L'industria del gaming sta vivendo un momento di autentica transizione, a livello globale, trainata fortemente dallo sviluppo tecnologico (irrefrenabile) e sospinta dall'innovazione, che le aziende sono in grado di assicurare. Lo abbiamo visto in maniera eloquente nelle ultime settimane, dopo una visita alla fiera Ice di Barcellona, autentico incubatore di progresso per l'industria, e non soltanto in termini di prodotto, e lo abbiamo visto qualche giorno prima anche dalla più piccola fiera Eag Expo di Londra, per quanto riguarda lo specifico caso dell'Amusement, cioè l'intrattenimento "puro", senza vincita in denaro.
Da qualunque parte si voglia guardare il settore del gaming, risulta infatti evidente il grande cambiamento in corso. Ciò a caura di vari fattori, per lo più tecnologici, ma non solo. Da un lato, c'è la grande transizione digitale, che accomune qualunque industria, che nel gaming impone nuove logiche e nuovi modelli, con l'adozione di nuove strumentazioni e nuovi servizi. Questo non significa soltanto un'evoluzione di prodotto, che comunque esiste, pensando all'integrazione in ormai tutte le forme di gioco dell'intelligenza artificiale o della realtà virtuale, che cambia radicalmente il modo di giocare, sia nell'Amusement (dove rappresenta una realtà ormai da tempo) che nel gambling (dove invece si stanno muovendo i primi passi): ma anche in termini di esperienza utente, pensando per esempio ai nuovi sistemi di pagamento, come la tecnologia chasless, che ha aperto nuove frontiere per i locali pubblici e in particolari quelli di puro intrattenimento, oltre a guidare l'evoluzione anche nel canale retail specializzato e nell'online. Accanto a tutto questo, tuttavia, a cambiare è anche la percezione dell'opinione pubblica e delle istituzioni nei confronti dell'industria del gioco, con una maggiore consapevolezza dell'importanza di questa evoluzione tecnologica, oltre all'attenzione nei confronti dei consumatori e in particolare dei soggetti più fragili. Come abbiamo visto soprattutto in occasione di Ice, oggi industria, accademia e terzo settore dialogano ormai apertamente e lavorano a stretto contatto per garantire un'offerta di gioco che sia veramente sostenibile. E provando a introdurre nuovi standard nell'industria, senza doverli necessariamente imporli come Diktat legislativi.
Anche in Italia, va detto, abbiamo assistito a un confronto di questo tipo e a una sorta di avvicinamento tra mondo istituzionale e industria, come è emerso chiaramente in occasione della scorsa edizione dell'Ige di Roma (Italian gaming Expo & conference, attualmente al lavoro per la prossima edizione del 9-10 aprile 2025), al di là delle solite speculazioni o strumentalizzazioni che possono arrivare da alcuni fronti anti-gioco. Ma anche queste sono piuttosto comuni e diffuse in tutti i paese in cui esiste un'offerta di gioco legale e soprattutto dove questa è particolarmente sviluppata. Sta di fatto però che (anche) in Italia tutto sta cambiando: a partire dall'assetto industriale, come emerge dalle nuove gare per il rinnovo delle concessioni che impongono sfide tutt'altro che banali all'intera industria e a tutti gli stakeholder. Un passaggio, questo, senz'altro cruciale e a dir poco significativo, che potrebbe apparire del tutto positivo, se non fosse tuttavia accompagnato da vari passi falsi compiuti dallo stesso legislatore che rischiano di vanificare i vari passi compiuti in avanti fino ad oggi, anche a livello di dibattito sul tema del gioco, rischiando di riportare il settore indietro. Pensiamo naturalmente al bando di gara per le concessioni online, che oltre a diventare oggetto di contenzioso in sè per via delle condizioni altamente sfidanti, è stato accompagnato da un blitz governativo che lo ha affiancato a un aumento della tassazione che ha cambiato notevolmente le carte in tavola per gli addetti ai lavori. Senza contare la regolamentazione dei Pvr che dopo l'introduzione del Registro dei punti vendita, è stata subito sospesa dal Tar del Lazio a causa delle condizioni ritenute inapplicabili e che solo il tempo ci dirà se dovranno essere riviste e come (udienza fissata al prossimo 12 febbraio). O, da ultima, si guardi al decreto firmato dal Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che propone un nuovo pacchetto di misure che comprende l'introduzione di un "Codice di condotta" per i clienti dei pubblici esercii con una serie di linee guida rivolte ai gestori, che in nome della maggiore (e sacrosanta) sicurezza, promette nuovi oneri e balzelli per gli addetti ai lavori.
Insomma, per quanto riguarda l'industria globale del gaming, lo stato di salute sembra evidente e l'evoluzione viaggia di grand carriera, come si evince anche dal balzo in avanti compiuto dagli eventi di riferimento che guidano il comparto (con l'exploiti di Sbc Summit Liscona prima, e il record incredibile segnato da questa prima edizione di Ice Barcelona): mentre per quanto riguarda l'Italia, come nelle peggiori delle tradizioni nostrane, ogni passo compiuto in avanti, viene seguito da almeno tre passi all'indietro. Ma per chi sa essere ottimista, bisogna sempre guardare quel piccolo spostamento in avanti che si comunque a realizzare, visto che fino a poco fa, gli unici passi sembravano svolgersi a ritroso.