Non è assolutamente un argomento nuovo, piuttosto un riassunto ordinato e leggibile a mio parere, di una problematica che mi ha visto, forse troppo spesso, impegnato.
A volte posso aver dato una errata sensazione, al tempo stesso assicuro che quella in discorso è la materia più rilevante con una deriva altrettanto riscontrabile in tema di gestione di casa da gioco, ciò a prescindere dalla tipologia e dalla composizione del capitale sociale.
Avere sul proprio territorio un casinò impone una duplice considerazione che fa riferimento non tanto alla natura giuridica delle entrate a beneficio della proprietà, quanto all’indiscutibile risultato che se ne ottiene a favore del concedente e del concessionario. Il primo per avere disponibili risorse da investire sul proprio territorio, il secondo per conseguire, tramite una saggia gestione, un utile e, contemporaneamente, un intervento positivo in campo occupazionale e turistico. Spesso se ne è avuta, negli anni passati, ampia dimostrazione, ora meno, troppo è cambiato e dobbiamo sperare in un prossimo futuro per il ritorno all’antico.
Tra l’altro mi è graditissima l’occasione per ringraziare chi ha accolto i miei scritti che, forse, potrei diradare non senza aver completato una sempre chiara, per quanto mi sarà possibile, esposizione delle tematiche collegate alle case da gioco dando, come sempre, precedenza alle questioni tecniche e gestionali e, relativamente a quanto a mia conoscenza e sulla scorta dei risultati, un commento il più possibile ragionato.
Gli addetti ai lavori procedono, allo scopo di monitorare il trend della produzione, in svariati modi. Personalmente ritengo che l’insieme delle procedure che seguono, in attesa di descriverle, sia utilissimo in quanto racchiude il raggiungimento di un triplice risultato.
Il primo è relativo alla verifica della qualità del gioco intesa come introito netto e convogliatore di proventi aleatori, consiste nel monitorare l’incidenza dei ricavi slot sul totale;
il secondo l’incidenza di ciascun gioco da tavolo sul totale degli stessi e sempre in riferimento ai proventi netti;
il terzo è una controprova, indispensabile a mio parere, per controllare tramite il rapporto mance/introito, se ad un incremento di quest’ultimo corrisponde una maggiore incidenza dei proventi slot sul totale (1).
Da un programma fondato sul monitoraggio dei dati appena accennati, sommando il netto ai proventi aleatori si possono riscontrare altre notizie interessanti in tema di politica produttiva. O ancora allungare i periodi positivi ed accorciare quelli negativi agendo su incentivi che solo il gestore può conoscere nell’ottica del ritorno dell’investimento che, anche se modesto, non deve trasformarsi in un costo.
Ciò che ho appena descritto rappresenta il comportamento da seguire nel monitoraggio anche sulla sorta delle stagioni, realizzato e verificato, della frequenza positiva o negativa.
L’aspetto più interessante, a mio avvio, è il seguente:
- se l’incidenza delle slot sul totale dei ricavi si incrementa se ne può ottenere una minor frequentazione dei giochi da tavolo presi in generale e una sorta di conferma, pur se statistica, la si può dedurre dal raffronto dei proventi con le presenze;
- se il peso statistico di un gioco da tavolo sul totale di questi tende a diminuire è giunto il momento di dedicarsi al raffronto mance/introiti. Un incremento percentuale, salvo successive verifiche, può destare il sospetto che non tutto rientra nel tema regolarità del gioco (1).
Ma, parlando di verifiche successive, ecco entrare prepotentemente la necessità di poter usufruire di tutta la documentazione relativa alla chiusura dei tavoli, al conteggio delle mance che deve avvenire in modo assoluto tavolo per tavolo e, se prevista, una nota specifica sulla partita.
Non va sottaciuto un altro possibile risultato al riguardo del costo del personale che, nelle pieghe del bilancio o meglio dei suoi allegati, se del caso, rappresenta un dato interessante da integrare giornalmente con l’indicazione delle ore lavorate.
Probabilmente ci sarà chi mi ritiene, forse anche a ragione, esagerato ma, personalmente, non credo di esserlo perché, con un sistema computerizzato adatto, tutte queste indicazioni si possono ottenere automaticamente aggiornate inserendo giornalmente gli elementi necessari. Vi posso garantire che una metodologia simile sorregge una gestione manageriale eccellente dove il decisionismo adeguatamente supportato diviene la normalità.
D’altra parte la politica produttiva e il controllo della stessa non comportano decisioni di poco momento, in particolare ponendo mente al detto che il tempo è denaro; mai così, come nel caso in esame, da richiamare.
Poiché mi dispiacerebbe essere frainteso, posso affermare in tutta tranquillità che non si tratta di incanalare la domanda dove più conviene ma di trovare un punto di incontro tale da incidere il meno possibile sui costi cominciando a riflettere seriamente sulla adozione della multifunzionalità come, da sempre, raccomando.
Chiaramente non si tratta di una operazione semplice ma, stante la necessità di stare sul mercato con un occhio di riguardo ai costi e ai ricavi, più presto si interviene meglio è. Il ricorso ad una sorta di incentivazione non deve preoccupare in quanto presto assorbita nell’ottica appena accennata.
Aggiungo che, anche per confortare la semplicità della metodologia in discorso, tutti i dati che servono per il programma sono rilevati giorno per giorno dagli addetti a diverse mansioni ma immagazzinabili da questi in un unicum tramite il computer.
Premetto, non fa parte del programma ed è irrinunciabile, che alle operazioni devono assistere le parti in causa, concedente e concessionario.
Per ogni tavolo di contropartita che chiude si parte dalla dotazione iniziale e, tenuto conto delle eventuali aggiunte e contanti cambiati direttamente dai giocatori, si giunge al risultato finale (vincita o perdita).
Si contano le mance e la documentazione, comprensiva delle annotazioni in merito alla qualità ed intensità della partita e delle ore lavoro raggiunge la contabilità. L’ufficio segretariato registra le presenze e, giornalmente, provvede ad immetterle nel programma avendo cura di segnalare nel modo richiesto la tipologia di giornata (festivo, prefestivo, feriale o altro).
Per ogni tavolo di gioco di circolo sul bordereau sarà indicata l’ora di apertura, quello di chiusura ed il numero delle ore lavoro, si conteranno cagnotte e mance e dai buoni di cambio, compreso l’ultimo per l’integrazione della cassetta dello changeur. Si rammenta che le mance sono inversamente proporzionali alla grandezza della cagnotte.
Se ne può ricavare, se non l’ha fatto il commissario in quanto incaricato, la qualità e la intensità della partita non sempre rilevabili dal minimo del tavolo.
Il tutto termina in contabilità e la documentazione rimane a disposizione.
Allorché un programma si implementa giornalmente non presenta grandi difficoltà per l’utilizzo delle risultanze che saranno immediatamente accessibili con differenti modalità a seconda degli aventi diritto. Ivi compresi i confronti utili al dovuto controllo sulle regolarità del gioco da parte della proprietà che potrebbe trovarsi alcune limitazioni alla consultazione per quanto ad elementi di carattere che, in modo esclusivo, riguardano la gestione.
(1) Ho preferito mettere la presente nota in chiusura. Se qualche addetto ai lavori opponesse, ad esempio, che certe operazioni, nel caso in esame potrei definirle impropriamente di compensazione, avvengano agendo contemporaneamente sugli introiti e sulle mance, a prescindere dalle difficoltà oggettive e soggettive, quale indizio si otterrebbe da tenere in considerazione? L’incidenza degli introiti netti sul totale dei ricavi che è pur sempre un validissimo oltre che reale campanello d’allarme atto a mettere in moto una serie di verifiche.