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Riordino gioco, casinò senza voce in Parlamento

08 maggio 2023 - 15:30

L'iter di approvazione della riforma fiscale procede con le audizioni degli operatori del gioco: casinò esclusi.

Scritto da Amr
Foto di Ana Flávia su Unsplash

Foto di Ana Flávia su Unsplash

Giornata cruciale, quella del 9 maggio, per gli operatori del gioco pubblico, tutti convocati nelle commissioni Finanze di Camera e Senato nell'ambito delle audizioni sul disegno di legge delega al governo in materia fiscale. L'elenco degli auditi è ampio, per quanto trattasi di audizioni informali e in tre quarti d'ora di tempo si conta di svolgerle tutte. Comunque, balza agli occhi quello che era già evidente scorrendo il testo della delega e in particolare l'articolo 13: i casinò non ci sono, come non fanno parte neanche dei "giochi" pubblici con vincita in denaro che sono da riordinare dal punto di vista dell'offerta.

Un'assenza annunciata, visto che il governo non ha tenuto minimamente conto del fatto che la Corte costituzionale aveva più volte  esortato il legislatore a dotare il settore dei casinò di una legge, visto che per ora (e per un bel pezzo, pare di capire) operano solo in virtù di norme che, di caso specifico in caso specifico, hanno esentato il soggetto di turno dal divieto di gioco d'azzardo punito dal codice penale. Un'assenza che, in un altro contesto e in un'altra legislatura, la precedente, li aveva riguardati anche nell'ambito del ciclo di audizioni portate avanti dalla commissione parlamentare d'inchiesta sul gioco pubblico: la stessa aveva sì in programma di audirli, ma la fine anticipata e brusca della legislatura aveva portato a non calendarizzare più l'evento.

Pare dunque destino che la voce dei casinò resti inascoltata, e che la trattazione delle loro problematiche resti confinata quasi esclusivamente a un ambito regionale o addirittura locale. Un destino che, a dire la verità, in questo momento pare meno crudele che in altri momenti, visto che generalmente le case da gioco stanno vivendo un buon momento, con buone ricadute anche sulle casse pubbliche, e le polemiche sulle conseguenze negative del gioco e sulla sua proliferazione li hanno sempre toccati in minima parte.
Semmai, chi può avere motivo teorico a lamentarsi sono coloro che speravano e auspicavano in nuove aperture di casinò, un fronte che nel passato ha avuto in diversi parlamentari i loro paladini, pronti a presentare proposte di legge in materia, ma anche in questo caso il dibattito sembra essersi sopito, con buona pace anche di coloro che sottolineano il potenziale turistico di una casa da gioco, per il territorio di riferimento.

Ciò detto, può anche essere che nel corso del dibattito parlamentare (per ora neanche iniziato, siamo appunto alla fase delle audizioni preliminari) qualcuno possa portare al centro dell'attenzione anche il tema dei casinò. In realtà, questa richiesta potrebbe arrivare da tutte le parti, fatta forse eccezione per il Movimento 5 Stelle che non ha mai visto di buon occhio, per usare un eufemismo, il settore del gioco. 
La maggior parte delle proposte di apertura di casinò, nelle passate legislature, proveniva infatti da onorevoli di centrodestra, mentre in quella attuale sono state presentate due proposte di legge di riordino (in Senato di Franco Mirabelli e alla Camera di Stefano Vaccari) che li chiamano in causa: entrambe hanno firma Partito democratico.

 

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