e da cui la Sezione ha preso le mosse, nel rispetto delle prerogative a ciascuna Istituzione costituzionalmente riconosciute.
L’analisi qui condotta, infatti, non mira (né lo potrebbe) a rimettere in discussione il risultato del percorso giudiziario che si è definitivamente risolto in favore della Regione.

Al contrario, come ogni controllo di gestione, essa si prefigge lo scopo di fornire utili strumenti di lettura delle dinamiche amministrative, societarie e contabili che questa Corte è chiamata, nell’interesse superiore dello Stato-comunità, a segnalare alla stessa Regione per prevenire (ma anche, se del caso, correggere) eventuali fattori di deviazione rispetto agli indicati canoni comportamentali di un’amministrazione che ambisce, correttamente, a realizzare gestioni sane nei percorsi, efficienti nei processi ed efficaci nei risultati".
Le notazioni evidenziate nella relazione, dunque, "costituiscono coordinate ermeneutiche che la Sezione ritiene di richiamare e suggerire, nella valenza maieutica della propria funzione sindacatoria, quali punti di riferimento per l’adozione di ogni decisione che si renderà necessaria nelle future fasi della gestione della Casa da gioco, la cui centralità nel tessuto economico della Regione non può essere messa in discussione e le cui opzioni gestionali sono (e restano) nella esclusiva determinazione degli organi regionali".

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