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Divieto pubblicità gioco e riforma del calcio, seduta decisiva al Senato

25 febbraio 2025 - 10:07

In commissione Cultura del Senato prosegue l'esame dell'atto per la riforma del calcio, previsto il ritorno della pubblicità indiretta al gioco per trovare nuovi fondi.

Scritto da Fm
©  Adeniuso Gomes / Pexels

© Adeniuso Gomes / Pexels

Le sedute di questa settimana della commissione Cultura del Senato potrebbero essere decisive per il ritorno della pubblicità indiretta del gioco con vincita in denaro.

All'ordine del giorno fra oggi 25 febbraio e giovedì 27 figura il seguito dell'esame dell'atto "Prospettive di riforma del calcio italiano", che conterrebbe la possibilità per gli operatori di gioco di tornare a esporre i propri marchi negli stadi, con banner o cartellonistica, e a sponsorizzare eventi sportivi.

Il tutto con l'obiettivo di supportare il mondo del calcio, visto che il divieto di pubblicità indiretta – introdotto nel 2018 con il decreto Dignità, all'’articolo 9, comma - è costato 100 milioni l’anno ai club di Serie A.

L’1 percento di quanto raccolto sarebbe destinato al fondo per i nuovi stadi, a investimenti nei settori giovanili, nel calcio femminile, associando percorsi di contrasto alla ludopatia, come chiesto più volte e anche recentemente dal presidente della Federazione italiana giuoco calcio, Gabriele Gravina.

Ma anche da quello della Lega di Serie A, Lorenzo Casini, e dal ministro dello Sport, Andrea Abodi.

Richieste che avevano quindi portato all'inserimento nello schema di decreto legge "Misure urgenti in materia di cultura", all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 23 dicembre scorso, l'esclusione dal campo applicativo dell'articolo 9 del decreto Dignità "la pubblicità indiretta, al fine di permettere una migliore interpretazione della disciplina del gioco lecito, oggetto di concessioni pubbliche e che, in quanto tale, produce anche effetti positivi per la finanza pubblica".

Una misura poi espunta dalla versione definitiva del decreto legge approvato dall'Esecutivo e dal testo bollinato.

Agli inizi di febbraio poi è emersa la possibilità che l'Agcom, Autorità garante delle comunicazioni, riveda le sue Linee guida che interpretano il divieto di pubblicità disposto dal decreto Dignità e ormai risalenti al lontano 2019.

Al momento nulla di concreto, vediamo se l'atto per la riforma del calcio all'esame del Senato riuscirà nell'intento.

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