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Fondi alle imprese post Covid: nessuno escluso, tranne il gioco

09 luglio 2020 - 09:25

Dopo Lazio e Molise, anche in Puglia il gioco legale è stato escluso dai fondi 'post-Covid' per le imprese. I lavoratori chiedono di modificare le norme. 

Scritto da Fm
Fondi alle imprese post Covid: nessuno escluso, tranne il gioco

“Vogliamo capire 'perché' siamo stati esclusi dai fondi regionali stanziati dall'Unione europea per aiutare le imprese a risollevarsi dall'emergenza Covid-19.
Ce lo devono dire”.

È Tonia Campanella, presidente dell'associazione presidente di Emi Rebus, a spiegare a Gioconews.it la ratio della manifestazione in programma oggi, 9 luglio, sotto la sede del consiglio regionale della Puglia, organizzata insieme con  Agire e Agile per richiamare l'attenzione contro l'esclusione del settore del gioco legale dalla concessione di contributi post lockdown.

Il sit-in ha l'obiettivo di ottenere l'audizione di una rappresentanza del comparto al Consiglio, nella speranza di strappare una modifica delle norme.
 
La manifestazione è sostenuta anche dall'associazione As.Tro, come ricorda il consigliere delegato per la Puglia, Fabio Biondo.
“Lo scopo è sempre lo stesso,: sensibilizzare la politica alla non discriminazione del settore del gioco legale.
Non si capisce perché ogni tanto qualche politico, di qualsiasi schieramento e in momenti di crisi come quello attuale, debba cavalcare sempre lo stesso argomento demagogico e prendersela con noi”.
 
Il delegato di As.Tro quindi anticipa l'intenzione di “percorrere tutte le strade possibili. Con la volontà di portare alla luce le problematiche del nostro comparto, che sono le stesse di tutte le altre aziende.
Il guaio è che in una fase cosi difficile oltre a provare a far sopravvivere le nostre aziende ci dobbiamo preoccupare anche di questo.
Per questo, vogliamo chiedere un incontro ai consiglieri per far eliminare questa norma.
Poi, speriamo che il governo regionale che uscirà dalle elezioni di settembre possa venirci incontro, visto che i finanziamenti si possono richiedere fino al dicembre 2020”.
 
IL SOSTEGNO DELLA POLITICA - Anche il candidato sindaco di Andria, Nino Marmo, ritiene che gestori e dipendenti del gioco legale siano stati dimenticati sia dallo Stato che dalla Regione Puglia: "E’ il terzo settore per introiti nelle casse pubbliche, ma è proprio quello dimenticato dallo Stato e dalla Regione Puglia dall’inizio dell’emergenza Coronavirus: il governo nazionale - afferma - non ha previsto né i 600 euro per i titolari né la cassa integrazione per i dipendenti delle sale del gioco legale. Non solo: anche la Regione Puglia ha incomprensibilmente escluso tali esercizi dalla possibilità di accedere al microprestito straordinario. Una situazione paradossale, se si considera che sono gestite su concessione dei Monopoli di Stato. Sono state le ultime attività ad essere riaperte e  sono le uniche per le quali governo e Regione non hanno previsto alcuna forma di sostegno per la chiusura obbligata per il Covid-19, nonostante perdite di fatturato dal 50 al 70 percento. Eppure, parliamo di migliaia di imprese e migliaia di posti di lavoro, con altrettante famiglie che non hanno ricevuto nemmeno un euro durante il lockdown. Oggi ho incontrato i rappresentanti della categoria, tra cui anche quelli di Andria, raccogliendo l’amarezza di chi garantisce la legalità nel settore e pertanto contiene e contrasta il fenomeno del gioco illegale anche nella nostra città”.
 
LA SITUAZIONE IN ALTRE REGIONI ITALIANE - Il “caso” della Puglia però non è l'unico.
Lo stesso ostracismo lo stanno subendo le imprese del gioco del Lazio e del Molise escluse dalla lista dei destinatari dei finanziamenti regionali per la liquidità delle Pmi. Un fatto che ha spinto l'associazione As.Tro ha inviare una lettera al Governo e al Mef, ribadendo l'illegittimità di tale trattamento nei confronti di attività pienamente legali, e operanti su concessione dello Stato. L'ennesima discriminazione.
 
Qualche giorno fa, però, una decisione di segno opposto è arrivata dall'Emilia Romagna, dove l'Assemblea regionale ha approvato la proposta per la ripresa economica e sociale post lockdown, bocciando la richiesta di Giulia Gibertoni (Gruppo misto) di escludere dai contributi regionali i locali con apparecchi da gioco. Concetto che è poi stato "ribadito" nella seduta consiliare successiva, in cui il sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia Romagna, Davide Baruffi, risponedendo ad un’interpellanza sempre a firma di Gibertoni,  ha respinto al mittente la proposta di prevedere una maggiorazione dell’Irap per gli esercizi commerciali che mantengono in funzione le slot, "in quanto l’aumento ne potrebbe comportare addirittura la chiusura”.
Una presa di coscienza non da poco, considerando che nella regione è in atto la chiusura e la dislocazione di numerose attività, in attuazione della legge del 2013.

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