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Istat: 'Gioco, nel 2022 calo occupazionale oltre il 2 percento'

06 aprile 2023 - 11:17

Il Rapporto sulla competitività dei settori produttivi stilato dall'Istat per il 2022 alla luce di crisi pandemica ed energetica evidenzia un calo occupazionale del 2,1 percento per le attività di gioco.

Scritto da Fm
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Che la pandemia abbia avuto un impatto negativo fortissimo per il settore del gioco è più che risaputo. E non poteva essere altrimenti visto il lockdown che le attività terrestri hanno dovuto osservare per circa 10 mesi in due anni, rendendolo uno dei comparti più penalizzati dai vari decreti governativi per il contenimento del virus.

A quantificare le ricadute a lungo termine di tali misure ora arriva anche l’edizione 2023 del Rapporto sulla competitività dei settori produttivi curato ed edito dall’Istat.

Dalla lettura del Rapporto, che fornisce annualmente un quadro informativo dettagliato e tempestivo sulla struttura, la performance e la dinamica del sistema produttivo italiano e che per il 2023 ha come tema centrale gli effetti sul tessuto produttivo italiano del doppio shock rappresentato dalla crisi pandemica e da quella energetica, emerge che per le attività sportive e di intrattenimento si registra un calo occupazionale del 2,6 percento, mentre per quelle collegate a lotterie, scommesse e case da gioco la diminuzione è pari al 2,1 percento.

Già qualche mese fa l'Istat aveva pubblicato i conti economici delle imprese e dei gruppi di impresa per il 2020 evidenziando che  per le aziende individuate dal codice Ateco 92 (inerenti lotterie, scommesse, case da gioco) si registravano 8.076  imprese, 37.852 addetti (di cui 28.754 dipendenti), un fatturato di 11 miliardi, 139 milioni 953mila  euro e investimenti per 130,769 milioni, con un valore aggiunto (la misura dell'incremento di valore che si verifica nell'ambito della produzione e distribuzione di beni e servizi finali grazie ai fattori produttivi adoperati - capitale e lavoro - a partire da beni e risorse primarie iniziali, Ndr) di 2,131 miliardi di euro e un  costo del lavoro di 771,292 milioni.  
Guardando al 2019, le imprese del settore erano 8.271, gli addetti  40.003, dei quali 30.467 dipendenti, per un fatturato di 13 miliardi 929 milioni e 445mila euro. Con un  valore aggiunto  di 3 miliardi 097.622, un  costo del lavoro di 1 miliardo 146.258 e investimenti per 243 milioni e 835 euro.
Grandi differenze, quindi, fra le quali spiccavano i 2.151 addetti in meno (- 1.713 dipendenti) e un calo del fatturato di 2 miliardi 789 milioni e 492mila euro.

 

Dati di cui tenere conto nell'ambito del riordino del gioco pubblico affidato al disegno di legge delega per la riforma fiscale che dovrebbe iniziare il suo iter in Parlamento nei prossimi giorni e che, come specificato nella relazione tecnica accessoria al testo, avrebbe fra gli obiettivi anche il “mantenimento di adeguati livelli di raccolta” e anche quello di “aumentare il livello di entrata a favore dello Stato”.

Non va dimenticato che gli ultimi dati diffusi dal ministero dell'Economia e delle finanze nel primo bimestre dell'anno in corso le entrate tributarie derivanti dal gioco segnano il 2,1 percento in più, mentre il 2022 ha segnato un +16,8 percento rispetto al 2021.

 

Livelli importanti per il bilancio dello Stato, e dai quali lo Stato, al momento non può prescindere.

 

Per conoscere i dati generali presenti nel Rapporto Istat basta consultare il documento in allegato.

 

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