Mancavano poche ore, quando è arrivata la notizia: il rinvio al 17 maggio dell'udienza fissata per le ore 15 di lunedì 3 maggio e nella quale, in tribunale a Como, si sarebbe docuto esaminare il piano di concordato della società di gestione del Casinò Campione d'Italia e decidere se ammetterlo o meno.
E invece, tutto rinviato, di due settimane, a causa della indisponibilità di un giudice a latere.
Ma nella lettera di rinvio c'è un secondo paragrafo che ha attirato l'attenzione forse addirittura di più del primo: il riferimento al parere che i pre commissari hanno presentato sul piano di concordato, con conseguente assegnazione di tempo aggiuntivo, alla difesa del Casinò, di inviare "brevi note di replica", ma anche ai pre commissari stessi, che potranno integrare le loro osservazioni.
C'è da dire che ognuno fa il suo lavoro, e dunque non c'è da stupirsi se a un piano di concordato che cerca di risanare una pesante e intricata situazione debitoria vengono espressi dei rilievi. Ma certamente le criticità evidenziate devono aprire ulteriori spunti di approfondimento e di riflessione, in vista di un'udienza, tra due settimane, che tutti o quasi auspichino termini con l'ammissione del concordato, visto che lo scenario alternativo sarebbe il fallimento della società.
Sicuramente, sul casinò pesano numerose incognite, a cominciare dal numero di dipendenti che saranno effettivamente assunti alla data "certa" di riapertura, dalla quale dipende, a cascata, anche il contributo sugli introiti da versare al Comune. Senza dimenticare il numero esatto, anche, di coloro che hanno accettato la proposta aziendale e che rinunceranno a qualsiasi ulteriore pretesa nei confronti della società. E poi: ci sono o non ci sono degli investitori, banche a parte, disposte a entrare nel business?
Possibile che alcune di queste incognite siano state recepite nei rilievi che i pre commissari hanno presentato al tribunale di Como, mentre è certo, invece, che la società sta già lavorando per dare una risposta il più completa possibile alla loro relazione.
C'era chi sperava che già oggi ci sarebbe stata una qualche notizia certa, possibilmente non negativa, anche se lo scenario più realistico era quello che i giudici si sarebbero riservati la decisione. Ma certamente questo rinvio, se da un lato consente alla società di rispondere ai rilievi mossi, allunga ulteriormente i tempi. Oltre che l'ansia di una comunità che continua a sperare nella riapertura, consapevole che niente sarà in ogni caso come prima, ma anche di non poter prescindere dal "suo" casinò.