All’alba dei miei ottantaquattro anni mi ritrovo a credere di aver risolto la problematica legata al controllo sulla regolarità del gioco e degli incassi nei casinò da parte del concedente e del concessionario, bene inteso se lo fossi con uno strumento adeguato alle esigenze.
Parto, per il concedente, dal fatto che la natura giuridica delle entrate che derivano allo stesso dalla casa da gioco lo dovrebbe impegnare non poco e per il concessionario quanto gli deriva dall’investimento e dal ritorno atteso. Un compito che lo vede impegnato in tema di politica produttiva nella principale considerazione di due voci del conto economico: valore della produzione e costi della produzione.
Mi pare che in un programma computerizzato che per ogni gioco, giornalmente e tavolo per tavolo, vengono immessi i seguenti dati: introiti netti, mance, contanti cambiati al tavolo dai giocatori, le ore di apertura, il rapporto tra mance ed introiti, quello tra introiti e contanti, il valore di un’ora di lavoro e l’incidenza del gioco sul totale degli introiti, possiamo considerare di avere a disposizione quanto è indispensabile.
Chiaramente, al gestore quanto precede, non è ancora sufficiente e, quindi, dovrà procedere all'integrazione con altre indicazioni di carattere commerciale. Certamente non può privilegiare i giochi che maggiormente di accompagnano ai proventi aleatori ma potrà ricavarne notizie utili anche perché l’adeguamento dell’offerta alla domanda è una condizione indispensabile in un mercato che cambia troppo in fretta e spesso.
Ed ecco l’integrazione del programma ad uso gestione: introiti lordi comprensivi dei proventi aleatori di competenza, il valore di un’ora di lavoro calcolato sul lordo dei proventi, le presenze e il rapporto tra introiti e presenze. Volendo esagerare, ma non troppo, la tipologia di giornata, se prefestivo, festivo, feriale o se presente qualche manifestazione mirata alla produzione che, nell’impossibilità di fare pubblicità, rientra, a mio parere, nel discorso diversificazione dell’offerta.
Desidero precisare che in buona parte avevo adottato un programma simile che la mia esperienza ha contribuito a migliorare e a conoscere ciò che mancava. Sicuramente non ho mai, salvo un brevissimo periodo, pensato alla gestione occupandomene, ma i diversi incarichi svolti nella mia carriera impiegatizia nella casa da gioco da amministrativo e tecnico per quaranta anni, mi hanno permesso di conoscere l’organizzazione del lavoro, la produzione e il controllo di quest’ultima. Mentre la mia più breve militanza nel sindacato anche come dirigente mi ha consentito, in quanto incaricato, di studiare abbastanza attentamente il mercato nazionale con le sfumature, l’evoluzione e la concorrenza.
Una mia, qualcuno la chiama fissazione, personale e decisa convinzione è che l’adeguamento dell’offerta alla domanda si può realizzare tramite la multifunzionalità che, tra l’altro a mio avviso, permette un risparmio numerico del personale di gioco impegnato e certamente, con una formazione continua, un livello di professionalità tale da porre a parziale rimedio del divieto di pubblicità.
Aggiungo, e l’ho potuto constatare quando lavoravo, che la professionalità è forse la leva che più di ogni altra iniziativa incentiva la fidelizzazione del giocatore, in specie, se di qualità. Ed ecco un servizio alla clientela che non ha un costo e, in barba a chi la pensa o può pensarla diversamente, trova un sicuro ritorno.