È scattata la confisca per il patrimonio di un gestore di un bar di Palermo, condannato, per il reato di esercizio di giochi d’azzardo nonché per associazione per delinquere ed esercizio abusivo di attività di gioco o scommesse, con sentenze divenute irrevocabili.
Il Tribunale di Palermo – sezione Misure di prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Dda, ha emesso un decreto di confisca di tutti i suoi beni - quattro immobili, due rapporti bancari, il bar, quote di partecipazione al capitale sociale di un’azienda operante nel settore dei trasporti e tre auto - per un valore complessivo di circa 7,5 milioni di euro, eseguito dai finanzieri del comando provinciale di Palermo.
L'uomo, secondo quanto si legge in una nota diramata dalla Guardia di finanza, è stato riconosciuto colpevole di “aver capeggiato un’articolata organizzazione finalizzata alla gestione di scommesse clandestine attraverso una capillare rete di raccolta, parallela rispetto a quella dei centri di scommesse autorizzati, che si avvaleva di programmi informatici elaborati ad hoc, circostanza confermata anche dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia.
Il procedimento di prevenzione, che ha preso le mosse proprio dalla valorizzazione degli elementi di indagine che hanno portato all’emanazione delle sentenze di condanna, ha fatto emergere, grazie agli accurati approfondimenti economico patrimoniali svolti dagli specialisti del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Palermo – Gico, una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni e le attività nella disponibilità dell'uomo, cui, in particolare è riconducibile l’omonimo bar, noto punto di riferimento cittadino nel campo delle scommesse sportive situato nel centro del quartiere Settecannoli, ricadente nel territorio di influenza della famiglia mafiosa di Corso dei Mille”.
Nel 2019 il Tribunale di Palermo - sezione Misure di prevenzione, facendo proprie le ricostruzioni effettuate dai finanzieri, ha ritenuto ricorrenti gli elementi per considerare l’imprenditore soggetto socialmente pericoloso, in quanto risultato vivere abitualmente dei proventi delle citate attività delittuose, e per questo dispose il sequestro del suo patrimonio”.