skin

Elezioni Umbria: l'alleanza Pd-M5S non paga e nemmeno la battaglia al gioco

28 ottobre 2019 - 08:46

Dalle urne umbre arriva il primo verdetto sull'alleanza di governo tra Pd e 5 Stelle: che ora rischia e promette riflessi anche sulla manovra.

Scritto da Ac
Elezioni Umbria: l'alleanza Pd-M5S non paga e nemmeno la battaglia al gioco

La battaglia nei confronti del gioco pubblico, lo diciamo da tempo, non porta consensi. E neppure voti. Anzi, al contrario, è in grado di sottrarli, in maniera significativa, contribuendo a determinare la sconfitta di partiti e intere coalizioni. Provate a chiedere alle migliaia di imprese che operano a vario titolo nell'industria del gioco quali sono o potranno essere le loro intenzioni di voto: dai titolari delle imprese di gestione, alle loro decine di migliaia di dipendenti, ai tabaccai, esercenti e così via. Oppure, più facilmente, si potrebbe sondare il terreno tra gli elettori umbri, dove la coalizione tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si è appena rivelata un autentico fiasco, dimostrando di non essere gradita da gran parte degli italiani. Se, come abbiamo sentito ripetere più volte in questi ultimi giorni, il voto in Umbria era chiamato a rappresentare un primo test sul campo per la nuova maggioranza di governo, il risultato consegnato dalle urne è che piuttosto netto: 6 elettori su 10 preferiscono la Lega o, più in generale, la coalizione di centro-destra a matrice leghista.

Un verdetto che racchiude (anche) il malcontento della filiera del gioco pubblico, ma non solo: portandosi dietro pur quello dell'intero “indotto”, fatto del popolo dei pubblici esercizi (circa 98mila in Italia, quelli che offrono prodotti di gioco, di vario genere), degli esercenti in generale e delle tante maestranze che impiega il “sistema” del gioco a livello generale. Visto che, negli ultimi anni, Pd e 5 Stelle hanno condotto e realizzato – seppure in forme e modi diversi – un'autentica battaglia senza quartiere nei confronti del gioco. Senza ottenere chissà quale consenso dalla cittadinanza, storicamente insensibile a questo tipo di tematica e pressoché disinteressata, perdendo invece in maniera sistematica la fiducia di quegli imprenditori o semplici lavoratori che si trovano sul punto di perdere il proprio impiego per via di una “guerra” politica, peraltro condotta in maniera scomposta e spesso anche illogica, soprattutto nel caso del Movimento, che ha introdotto misure discutibili come quelle del divieto totale di pubblicità, già oggetto di varie critiche, anche da un punto di vista tecnico e formale e non solo politico. A differenza di quanto fatto dall'altra coalizione, con la Lega che, anche durante la recente esperienza di governo, si è sempre guardata bene dall'esprimersi nei confronti del gioco, relegando quella “patata bollente” nelle mani del 5 Stelle, evidentemente ignaro dei rischi e degli impossibili benefici; e con il resto del centro destra che ha sempre dimostrato di avere a cuore le ragioni degli imprenditori, di qualunque settore. Mantenendo la coerenza anche nei confronti delle aziende del gioco. Per questa ragione, anche se nei programmi politici dei due leader candidati al governo dell'Umbria (la vincente Donatella Tesei e lo sconfitto Vincenzo Bianconi), il gioco non trovava menzione (con qualche minima eccezione tra i candidati minori), di certo i lavoratori del gioco pubblico di qualunque zona d'Italia sono ormai preoccupati del proprio futuro vedendo le linee politiche perseguite da d e 5 Stelle nei confronti del settore. E chissà se oggi se ne renderanno conto anche i diretti interessati, visto che il voto umbro è destinato a pesare notevolmente sul futuro del governo, davanti alle dimensioni della sconfitta della coalizione che sostiene il Conte II. Come pure le misure prese contro il gioco, visto che le prossime regioni in cui si vota, peraltro, sono Emlia Romagna e Toscana, con la prima che rappresenta uno dei territori più ostili nei confronti dell'industria, sotto la guida del Partito Democratico.
 
IMPATTO SUL GOVERNO E SU MANOVRA  - Anche se l'impatto non sarà immediato, è inevitabile che l'Esecutivo cominci a ballare con il voto che ha dimostrato che il rischio di logoramento di questa formula politica è decisamente elevato. Facendo aumentare le tensioni tra i partiti di maggioranza che già ci sono state nelle ultime settimane e che verranno alimentate dal vento di protesta che soffia dall'elettorato, oggi evidentemente contrario, almeno in maggioranza. Le urne hanno svelato la debolezza dei partiti che reggono il Conte II e lo stesso premier esce indebolito vista anche la sua esposizione in campagna elettorale. E ora si potrebbe complicare anche l'iter della Manovra economica, la quale peraltro, come noto, contiene diverse misure sui giochi e tutte chiaramente restrittive o peggiorative senza nessuno spiraglio di riforma. Con gli elettori che, a quanto pare, non hanno apprezzato neppure il presunto sforzo compiuto per cercare quei 23 miliardi di coperture, molti dei quali provenienti dal gioco pubblico, ma con notevoli – e potenzialmente devastanti - conseguenze.
 

Articoli correlati