Imposta unica scommesse, avvocato Agnello: 'Ctd esonerati'
Per la prima volta un giudice di secondo grado statuisce che l’operatore estero Stanleybet deve pagare l’imposta unica sui ricavi come i concessionari.
Scritto da redazione
L'avvocato Daniela Agnello
La Corte di giustizia di secondo grado di Milano statuisce che l’imposizione dev’essere calcolata sui ricavi dell’attività del bookmaker Stanleybet.
Con due sentenze i giudici tributari di secondo grado accolgono le istanze difensive dell’avvocato Daniela Agnello e invitano l'Agenzia delle dogane e dei monopoli a rideterminare l’imposta unica sulle scommesse alle medesime condizioni dei concessionari statali.
Oggetto del giudizio erano gli avvisi di accertamento in materia di imposta unica sulle scommesse che l’Agenzia aveva quantificato secondo la normativa sanzionatoria prevista per le attività illecite.
La difesa ha contestato il metodo di quantificazione dell’imposta utilizzato dall’Adm e ha chiesto l’applicazione dell’imposta nei termini e nelle modalità previste per i concessionari statali.
La Corte di giustizia tributaria ha accolto le domande dello Studio legale Agnello censurando la posizione dell’Agenzia che rifiuta di assimilare la società maltese agli operatori italiani e tralascia le ripetute domande della Stanley, fin dal 30 giugno 2016, di collegamento al totalizzatore nazionale.
L’avvocato Agnello dichiara: “La società Stanleybet ha riconosciuto in più sedi la debenza dell’imposta unica e ha reiteratamente presentato proposte di conciliazioni del contenzioso tributario. La radicale trasformazione dell’imposta unica in imposta diretta per effetto della legge di Stabilità 2016 consente la rimozione della situazione di oggettiva disparità di trattamento del bookmaker Stanleybet con i concessionari statali. I giudici tributari di Milano hanno applicato la legge alla società anglo-maltese escludendo l’applicazione della sanzione tributaria richiesta da Adm con esonero dei Ctd dal pagamento dell’imposta”.