ll 2025 potrebbe davvero essere l'anno buono per la tanto sospirata riforma dell'ippica?
Se lo sarà effettivamente lo vedremo fra qualche mese, a conti fatti, ma sicuramente l'auspicio è che si realizzi davvero viste le tante questioni in sospeso che la affliggono sia nel generale che nel particolare.
Partendo dal quadro generale, i punti da attuare per il ministero dell'Agricoltura sono diversi: in attesa del decreto sulle sovvenzioni per gli ippodromi, per quanto riguarda la loro classificazione invece la valutazione della qualità dei servizi offerti dovrebbe partire a breve, vista la recente aprovazione dell'elenco dei funzionari di gara e dei veterinari idonei a far parte della commissione che testerà gli impianti italiani.
Ma non finisce qui. Le riforme determinanti saranno affidate al “Collegato” alla Finanziaria che sarà presentato nei primi mesi di quest'anno, come anticipato tempo fa dal sottosegretario Patrizio La Pietra, per arrivare alla sua approvazione entro la fine del 2025. In esso saranno centrali il progetto di costituzione di un’Agenzia specifica per l’ippica esterna al Ministero – già oggetto di un disegno di legge presentato dallo stesso la Pietra come senatore - e una riforma complessiva del sistema delle scommesse sull’ippica. A questo proposito, si segnala che nella riforma delle scommesse potrebbero trovare posto anche le proposte presentate da alcuni rappresentanti della filiera – 24 fra associazioni e società di corse – con l'obiettivo di coinvolgere un pubblico più ampio di appassionati. Il documento che le contiene, secondo quanto rende noto il presidente dell'ippodromo di Modena, Alessandro Arletti, è stato trasmesso all'ufficio legislativo per un esame per l'inserimento nel Collegato per l'ippica. "È il primo passo del percorso legislativo che porterà alla riforma del gioco ippico. Ora è necessario non mollare la presa e organizzaremo un convegno a maggio con speaker importanti perchè vogliamo sensibilizzare l'opinione pubblica perchè si continui su questo percorso. Rimaniamo uniti e continuiamo su questa via", auspica Arletti.
Restando in tema di primi passi, per il rilancio del settore potrebbe essere decisivo anche il ruolo recentemente assunto dall'Italia in seno all’Unione europea del trotto, associazione che raggruppa le autorità ippiche del trotto di 21 Paesi europei, con la nomina di Tamara Papiccio a prima vicepresidente. Nomina che dopo più di 15 anni potrà aiutare il comparto a tornare a svolgere un ruolo incisivo nel massimo organismo del trotto europeo.
La situazione appare meno rosea per il galoppo, dopo che il Comitato pattern internazionale (Epc - European pattern committee) nella sua ultima seduta ha declassato 11 corse italiane, mentre 9 sono a rischio di retrocessione nel 2026. Per evitarla, “il Masaf sta per varare una serie di modifiche al calendario e alle dotazioni di alcune di queste corse proprio per renderle più appetibili anche agli operatori stranieri e cercare, laddove sia possibile, anche una prospettiva di avanzamento", si legge sul sito del Ministero.
In questo quadro fosco, tuttavia, è possibile scorgere anche qualche nota positiva, visto l'apprezzamento espresso dall'Epc "per il lavoro portato avanti negli ultimi 12 mesi dalle istituzioni, con i vari provvedimenti sia in tema di riforme (vedi questione Iva), sia in tema di velocizzazione dei pagamenti per la quale si attende un ulteriore step in avanti, al punto che è stata chiusa senza conseguenze la procedura di infrazione che era stata precedentemente aperta e, proprio in segno di apprezzamento e fiducia verso il lavoro svolto, è stato 'salvato' lo status di quasi tutte le corse che prevedevano una votazione a maggioranza, tra queste Derby, Parioli, Lydia Tesio e altre".
Passando invece all'analisi del "particolare", i casi che più hanno fatto notizia in queste ultime settimane ci portano in primis a Roma, con il salvataggio in extremis dell'ippodromo delle Capannelle. Con il ricorso ad una nuova, ormai inevitabile proroga della gestione storica di Hippogroup in attesa degli esiti del bando lanciato dal Comune ormai quasi un anno fa.
Si profila un passo indietro a Palermo, dove il Comune sembra avviato verso la revoca della concessione alla Sipet, che gestisce l'ippodromo della Favorita da 5 anni, dopo la condanna a 5 anni di carcere per estorsione aggravata dal metodo mafioso del procuratore generale della società Massimo Pinzauti, dimessosi lo scorso aprile contestualmente all'arrivo dell'avviso di garanzia.
Bisognerà invece attendere il 31 marzo per farsi un'idea delle sorti future degli ippodromi di Napoli e di Varese: per quella data è fissato il termine ultimo per partecipare alla gara – con procedura aperta - per l’affidamento in concessione del servizio di gestione economica e funzionale, della progettazione esecutiva e della esecuzione dei lavori di riqualificazione e di manutenzione ordinaria e straordinaria per la durata della concessione di Agnano, pari a 35 anni, e per la presentazione di manifestazioni d'interesse per la gestione dell'impianto lombardo de Le Bettole per un periodo compreso fra 10 e 30 anni, a seconda dell'ammontare degli "investimenti per la riqualificazione che il concorrente offrirà in sede di procedura”.
Infine, se Follonica attende la pubblicazione di un nuovo bando per l'ippodromo dei Pini, il 10 aprile tornerà all'asta l'ippodromo del Casalone di Grosseto, con un prezzo base di 3.420.000 euro e un'offerta minima di 2.565.000. Terreni, fabbricati, strutture ed impianti, per circa 200.000 metri quadri, destinati allo svolgimento e alla organizzazione di eventi e manifestazione di natura ippica e delle corse dei cavalli.
Fra un paio di mesi, quindi, sarà possibile avere un quadro un po' più chiaro e, si spera, positivo.