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Belgio, Gaming commission: 'Limitare la pubblicità del gioco'

07 gennaio 2020 - 11:16

Troppi annunci durante le partite di calcio, la Gaming commission del Belgio ragiona sulla possibilità di limitare la pubblicità del gioco, come in Italia.

Scritto da Redazione
Belgio, Gaming commission: 'Limitare la pubblicità del gioco'

 

L'onda lunga del divieto di pubblicità al gioco deciso in Italia potrebbe arrivare presto anche in Belgio.

Il regolatore nazionale, in un report sugli annunci pubblicitari comparsi durante i play-off 2019 della Jupiler Pro League (la Serie A del Paese, Ndr), ha infatti affermato che potrebbe essere "presa in considerazione l'introduzione di restrizioni pubblicitarie per le società del gaming".

 

Il rapporto della Commissione ha evidenziato che le pubblicità sul gioco sono molto diffuse nel calcio belga, grazie alla sponsorizzazione del marchio Kindred Unibet della Jupiler Pro League e molti club sono sponsorizzati da operatori del settore: ben 14 su 18, inclusi tutti e sei i play-off del campionato, in cui le squadre competono per il titolo.

 

Inoltre, il rapporto rileva che i club belgi pubblicizzano spesso giochi con vincita in denaro attraverso la visualizzazione dei loghi dei loro sponsor sui siti web dei club e la pubblicità delle promozioni di gioco sui feed dei social media dei club.
 
"L'analisi della pubblicità sul gioco d'azzardo mostrata durante i play-off di calcio e l'analisi dei dati sulle scommesse mostrano, da un lato, che la pubblicità sul gioco è onnipresente negli eventi calcistici e, dall'altro, che nei giorni in cui si tengono i play-off si verifica un aumento dell'attività di gioco", afferma il rapporto.
"La forte relazione tra calcio e gioco d'azzardo, inoltre, può dare al pubblico l'impressione che entrambe le questioni siano indissolubilmente legate, il che può inoltre portare alla normalizzazione del comportamento di gioco", si legge ancora nel rapporto.
 
La Commissione ha affermato che esaminarà se debbano essere o meno attuate restrizioni alla pubblicità del gioco, incluso eventualmente un divieto di pubblicità durante eventi sportivi simile al divieto "whistle-to-whistle" (dal fischio iniziale a quello finale delle partite, Ndr) del Regno Unito.
"È necessario sapere se è possibile applicare restrizioni quantitative alla pubblicità. Ciò può variare da un divieto di pubblicità, un divieto di sponsorizzare società sportive o di collocamento di prodotti, oltre a un sistema di punti a una percentuale massima dello spazio pubblico che può essere occupato da tali messaggi pubblicitari ", recita il rapporto. "Sulla base di questo, la Commissione di gioco può elaborare una politica di controllo e sanzioni mirata".
 
Sebbene il rapporto abbia notato che la pubblicità è un modo importante in cui gli operatori autorizzati possono raggiungere giocatori che altrimenti si rivolgerebbero alle loro controparti senza licenza, ha affermato che ciò non significa che non dovrebbero esserci restrizioni pubblicitarie.
 
"La pubblicità per giochi d'azzardo con licenza deve essere considerata parte dei piani di canalizzazione del governo", conclude la Commissione. “Ma in nessun caso non ci può non essere un limite. La pubblicità del gioco deve essere effettuata in un contesto chiaramente definito".
 

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