skin
Menu

De Biasi: 'Gioco responsabile, serve contesto sistemico'

17 agosto 2017 - 08:54

La senatrice Emilia Grazia De Biasi sottolinea la necessità di programmazione e di puntuali interventi di monitoraggio in materia di gioco responsabile.

Scritto da Anna Maria Rengo

“La prima prevenzione è sicuramente la riduzione sia delle slot che dei punti gioco. Poi è importante il ruolo che possono giocare sia la famiglia e, direi soprattutto, la scuola facendo capire ai giovani il vortice in cui possono entrare nell'illusione di un arricchimento facile. Voglio ricordare che il Gap, il gioco d'azzardo patologico - perché così va chiamato e non ludopatia - è stato inserito nei Livelli essenziali di assistenza, i Lea”, per i quali sono dunque previste prestazioni gratuite da parte del Servizio sanitario nazionale. Lo sottolinea Emilia Grazia De Biasi, senatrice del Pd e presidente della dodicesima commissione permanente Igiene e sanità di Palazzo Madama, e che, da attenta conoscitrice del settore e delle sue problematiche quale è, guarda dunque con favore alle disposizioni inserite dal governo nella Manovra Bis, approvata ed entrata in vigore a giugno, e relative (oltre che all'inasprimento della tassazione per le slot e le Vlt e all'incremento della cosiddetta “tassa sulla fortuna”) anche alla riduzione del 34 percento del parco slot in Italia. Una misura che, a detta della senatrice, avrà un effetto positivo anche per quanto concerne la riduzione delle patologie o problematicità legate al gioco con vincita in denaro.

“Non basta curare – sottolinea nell'intervista pubblicata sul numero di luglio/agosto della rivista Gioco News - bisogna prevenire, riducendo anzitutto l'offerta di gioco: Quindi, ridurre le slot machine, oggi 400mila sul territorio nazionale, e dimezzando i punti gioco che sono 96mila sul territorio nazionale”.
Ma, tornando a parlare di prevenzione, quali sono i soggetti che devono essere direttamente chiamati in causa?
"La famiglia, la scuola e le istituzioni, la Conferenza Stato Regioni. Però, purtroppo, non è affatto automatico che le Regioni prevedano dei servizi sanitari di prevenzione e contrasto, Inoltre, occorre mettere il gioco in un contesto sistemico perché gli Osservatori sul gioco patologico, di per sé, se non sono legati a una programmazione e a puntuali interventi di monitoraggio, non servono a nulla. Abbiamo invece bisogno di politiche di prevenzione coordinate”.
La fine della legislatura potrebbe essere vicina e tra i tanti disegni di legge di cui era stato avviato l'iter in Senato figura anche quello sul gioco che porta la firma di Franco Mirabelli, del Pd. Lei pensa che ci sarà modo di riprendere l'esame, dopo che è stato messo in stand by ormai da diversi mesi, in attesa anche che si arrivasse a un'intesa in sede di Conferenza Unificata, obiettivo fissato dalla legge di Stabilità 2016 per il 30 aprile dell'anno passato ma che si è progressivamente spostato in avanti nel tempo?
“Mi auguro di sì, in Parlamento c'è molta carne al fuoco. Penso che si debba  procedere magari per gradi ma avviando un processo irreversibile. Serve una riforma che provi a dare un po' di omogeneità nazionale perché sino a oggi si sono registrate situazioni a macchia di leopardo. Una qualche omogeneità è dunque necessaria, la quale non metta in dubbio il potere degli enti locali ma che cerchi di porre un freno al problema della frantumazione”.

 

Articoli correlati