Una certezza: il futuro della casa da gioco di Saint Vincent, per semplificare, può consistere nella continuità dell’attuale gestione o in una concessione al privato.
Nel secondo caso, tramite il disciplinare, saranno stabilite le condizioni, economiche e non, relative alla concessione ed il canone.
Quest’ultimo, stante i precedenti nel Paese, è agevole prevederlo in una percentuale su quei proventi che il contratto prevederà a base del calcolo.
Certamente la proprietà non potrà imporsi più di tanto nella gestione se non sul controllo relativo alla regolarità del gioco e degli incassi senza omettere la concreta possibilità di accedere alla sala video da parte dei propri rappresentanti.
Per un identico motivo potrà imporre che nessun tavolo sia aperto o chiuso senza un controllore regionale e che tutte le operazioni economiche o meno (ad esempio aggiunte, cambi al tavolo, cambi effettuati dallo changeur nei giochi di circolo e misti). Per chiusura del tavolo si intende la rilevazione della consistenza finale e la ricostituzione della dotazione iniziale nei valori e nel totale sia per i giochi di contropartita e misti sia per la cassetta dello changeur nei giochi circolo e, logicamente, misti.
L’argomento più importante per il rilievo che riveste nel controllo di cui si è detto è il conteggio delle mance, quale parte integrante della chiusura del tavolo. Questa è una condizione che la futura gestione, in qualunque tipologia ci si trovi, deve accettare. Non si può, al tempo steso, omettere che una simile procedura viene incontro anche alle esigenze del gestore fornendogli un mezzo idoneo a verificare la produttività del singolo tavolo anche sulla scorta della posizione in sala da gioco.
Ancora non ritengo di possa negare l’utilità di quanto immediatamente precede coniugato alle ore tavolo ed al costo del lavoro.
Altre volte ed in altre occasioni ho scritto sulla regolarità del gioco e degli incassi in un casinò e non sarà questa, credo, l’ultima. Oggi intendo dedicarmi a chi, forse, potrebbe non aver compreso appieno il collegamento, quindi, desidero esporre dall’inizio delle operazioni tutte confluenti in una unica direzione stante la rilevanza del discorso.
Il controllo della dotazione iniziale consiste nel verificare la composizione numerica e di valore dei gettoni con i quali il tavolo viene aperto.
Le operazioni che possono avvenire durante lo svolgimento del gioco, in seguito partita, sono di natura economica e non. Alla prima categoria si ascrivono le aggiunte, ovvero un quantitativo di gettoni, appunto aggiungo, in occasione di perdite importanti.
L’aggiunta è solitamente di importo e di composizione fissa; alla seconda i cambi al tavolo quando una qualità è carente e si provvede alla richiesta di quanto serve indicando il controvalore e la qualità di quanto esce dal tavolo per compensare quanto lo stesso riceve dalla cassa.
Non è il caso di accennare al movimento di gettoni e contanti che può avvenire con il giocatore per l’acquisto, il cambio di gettoni o il pagamento delle vincite, la natura è chiaramente più che comprensibile.
Il controllo della consistenza finale determina, in gettoni, la differenza attiva o passiva rispetto alla dotazione iniziale alla quale vanno incorporati altri importi risultanti da documentazione in possesso del tavolo, ad esempio l’aggiunta, o il contante eventualmente cambiato dai giocatori direttamente al tavolo che viene certificato in cassa centrale o ufficio similare per i compiti da svolgere.
Riepilogando: la differenza tra dotazione iniziale e consistenza finale algebricamente sommata ad eventuali aggiunte e i contanti trovati nella apposita cassetta in dotazione al tavolo tanto che, solitamente, ne porta un identico numero, fornisce il risultato del tavolo di contropartita.
Nei giochi di circolo, ad esempio lo chemin de fer, il risultato è dato dal conteggio dei gettoni accantonati nell’apposita cassetta noti come cagnotte che è la percentuale che il banchiere paga alla casa in occasione della vincita del banco.
Nello chemin interviene, nel gioco, lo changeur che ha una sua dotazione che può cambiare nella composizione e mai nel valore complessivo. Interviene per cambiare gettoni all’impiegato quando quest’ultimo deve accantonare la cagnotte, o al giocatore. Con il cliente può avvenire il cambio di contanti ed è per questo, che per la ricomposizione della dotazione, la changeur provvede a recarsi alla cassa di sala (esclusivamente anche se l’organizzazione del lavoro prevede la cassa amministrativa).
La documentazione relativa ad aggiunte e cambi al tavolo, nei giochi di contropartita ed effettuate dallo changeur nei giochi di circolo, deve essere firmata dal rappresentante del concedente. Anche la dotazione dello changeur viene ricomposta alla fine del gioco seguendo le modalità appena descritte.
Ogni tavolo da gioco di contropartita o di circolo o misto è dotato di cassetta ove l’impiegato che la riceve mette la mancia; le operazioni di chiusura di ogni tavolo terminano con il conteggio delle mance.
Questa, per quanto posso testimoniare, è la metodologia utile all’eventuale riscontro di irregolarità, certamente da verificare.
Ma quali sono questi mezzi? Partendo dalla necessità del raffronto mance/risultato netto da effettuare sempre tavolo per tavolo, si procede alla constatazione della percentuale risultante. Questa è data, relativamente alla validità tanto da non essere sottoposta a verifica, dalla probabilità a favore del banco che, facendo mente alla difficoltà di vincita, fornisce una prima indicazione, segue l’esito del rapporto tra contanti rinvenuti al tavolo con il risultato netto, la considerazione dei gettoni che compongono le mance con quelli della consistenza finale, senza omettere la conoscenza dei dati storici.
Mi permetto anche di raccomandare, per un raffronto utile un medio periodo ad esempio tre o sei mesi, rileva che sia comprensivo della estrazione dell’incidenza del gioco in esame sul totale dei giochi da tavolo e delle slot sul totale dei ricavi netti. Da tenere in considerazione anche il rapporto tra risultato netto e contanti cambiati al tavolo in quanto il divieto di operazioni in contanti è in vigore da parecchio tempo.
È possibile, questo avviene in qualche casa da gioco, che il risultato del tavolo sia accompagnato, se del caso, da una breve relazione del capo tavolo o dell’ispettore in servizio (ad esempio in caso di forti perdite) ed esistano cause particolari a giustificazione di eventuali esiti che possano far pensare ad una irregolarità; non può trattarsi se non di un evento straordinario.
La scelta di un periodo inferiore all’anno solare permette un più ampio e credibile confronto per due anni successivi magari in tempi composti da mesi identici che, salvo casi particolari, dovrebbero evidenziare situazioni, in specie economiche, simili.
A conforto di quanto precede mi pare doveroso completare il discorso con la ferma convinzione che la strada indicata è sicuramente quella esatta anche se non unica; personalmente non ne conosco altre il che motiva il mio modesto elaborato volto all’interesse generale da un residente di 84 anni compiuti.
Prima di chiudere desidero evidenziare un provvedimento legislativo a conforto della obbligatorietà, si intende a mio parere, del controllo delle entrate di diritto pubblico (art. 7 del Disciplinare in corso di validità).
L’art.19 del Dl 1 luglio 1986, n. 318, convertito in L. 9 agosto 1986, n. 488 recita: 1. Le entrate derivanti ai comuni di Sanremo e Venezia gestioni di cui al regio decreto legge 22 dicembre 1927... sono considerate ad ogni effetto, fin dall’istituzione, entrate di natura pubblicistica, da classificare in bilancio al titolo I, entrate tributarie...
Ritengo che la natura giuridica delle entrate in parola sia da accreditare ai casinò di Campione e Saint Vincent.
A mente la natura giuridica assegnata alle entrate in discorso, tra l’altro indicate come entrate di diritto pubblico nel disciplinare in vigore tra Regione e Casinò di Saint Vincent, mi permetto di concludere che la particolare la natura giuridica, è indubbiamente estensibile a Comuni e Regioni titolari di autorizzazione alla casa da gioco; quindi, a mio avviso, impone il controllo da parte dell’ente pubblico.
Ecco definitivamente il mio pensiero condensato in una prova: in merito al controllo, e specificatamente sulla regolarità del gioco e degli incassi, il convincimento, non solo mio, della necessità di conteggiare le mance tavolo per tavolo e non per totali riferiti ad un gioco, è indispensabile. Il risultato in percentuale, sulla media rilevata dai totali, tra mance ed introiti potrebbe sembrare regolare, non se considerata per ogni tavolo.
Non conosco e, probabilmente, non avrò tempo ed occasioni per ascoltare tutti o una buona parte dei candidati alle prossime elezioni regionali, ragion per cui mi permetto di raccomandare una attività che in tanti anni ha prodotto risultati in Valle d’Aosta.
È abbastanza agevole pensare che la gestione di una casa da gioco presenta alcune difficoltà per chi non ha mi affrontato l’argomento a largo raggio come lo è per chi scrive, dopo una permanenza dal settembre 1959 al dicembre del 2000.
Non chiedo a nessuno una accettazione incondizionata di quanto ha potuto leggere; posso solo garantire che l’esperienza lunga e spalmata su incarichi amministrativi e tecnici me lo consente con la sicurezza di aver esposto, certamente non come si conduce una attività tanto complessa, ma come si controllano le entrate dell’azienda e, conseguentemente, la parte spettante alla proprietà che confluisce, tramite il bilancio regionale, a beneficio dell’interesse generale.
Non vuole essere che un modesto contributo a chiarire, se possibile, le svariate idee che una persona può avere in merito a una problematica che spesso non trova accoglienza nei soliti discorsi precedenti alle elezioni.