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Registrazione ingressi, il doppio volto della non obbligatorietà

19 aprile 2025 - 07:09

L'analista di gaming Mauro Natta esamina alcune problematiche e prospettive del Casinò di Sanremo.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Benjamin Wedemeyer su Unsplash

Foto di Benjamin Wedemeyer su Unsplash

Ho potuto notare che al Casinò di Sanremo esiste un problema non indifferente a mio avviso: la registrazione per l’accesso alle slot avviene a richiesta o a determinate condizioni come, ad esempio, una vincita superiore a mille euro. 
Il controllo degli accessi è demandato alla guardia giurata in servizio che, come lamentato dai delegati sindacali, non può essere sempre fatto se non dai componenti di un turno numericamente limitato per quanto agli addetti.  Dovrebbe essere obbligatorio dietro presentazione di un documento in corso di validità attestante la maggiore età; così operando si avrebbe certezza sull’identità di tutti i frequentatori.

Probabilmente, e questa è la mia impressione, si ottiene anche un servizio che la clientela frequentante le slot potrebbe osservare con piacere perché la sicurezza non è da sottacere e la dimostrazione che ne deriverebbe, senza dubbio alcuno, sarebbe apprezzata. E non è da meno, almeno per mio conto, eliminare la  disparità di trattamento tra chi frequenta e le slot e chi i giochi da tavolo.
Con vero compiacimento ho notato il ritorno alle manifestazioni di un tempo non lontano leggendo la partecipazione di cuochi stellati alle serate gastronomiche organizzate dal Casinò che, a ragione, desidero considerare un rilevante concorso alla diversificazione dei servizi non solo di giochi praticati mirati anche alla qualità della produzione.

Ponendo la dovuta attenzione su quanto scritto dalla Slc Cgil; “individuare al più presto delle figure preposte all’assistenza e promozione della clientela è fondamentale per il rilancio e il mantenimento degli introiti” e l’invito all'azienda ad individuare persone che si dovrebbero occupare esclusivamente della particolare clientela non fa che rafforzare la precedente annotazione. Che concorre a dimostrare, ancora una volta, la volontà di effettiva collaborazione di una delle parti in causa.
Non si potrà negare, infatti, che la difesa dei proventi rappresenta e costituisce il tramite per garantire il fattore occupazionale, le entrate tributarie per il Comune, e la possibilità concreta dell’amministrazione comunale a proseguire nel proprio intento che, forse, possiamo trovare nel decreto che, nel 1927, ha consentito l’apertura della Casa da gioco.

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