skin

Scommesse e Ctd: tra centri illeciti con logo Aams e il clone del 10eLotto

31 marzo 2016 - 10:12

Continua il viaggio nel gioco sommerso di GiocoNews.it che scopre nuove forme di illegalità, come il clone del 10eLotto.

Scritto da Ac
Scommesse e Ctd: tra centri illeciti con logo Aams e il clone del 10eLotto

Continua la protesta degli operatori titolari di concessioni 'storiche' per la raccolta di scommesse che chiedono tutela allo Stato. E dall'inchiesta condotta da GiocoNews.it sullo stato della nuova rete di raccolta – intesa come quella costituita dalle Agenzie e Corner titolari di concessione a cui si sono aggiunti i 2196 punti vendita “ex” Ctd  provenienti dalla “sanatoria” del 2015 – e su quella parallela dei centri non autorizzati che continuano ad operare sul territorio, emergono nuovi fenomeni e altre forme di illegalità.

Come, per esempio, l'offerta di un gioco del tutto simile al popolare 10eLotto di Lottomatica - evidentemente illecito – salvo essere offerto sotto altro nome (il più gettonato sembra essere “Keno”) ma che consente vincite addirittura più facili rispetto al gioco di Stato. Spesso addirittura con estrazioni su 80 numeri invece dei 90 previsti dal gioco del Lotto e i suoi derivati, ma sempre con sorteggi ogni 5 minuti come nel gioco da ricevitoria.
IL LOGO AAMS SU CENTRI ILLEGALI - Non solo. Un altro fenomeno denunciato a GiocoNews.it dagli addetti ai lavori è quello dell'utilizzo del logo dei Monopoli di Stato in alcuni Centri di trasmissione dati del tutto irregolari, che non hanno mai aderito alla procedura di regolarizzazione fiscale per emersione prevista dalle ultime due Leggi di Stabilità. Un'iniziativa che, secondo le segnalazioni di alcuni addetti ai lavori, sarebbe utilizzata da qualche operatore (ma per fortuna, una stretta minoranza), e anche da molto prima dell'entrata in vigore della sanatoria. Si tratta quindi di una sorta di specchietto per le allodole che potrebbe attirare l'attenzione di qualche giocatore in più: o, peggio ancora, di un autentico raggiro, in quanto un giocatore mediamente informato potrebbe decidere di entrare in quel centro proprio credendolo regolare, vedendo esposto il marchio dello Stato. Certo, per un utente esperto, farebbe scattare l'allarme la totale assenza di riferimento a un numero di concessione, che viene invece indicata da tutti i concessionari effettivamente autorizzati. Ma chi conosce un minimo il settore sa bene che gli scommettitori non sono necessariamente inclini a verifiche di un certo tipo per quanto riguarda la liceità del soggetto che propone le giocate. E questo non fa altro che aggravare l'abuso di utilizzo del marchio.
 
CTD ILLECITI E 'SANANDI' - Dalle verifiche compiute da GiocoNews.it sul territorio, in effetti, è emerso qualche caso di Centri trasmissione dati che oltre a operare indisturbatamente accanto ad agenzie autorizzate (ma questo non fa più notizia), proponevano anche in bella vista il logo dell'Agenzia dei Monopoli. Certo, va detto, nella maggior parte dei casi verificati dalla redazione, si trattava di centri che, secondo quanto appreso nelle scorse settimane, avrebbero aderito alla nuova procedura di regolarizzazione prevista dalla Stabilità per il 2016 avendo quindi avviato l'iter per la messa in regola: sta di fatto però che all'interno di tali centri si continua a scommettere ancora oggi su un circuito non regolare e l'utilizzo del marchio Aams appare quindi quanto meno “avventato”.
I RISCHI PER I TRASGRESSORI - Ma cosa rischia il soggetto che espone in maniera impropria il logo dei Monopoli di Stato? La legge parla chiaro: il logo Aams fa parte del marchio "gioco legale e responsabile" e deve caratterizzare le specifiche filiere controllate da Aams (oggi Agenzia dei Monopoli) per il carattere di legalità che possono vantare. Esiste anche una circolare specifica sul tema, la quale specifica che “L'utilizzo abusivo dei marchi è punito dall'art. 473 cp sulla 'Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni'.  Chiunque, potendo conoscere dell'esistenza del titolo di proprietà industriale, contraffà o altera marchi o segni distintivi, nazionali o esteri, di prodotti industriali, ovvero chiunque, senza essere concorso nella contraffazione o alterazione, fa uso di tali marchi o segni contraffatti o alterati, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 2.500 a euro 25.000. Soggiace alla pena della reclusione da uno a quattro anni e della multa da euro 3.500 a euro 35.000 chiunque contraffà o altera brevetti, disegni o modelli industriali, nazionali o esteri, ovvero, senza essere concorso nella contraffazione o alterazione, fa uso di tali brevetti, disegni o modelli contraffatti o alterati. I delitti previsti dai commi primo e secondo sono punibili a condizione che siano state osservate le norme delle leggi interne, dei regolamenti comunitari e delle convenzioni internazionali sulla tutela della proprietà intellettuale o industriale”.
Il reato è peraltro aggravato ai sensi dell'art 474-ter.: Se, fuori dai casi di cui all'articolo 416, i delitti puniti dagli articoli 473 e 474, primo comma, sono commessi in modo sistematico ovvero attraverso l'allestimento di mezzi e attività organizzate, la pena è della reclusione da due a sei anni e della multa da 5.000 a 50.000 euro. Si applica la pena della reclusione fino a tre anni e della multa fino a euro 30.000 se si tratta dei delitti puniti dall'articolo 474, secondo comma.

Altri articoli su

Articoli correlati