Bancarotta al Casino di Saint-Vincent, inchiesta archiviata
Il Gip di Aosta dispone l'archiviazione dell'inchiesta sulla presunta bancarotta fraudolenta della società di gestione del Casinò di Saint Vincent.
Il giudice per le indagini preliminari di Aosta, Giuseppe Colazingari, ha disposto con un decreto l'archiviazione dell'inchiesta sulla presunta bancarotta fraudolenta nelle gestioni tra il 2011 e il 2017 del Casinò di Saint-Vincent.
A tale proposito, erano sei le persone iscritte dalla procura di Aosta nel registro degli indagate: gli ex amministratori unici della società di gestione, Luca Frigerio, Lorenzo Sommo e Giulio Di Matteo e i componenti del collegio sindacale Fabrizio Brunello, Jean-Paul Zanini e Laura Filetti. L'ipotesi degli investigatori era che Di Matteo, in particolare, con “contratti da lui stipulati e le altre operazioni poste in essere” avesse “concorso all'aggravamento del dissesto”, mentre gli altri indagati “con le appostazioni in materia di immobili e di imposte anticipate” si pensava avessero avallato dei bilanci non corretti.
Ma giudice per le indagini preliminari di Aosta ha accolto la richiesta della stessa procura che nel gennaio 2021 aveva proposto l'archiviazione. La decisione arriva a seguito di una perizia sui bilanci del Casinò, disposta con incidente probatorio dallo stesso Gip e dal quale era emerso che, come si legge nel decreto di archiviazione, che "nei contratti (firmati da Di Matteo Ndr) non si ravvisano profili di criticità o, comunque che (in minima parte) non è possibile esprimere un giudizio in merito alla sussistenza di tali profili” si legge nel decreto di archiviazione.
Per quanto attiene la posizione degli ulteriori indagati, inoltre, "i periti hanno concluso nel senso che in tutti i bilanci esaminati le appostazioni in materia di immobili risultano conformi alla normativa all'epoca vigente così come le appostazioni in materia di imposte anticipate nei bilanci di esercizio al 31 dicembre a al 31 dicembre 2012 mentre non risultano corrette le appostazioni in ultimo citate nei bilanci relativi agli anni 2013, 2014 e 2015". Ciò "non perchè le imposte anticipate non possono essere recuperate su periodi di tempo anche superiori ai cinque anni, ma perché tale iscrizione si colloca in un contesto di performance economiche progressivamente peggiorate negli ultimi tre esercizi". Inoltre, è "dirimente la conclusione del collegio peritale secondo cui nel corso del periodo esaminato la società mai si è trovata in stato di insolvenza, nel senso di patrimonio netto negativo, non essendo quindi ravvisabili quelle condotte rilevanti che si devono concretare in comportamenti che abbiano anche concorso a cagionare il dissesto".
Resta ancora in attesa di fissazione invece il processo d'appello per truffa e falso in bilancio sull'erogazione di 140 milioni di euro di fondi regionali. In primo grado in quel caso era arrivata una condanna a 4 anni per Luca Frigerio e l'assoluzione per gli altri amministratori e per i politici finiti a processo.