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Riparte il count-down verso il Riordino

05 dicembre 2022 - 10:43

Dopo una settimana di incontri tra politica, industria e istituzioni, si riaccende la speranza di arrivare a un riordino in tempi brevi: ma oggi le parole non bastano più.

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Ebbene sì. A quanto pare, la politica non ha più bisogno di indicazioni e di “sensibilizzazioni” per capire le esigenze del comparto del gioco pubblico. Lo abbiamo visto (e ascoltato) nei giorni scorsi, in occasione dei vari appuntamenti istituzionali che si sono susseguiti nei primi giorni di dicembre, che hanno offerto una vetrina pubblica ai rappresentanti di governo e parlamento, ma anche all'industria del gioco. Oltre a fornire un momento di approfondimento (prezioso) su alcune tematiche di estremo interesse e attualità, come quello della riforma fiscale - da attuare anche nei confronti del gioco - o di quella più generale, che continuiamo a chiamare “Riordino”, oltre alla sempre verde Questione territoriale, tutt'altro che risolta (e, anzi, in questi giorni forse ancora più accentuata). In tutti gli incontri, nello stupore più generale, abbiamo sentito di tutto: da chi ha offerto e promesso supporto e sostegno totale nei confronti della causa degli operatori del gioco, a chi ha addirittura rinnegato le proposte abolizioniste della scorsa legislatura del suo partito (o Movimento) di appartenza. Fino ad arrivare alla promessa, chiara ed esplicita, di arrivare all'atteso riordino del comparto già entro il primo semestre del nuovo anno. Proveniente, questa, direttamente dal governo e, più precisamente, dal sottosegretario all'Economia, Federico Freni, che proprio nella precedente legislatura, quando rivestiva la delega al gioco pubblico, aveva già predisposto una bozza di legge delega contenente la riforma del settore di proprio pugno, depositandola in Consiglio dei Ministri: salvo poi vederla naufragare insieme all'intero esecutivo. Ma adesso che si è aperta una nuova legislatura, caratterizzata da un governo tecnicamente stabile e duraturo, sembrano esserci tutti i presupposti per portare finalmente a compimento quel percorso di riforma che gli addetti ai lavori attendono ormai da anni. Cosa volere di più dalla politica? Ci sarebbe da chiedersi, se la risposta non fosse così dannatamente semplice e immediata. Quello che tutti vorrebbero, in primis, è sicuramente il riordino. Non un annuncio (l'ennesimo), come quelli che gli operatori hanno già ascoltanto, più volte, nelle ultime due legislature: visto che, se c'è davvero la volontà di farlo e pure le condizioni per attuarlo, si potrebbe portare fin da subito il progetto di riforma sul tavolo del Cdm. Ma la seconda richiesta proveniente dall'industria è quella di ricevere chiarezza. E serietà. Quindi concretezza. Perché di annunci e promesse se ne sono rincorsi fin troppi, negli ultimi anni. E non basta più sentire i mea culpa, gli attestati di solidarietà e i progetti di risanamento del settore, senza poi attuarli davvero. Se la politica ha capito veramente quali sono i problemi  e quanto sia importante e strategico il mantenimento di un sistema di gioco legale per la salvaguardia della pubblica sicurezza e per la tutela dei consumatori, allora, si arrivi davvero a un lavoro di sintesi e all'avvio di un percorso (serio) di riforma del comparto, e magari pure alla definizione di nuove regole per il rinnovo della concessioni, già scadute da troppo tempo.
Invece, mentre continuaiamo a parlare dei problemi del settore e delle ricette offerte dalla politica per la loro risoluzione, con tanta (presunta) competenza e dovizia di particolari, nel frattempo tutto intorno continuano a saltare pezzi di industria, facendo vittime tra le imprese e tra i loro occupati. Si guardi ciò che accade in Trentino, dove il Consiglio di Stato ha certificato la chiusura forzata delle sale di gioco attive sul territorio, sia pure di fronte all'evidente inadeguatezza delle norme locali. Ma basta sfogliare le pagine virtuali di questo Quotidiano, ogni giorno, per scorgere i vari attacchi o soprusi che il comparto continua a subire.
Se, invece, sono tutti (o quasi) d'accordo, tra maggioranza e opposizione, su ciò che serve al settore, e pure al paese, allora facciamolo. Ora che la legge di Bilancio sembra ormai essere in dirittura di arrivo e proprio nel momento in cui il governo è impegnato nella ricostruzione dell'intera economia nazionale, attraverso il famigerato Pnrr, l'occasione è quella giusta per provare a rimettere in sesto anche quel presidio di legalità e sicurezza rappresentato dal comparto del gioco, che fino ad oggi è stato minato proprio da parte della politica. L'industria, come dichiarato più volte da parte dei suoi rappresentanti, è pronta a dare il proprio contributo e ad assumersi le sue responsabilità. Lo stesso vale per l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, come abbiamo sentito ripetere più volte dal suo direttore, Marcello Minenna. Mentre noi operatori dell'informazione, oltre a fornire il nostro contributo in termini di contenuto, continueremo ad essere vigili e attenti, con un costante lavoro di fact-checking per valutare passo dopo passo il livello di attuazione delle proposte (e promesse) annunciate dalla politica. Come abbiamo sempre fatto finora. Riattivando, per l'ennessima volta, il count-down verso il Riordino.

 

 

(Photo by rawpixel.com form PxHere)

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