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Divieto ticket redemption in Toscana, operatori: 'Pronti a confronto con la Regione'

22 febbraio 2023 - 11:55

I rappresentanti delle principali associazioni del gioco senza vincita in denaro commentano la proposta del Pd toscano di vietare le ticket redemption ai minori e chiedono confronto con i vertici della Regione.

Scritto da Fm
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Indignazione, sorpresa, delusione: sono le emozioni che accomunano gli operatori del mondo del puro intrattenimento – il gioco senza vincita in denaro, per chiarezza – dopo la diffusione della proposta di legge con cui la consigliera della Toscana, Anna Paris, militante nel Partito democratico, chiede la modifica della legge regionale 57/2013 sul contrasto al gioco d’azzardo patologico, “per disciplinare il divieto di utilizzo, per i minori, di apparecchi e congegni meccanici ed elettromeccanici, attivabili con moneta, con gettone ovvero con altri strumenti elettronici di pagamento, che distribuiscono tagliandi direttamente e immediatamente dopo la conclusione della partita (ticket redemption)”. Equiparandole quindi agli apparecchi con vincita in denaro.

Abbiamo chiesto un commento a riguardo ad alcuni degli esponenti delle principali associazioni di rappresentanza del comparto.

Alessandro Lama (FederAmusement), non usa mezzi termini. “Il populismo è la capacita di entrare in argomenti, molto delicati, spesso senza averne nessuna reale conoscenza. Si tratta di un tema sul quale lavoriamo da anni, e sul quale stiamo molto attenti. Come dimostrato dallo studio condotto dall'Università Roma Tre, non c'è correlazione – se non una debole, in caso di una particolare predisposizione – fra l'uso di ticket redemption e lo sviluppo di una dipendenza dal gioco. A supporto di ciò ci sono gli esiti di migliaia di interviste, dati scientifici spazzati via solo dalla volontà di fare clamore. Non accettiamo questo approccio, al quale ne opponiamo uno – il nostro – che è propositivo: sarebbe stato e sarebbe logico per occuparsi di certi argomenti confrontarsi con gli stakeholder del settore invece di lanciare anatemi. Contro apparecchi che danno un premio calmierato che al massimo ha il valore di 20 euro, e contro i nostri centri, che sono controllati e che favoriscono la socialità fra i bambini, strappandoli dalle console e dalla solitudine delle loro camerette. Allora – afferma provocatoriamente Lama – vietiamo il gioco del calcio, il Monopoli, cancelliamo gli sport agonistici che facciamo fare ai nostri figli, perché alimentano la competizione. La gratificazione di un premio dal valore così irrisorio non va confusa con l'azzardo, qui l'alea non esiste, bisogna essere bravi a giocare; c'è socialità, c'è agonismo con i propri genitori, e non si è né chiusi in una stanza né attaccati al cellulare. Il nostro scopo è dare un senso 'outdoor' alle attività di svago. Stiamo organizzando delle campagne per trasformare i premi i contributi a realtà equo-solidali e far sì che i bambini che giocano si sentano parte di un progetto. Purtroppo è più facile lanciare critiche che essere propositivi, e purtroppo il nostro è un settore facile da attaccare. Noi siamo famiglie, aziende, siamo i primi a difendere i nostri clienti. Quando, nella proposta di legge di Paris, leggo che che 'Il rischio dell’utilizzo di queste macchinette da gioco da parte dei giovanissimi è che il meccanismo gioco-vincita diventi normalità e quindi che il minore rischi di cadere in un meccanismo meccanico mentale che lo avvicina sempre più all’azzardo' mi domando: ma la consigliera ha mai parlato con i minori? Si tende conto che rispetto a noi adulti sono più intelligenti e sanno esattamente quello che fanno? C'è la necessità che la politica si faccia garante delle potenziali debolezze senza sentire tutte le parti in causa?”. Al netto di questo, da parte di Lama c'è la volontà di cercare “un incontro con la presidenza della Regione Toscana per presentare il progetto Roma3 e analizzare insieme questa tematica”.

“Siamo di fronte all’ennesimo caso di ignoranza, nel senso di non conoscenza, del settore. Come si fa ad accostare le ticket redemption al gioco d’azzardo? E un accostamento sbagliato e pericoloso – dichiara Domenico Distante, presidente della Sapar – sbagliato perché basta ricordare la ricerca, unica al mondo nel suo genere, sulle possibili problematiche legate alle ticket redemption, effettuata dall’Università Roma Tre. Questa ricerca, effettuata ribadisco da un’Università tra le più qualificate, ha dimostrato che non esistono fondamenti scientifici che colleghino queste macchine al gioco d’azzardo e alla ludopatia. Forse chi propone questi accostamenti lo fa per cercare consensi e qui sbaglia una seconda volta. Tutti i genitori che accompagnano i figli a giocare nelle sale che ospitano le ticket redemption non si pongono proprio il problema dell’azzardo perché sanno che è un luogo di puro divertimento. Con premi che arrivano al massimo ad un valore di 20 euro, come si fa a pensare alla ludopatia. E che senso ha parlare di pericolo gratificazione? Vincere dà gratificazione nel senso di aver provato la propria abilità, non per incassare qualcosa. Ed interventi di questo tipo sono pericolosi – sottolinea il presidente di Sapar – perché non solo potrebbero far scomparire attività dove divertimento e socializzazione avvengono nel modo più sicuro e controllato, ma porterebbero tanti giovani a cercare forme diverse di svago con il rischio di incappare in giochi pericolosi per la salute e gestiti da organizzazioni senza scrupoli. Per questo – conclude Distante – invito i rappresentanti della regione Toscana ad un confronto con la nostra associazione certi di poter essere di grande aiuto per capire e conoscere un settore importante sia dal punto di vista imprenditoriale sia da quello sociale”.

 

Vanni Ferro di New Asgi puntualizza: “Siamo sempre attaccati: ogni tanto qualche politico si sveglia, e non si capisce come si possano legare le ticket redemption all'azzardo. La politica dovrebbe cambiare modo di fare, dovrebbe chiedere a noi, e conoscere la materia, mentre questa proposta di legge è l'ennesima dimostrazione di ignoranza a riguardo. Noi, dopo i primi attacchi che abbiamo ricevuto qualche anno fa, ci siamo responsabilizzati; abbiamo finanziato uno studio dell'Università Roma Tre che ha dimostrato che la correlazione fra amusement e azzardo ha una percentuale minima. La competizione oggi c'è in tutte le cose, ed è giusto che ci sia”. Ferro, come già fatto da Lama quindi rimarca che i premi hanno un valore di 20 euro e di certo “non si tratta di ipad” come sostenuto dalla consigliera del Pd. “Sono affermazioni frutto di ignoranza e populismo; un mood che stava scemando ma che ogni tanto qualcuno riprende, spinto da chi non si sa. Le associazioni del nostro comparto hanno sempre dato dimostrazione di grande responsabilità. Ci siamo rivolti a un ente terzo, competente, come l'Università Roma Tre, che ha condotto uno studio durato un paio d'anni, e ancora oggi siamo sotto attacco, non si capisce in base a quale filosofia. Avremmo preferito che la politica ci chiedesse un confronto, per capire, ed evitare quanto accaduto in altre regioni. Per fortuna in alcune siamo riusciti a far capire le nostre ragioni. Siamo comunque dispiaciuti, arrabbiati, e intenzionati a chiedere un'audizione come Stati generali dell'amusement e associazioni del settore al presidente della Toscana per portare le prove che certe esternazioni e proposte non hanno basi scientifiche né sociologiche. Non risulta da nessuna parte che ci siano mai stai bambini in cura per ludopatia dopo aver giocato alle ticket redemption”.

Tiziano Tredese del Consorzio Fee invece lancia una proposta: “La cosa più semplice è che i politici 'copino' la legge regionale del Veneto sulla ludopatia.
La commissione apposita della Regione Veneto, dopo aver studiato il problema, sentite le associazioni di categoria (Sapar, Fee,-Anesv) ha ritenuto sensato e logico lasciare fuori i comma 7 dalle regole per i comma 6. i videogame, le ticket redemption, i meccanici, i giochi a premio (cioè tutti i giochi senza vincita di danaro) non hanno nulla a che fare con le new slot e, tantomeno, con le videolottery.
Se tutto ciò non fosse sufficiente, c’è una esaustiva e indipendente indagine fatta dall’Università Roma Tre che stabilisce la totale non pericolosità delle ticket redemption nell’uso da parte dei minori. Basta chiederla e gliela facciamo avere. Basta informarsi”.

 

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