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Il tempo dei contratti tra passato e futuro

13 febbraio 2023 - 12:21

In tre casinò su quattro trattative sindacali in corso sul contratto aziendale di lavoro.

Foto di Tomasz Frankowski su Unsplash

Foto di Tomasz Frankowski su Unsplash

Mai cullarsi sugli allori. Semmai, prendere atto del buon momento presente, ricordando però le difficoltà passate e preparandosi all'eventualità che potrebbero ripresentarsi.
Questo lo scenario che descrive, assai sommariamente, la situazione dei casinò italiani. Più in dettaglio: in due di essi c'è un percorso concordatario avviato, in fase decisamente più avanzata a Saint Vincent e alle battute iniziali del rispetto delle obbligazioni previste a Campione d'Italia. Venezia, Saint Vincent e Sanremo stanno registrando delle buone performance sia in termini di incassi che di ingressi, in crescita rispetto al 2021, e nel suo primo anno pieno di attività dopo la riapertura Campione ha registrato incassi maggiori rispetto alle previsioni contenute nel concordato.

Insomma, la crisi nera degli anni passati sembra essere ormai alle spalle e pure l'emergenza pandemia sembra ormai destinata all'archiviazione. In questo contesto, si riannodano anche i fili sindacali, tant'è che in ben tre case da gioco su quattro (fa eccezione Campione) si sta trattando per il contratto aziendale di lavoro: a Saint Vincent per arrivare a un contratto unico per il ramo gioco, che ponga fine al regolamento unilaterale aziendale entrato in vigore a inizio anno (regolamento che funge anche da piattaforma aziendale); a Sanremo per firmarne uno nuovo dopo che quello vecchio è scaduto a fino 2019 (ma in quel di Sanremo c'è da dire che la trattativa sta andando avanti già da mesi ed è a buon punto); a Venezia per rivisitare quello vigente, dopo che anche per il ramo ristorazione l'anno scorso si è giunti alla firma del contratto integrativo.

Del resto, pare ormai tramontata l'ipotesi di giungere a un contratto collettivo nazionale di lavoro per tutti i croupier italiani, dopo che sindacati e Federgioco (associazione che in verità da tempo non pare più molto presente nello scenario attuale) vi avevano lavorato per anni, scontrandosi però, forse, con molte resistenze anche interne alle singole case da gioco, tant'è che l'intesa raggiunta era poi rimasta lettera morta.
La contrattazione dunque si sposta, anzi resta, su piani aziendali, che più tengono conto delle diverse specificità, legate anche a fatto che i casinò sono tutti diversi tra loro per quanto attiene i rapporti, anche e soprattutto economici, con le rispettive proprietà. 

Prendendo dunque per accertato che le contrattazioni saranno aziendali, c'è da considerare certamente che i lavoratori, soprattutto nel caso di Saint Vincent, hanno fatto molti sacrifici, negli anni passati, dando un significativo contributo al salvare l'azienda attraverso il concordato, e che dunque sarebbe tempo che questi sacrifici fossero ricompensati (ovviamente la massima ricompensa c'è già stata, visto che è stato scongiurato il rischio del fallimento del Casinò). C'è anche da considerare che un buon contratto è un'ottima base, anzi, che è indispensabile per il (buon) funzionamento dell'azienda, e dunque si deve avere memoria dei problemi passati ma anche delle sfide ed esigenze del presente e del futuro. E questo, ovviamente, vale sia per gli aspetti economici che per quelli normativi.

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