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Elezioni 2022 e rinnovo delle associazioni: parlano Fit e Aieg

23 settembre 2022 - 10:17

Seconda parte dello speciale di GiocoNews.it sui nuovi presidenti delle associazioni del gioco e le attese per le elezioni politiche, la parola ad Antonelli (Fit) e Fioriglio (Aieg).

Scritto da Dd e Fm
Foto © Jernej Furman / Flickr

Foto © Jernej Furman / Flickr

 

Mancano meno di due giorni alle elezioni politiche del 25 settembre, ma lo spazio per il dibattito è ancora aperto.

Così, dopo lo speciale sui candidati al Parlamento, sulle nostre pagine ospitiamo anche il punto di vista delle associazioni collegate al mondo del gioco tout court, fresche di rinnovo dei vertici associativi, al centro di un approfondimento pubblicato integralmente sulla rivista GiocoNews di settembre (consultabile online a questo link).

 

Dopo la puntata dedicata ad As.tro e Sapar, oggi ascoltiamo il punto di vista della Federazione italiana tabaccai, con il neo presidente Mario Antonelli, e quello dell'Associazione italiana esports e gaming, guidata da Gianluigi Fioriglio.

 

 

FEDERAZIONE ITALIANA TABACCAI: "ADOTTARE UN APPROCCIO PRIVO DI POPULISMO" - A guidare la Federazione italiana tabaccai dopo  Giovanni Risso sarà Mario Antonelli, eletto alla metà di giugno. Anche lui fa il punto con noi sulla situazione presente e sugli impegni da portare a compimento nel prossimo futuro.

"Usciamo da due anni di pandemia che sono stati preceduti da anni di recessione. Anche i tabaccai, ovviamente, ne hanno risentito. Gli indicatori economici del Paese sono al momento positivi in termini di crescita attesa. Come nuovo gruppo dirigente della Federazione ci poniamo l’obiettivo di far sì che alla crescita del Paese si accompagni la crescita della categoria. I pilastri delle nostre attività sono il tabacco lavorato, ovviamente, i prodotti di nuova generazione, i servizi e, altrettanto ovviamente, il gioco pubblico. L’azione della Federazione sarà pertanto improntata a tutelare e sviluppare tali prodotti e servizi e a esplorare nuovi ambiti di sviluppo".

Un elemento, non di poco conto, con cui fare i conti è l'instabilità che caratterizza il nostro Paese, che tutti i comparti produttivi, compresi quelli legati al mondo delle tabaccherie, scontano negativamente. "Sono anni che si parla di un riordino che non arriva mai. Cambiano i Governi, cambiano i sottosegretari con delega al settore, cambiano i direttori dell'Agenzia accise, dogane e monopoli. Si lavora al riordino del gioco pubblico per trovare una soluzione che contemperi tutti gli interessi sottesi e alla fine, non chiudendo mai il processo, si prorogano le concessioni in atto non potendo effettuare gare in assenza di certezze sulle regole a livello locale.

Mi piacerebbe che il Governo e il Parlamento che verranno avessero l’autorevolezza e il coraggio per affrontare il tema del gioco pubblico con un approccio scevro dal populismo dell’ultimo decennio".

Ai candidati al Parlamento Antonelli chiede innanzitutto "buon senso. E lo chiedo sia come privato cittadino che come presidente della Federazione italiana tabaccai. Come abbiamo appena osservato, stiamo attraversando un periodo davvero delicato per la nostra storia ed economia; questo è il momento della serietà, di rimboccarsi le maniche e di guardare al bene comune.

Non voglio ripetermi ma la nostra categoria chiede solo questo: regole certe e chiarezza. Il che vuol dire solo una cosa: Riordino. Ma, badiamo bene: un riordino basato non sul pregiudizio ma sulla ragionevolezza, che riconosca il differente valore dei vari operatori di gioco. E quanto a professionalità e affidabilità, al di là di qualsiasi retorica, i tabaccai ricevitori non sono secondi a nessuno. Mi auguro che il Parlamento ne tenga conto; anche perché preservare una rete legale di gioco risponde anche all’esigenza di contenere il gioco illegale che, come tutti sanno, invade velocemente qualsiasi spazio lasciato scoperto dallo Stato".

In tema di "questione territoriale" legata al gioco e ai casi di Lazio e Provincia di Trento, il presidente di Fit afferma: "Il Consiglio del Lazio, che in linea generale salva le installazioni delle slot già presenti sul territorio, ci ha fatto tirare senz’altro un sospiro di sollievo.

Per quanto riguarda la Provincia di Trento, invece, noi siamo già stati colpiti a suo tempo dalla legislazione della Provincia. A questo giro, dunque, ho poco da dire. Ma al di là dell’interesse di bottega c’è una considerazione generale che voglio fare: la questione territoriale è davvero una spada di Damocle.

Per questo si deve arrivare quanto prima a una soluzione nazionale chiara e omogenea per tutti i territori. Certo, il nostro auspicio è che la soluzione adottata dall’Abruzzo, e anche se in differente misura anche da Campania e Calabria – e cioè di sollevare le tabaccherie dai distanziometri – venga esportata anche nelle altre regioni. Si tratta di una soluzione obbligata, se si osservano le caratteristiche soggettive e oggettive delle rivendite tabacchi. Per le quali, tra l’altro, il gioco pubblico non è un semplice accessorio, ma un’attività connaturata alla stessa tabaccheria. Il proibizionismo non può cancellare, come se niente fosse, un aspetto così importante per le nostre attività".

 

 

AIEG: “COLLABORAZIONE CON LE ISTITUZIONI PER REGOLAMENTARE LE SALE LAN” - Fin dai giorni immediatamente successivi al blitz degli uomini dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli che ha portato al sequestro di alcune sale Lan italiane (il 29 aprile scorso), Alessio Cicolari, titolare di una di queste, aveva sottolineato la necessità di fare rete. Proprio lui, assieme ad Alexander Marfia, ha cominciato a lavorare all’idea di un’associazione che potesse difendere gli interessi di una categoria nuova, sino ad ora cresciuta nel limbo creato da una legislazione italiana che, negli ultimi anni, non ha saputo aggiornarsi a dovere.

A distanza di pochi mesi ecco presentarsi l’Aieg, Associazione italiana esports e gaming. L’associazione sarà presieduta da Gianluigi Fioriglio, avvocato cassazionista e professore aggregato di Informatica giuridica nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia, redattore, con Giuseppe Croari, della proposta di legge “Codice degli esport” su incarico della Segreteria di Stato per il Lavoro, la programmazione economica, lo sport, l’informazione e i rapporti con l’Azienda autonoma di Stato per i servizi pubblici della Repubblica di San Marino, attualmente in discussione dopo la prima lettura nella sessione di aprile 2022 del Consiglio grande e generale.

A lui abbiamo chiesto di spiegarci come nasce l’Aieg e chi ne fa parte.

“Aieg nasce per dare una voce comune a tante realtà di natura diversa che lavorano in un settore innovativo ma non ancora specificatamente regolamentato: così, per la burocrazia, le sale esports sono bar, negozi o altro ancora. Non esiste, oggi, un’associazione che li rappresenti: l’associazione è dunque composta da gestori di sale Lan, produttori di pc gaming, associazioni sportive dilettantistiche dedite agli esports, organizzatori di eventi esports, ecc.”.

Cosa sarà l’Aieg nel panorama italiano, vi siete già posti alcuni obiettivi?

“Aieg vuole inizialmente assistere gli associati nel regolarizzare le proprie attività nel rispetto delle nuove disposizioni transitorie e dialogare attivamente con le istituzioni per giungere a una normativa che sia insieme equa e agile, così da garantire lo sviluppo di un settore che nel resto del mondo sta crescendo notevolmente (e che viene spesso supportato da governi ed enti pubblici). In seconda battuta Aieg nasce come associazione di categoria in grado di portare benefici agli associati: ad esempio, convenzioni con produttori e creazione di competizioni nazionali in cui tutti gli associati possano partecipare con la propria location, team o organizzazione; ancora, Aieg punta alla creazione di contratti nazionali di lavoro dedicati, in ragione delle particolari esigenze del mondo degli esports”.

Dopo lo scoppio del cosiddetto Lan-gate alcune forze politiche si erano interessate al tema degli esports, anche con la presentazione di interrogazioni e disegni di legge. La caduta del Governo ha portato ad una interruzione forzata. A suo parere sarà possibile comunque non disperdere i passi avanti fatti sinora?

“Ce lo auguriamo: il tema è sicuramente trasversale e non ha colori politici. Anche se in questo momento nel Paese ci sono altre priorità, bisogna considerare che gli esports costituiscono un'opportunità di crescita e di sviluppo, con ricadute positive soprattutto sull’occupazione giovanile”.

Quali sono i principali problemi che avete sinora individuato, e sui quali si concentreranno le vostre azioni?

Dobbiamo necessariamente partire dalla regolamentazione transitoria che prevede di stare sotto l’ombrello, per così dire, dello spettacolo viaggiante. Da un lato, essa aiuta a risolvere la problematica delle omologazioni degli ‘apparecchi’ che - secondo l’Agenzia accise, dogane e monopoli - rientrano nel campo di applicazione dell’art. 110, comma 7, lett. c; dall’altro, apre una serie di problematiche amministrative locali con i Comuni che si ritrovano una questione nuova e non facile da spiegare ai vari uffici. Ancora, la gestione di fiere ed eventi 'a norma' non è semplice: gestire la creazione di codici identificativi quali attrazioni per ogni pc o apparecchio da gaming o esports costituisce un processo alquanto laborioso e costoso in virtù delle varie documentazioni da produrre ed asseverare da tecnici. Sicuramente le nostre prossime azioni saranno finalizzate a tutelare gli associati e chi segue le regole, supportando attivamente le istituzioni affinché trovino la strada corretta per regolamentare un settore che ormai non possiamo nemmeno più definire ‘nuovo’”.

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