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Rottamazione slot: da riduzione a sfida di qualità, con nuovi oneri

06 giugno 2018 - 09:24

Da maggio sono scattate le dismissioni degli apparecchi da intrattenimento e le nuove procedure di rottamazione: ma oltre a nuovi oneri, per gli operatori si presenta una nuova sfida.  

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Rottamazione slot: da riduzione a sfida di qualità, con nuovi oneri

 

La riduzione del parco macchine delle new slot è partita da tempo, e ad oggi, è pressoché completata, con le procedure di dismissioni degli apparecchi da intrattenimento che vengono ultimate in queste ore dagli addetti ai lavori. Intanto, negli stessi giorni, sono state anche avviate le procedure di rottamazione che rappresentano l'altra grande novità introdotta dal Legislatore durante l'anno corrente e sempre a partire dallo scorso primo maggio. Anche se, su questo fronte, gli operatori stanno incontrando qualche difficoltà per via di un processo tecnico e amministrativo evidentemente ancora da rodare. E che si sta perfezionando proprio in queste ore.

Ma cosa significa, effettivamente “rottamare” una slot? E cosa dovranno fare, in concreto, gli addetti ai lavori della filiera degli apparecchi?

Una serie di domande che GiocoNews.it ha posto agli esperti: intervistando, per esempio, il direttore del Consorzio nazionale Ecoped, Giuliano Maddalena, leader nella gestione dello smaltimento di rifiuti elettronici, in un articolo di approfondimento pubblicato sul numero di maggio della rivista Gioco News, di cui riportiamo nel seguito un estratto.
 
COME AFFRONTARE LA ROTTAMAZIONE - Fare di necessità virtù, recita un antico proverbio, che non passa mai di moda. E che diventa ancor più attuale oggi, nel settore degli apparecchi da intrattenimento, con l'obbligo di rottamazione delle slot imposto dal legislatore a partire da questo mese. Con la pubblicazione delle scorse settimane del decreto dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli relativo allo smaltimento delle macchine da gioco che vengono dismesse dagli operatori in seguito al processo di riduzione - come anticipato da questo quotidiano – viene introdotto l'onere della gestione del “fine vita” degli apparecchi, per tutte le macchine da gioco dismesse “per le quali sia venuta meno l’efficacia dei relativi titoli autorizzatori rilasciati da Adm per dismissione, anche dovuta a revoca o decadenza dei nulla osta, e che siano stati privati dei dispositivi di controllo di Adm”. Allo scopo di evitare possibili utilizzi illeciti. Con tanto di scadenza temporale fissata “entro il termine di 6 mesi dalla cessazione di efficacia dei relativi titoli autorizzatori”. Offrendo anche un'alternativa allo smaltimento e alla distruzione, prevista nella cessione e trasferimento della macchina dismessa ai produttori di apparecchi di gioco o all’estero, ma dietro a precise regole e all'individuazione di precise responsabilità e, quindi, sotto a rigide sanzioni.

Per una nuova procedura da gestire per le imprese di gestione titolari degli apparecchi che finiscono nei locali (e ritornano nei magazzini), la quale, tuttavia, può (e deve) essere vista coma un processo virtuoso, in grado di fornire un valore aggiunto alla filiera, a livello industriale e professionale.

Ha visto la norma sulla rottamazione delle slot e cosa ne pensa?
“Preso atto della decisione legislativa di voler operare una riduzione del parco slot, quello che posso dire, da un punto di vista tecnico, è che il decreto inquadra bene le regole di azione attorno alle quali dovrà essere eseguita la rottamazione. Offrendo un'attuazione pratica piuttosto dettagliata della volontà del Legislatore di ridurre il numero delle macchine, spiegando come fare a gestire correttamente il rifiuto. E questo, diciamolo pure, è già un ottimo inizi. Detto questo, non ho dubbi rispetto al valore industriale di questo processo, di cui ci occupiamo da anni in altri settori, poiché si tratta di un iter che offre garanzie all'esterno e certifica la qualità di una filiera. Che diventa ancora più importante in un settore come quello del gioco, in cui si trattano macchine con profilo fiscale, che rende ancor più necessario e opportuno fare le cose nel migliore dei modi”.

Quali sono i vantaggi per un operatore nel rivolgersi a un consorzio?
“Il consorzio nasce per mettere gli operatori nelle condizioni di poter adempiere agli obblighi di gestione dei beni a fine vita in maniera sicura ed efficace, rispetto a un processo generalmente piuttosto complesso e anche ricco di possibili insidie. Il vantaggio è quindi già racchiuso nel fatto di avere un partner unico in tutta Italia che autorizza i fornitori in loco dopo aver eseguito tutti i controlli preventivi del caso e quelli a posteriori. C'è una fase enorme di gestione del rifiuto, che parte dall'identificazione dei soggetti idonei e certificati, prima di arrivare al ritiro e allo smaltimento effettivo e tutto questo viene eseguito e garantito dal consorzio: sollevando l'operatore dalle incertezze e offrendo quindi una garanzia non solo di qualità di servizi ma anche di perfetto adempimento delle norme. Essendo noi ad occuparci del ritiro dell'apparecchio da rottamare, il gestore avrà la certezza del totale rispetto di tutti gli adempimenti, sgravandosi la piena responsabilità rispetto al processo di smaltimento. Garantiamo cioè che tutta la gestione del rifiuto sia sotto controllo”.


Crede quindi nella possibilità di avviare un processo virtuoso anche nel settore degli apparecchi da intrattenimento?
“Assolutamente sì, ne sono certo. Rottamiamo da dieci anni gli elettrodomestici che sono delle  apparecchiature elettriche esattamente analoghe a quelle da intrattenimento e lo facciamo attraverso una filiera controllata. In un processo virtuoso per definizione, che permette di avere certezza di tutte le fasi del processo, dal ritiro del prodotto a tutte le fasi successive. Normalmente il gestore non ha il controllo né la visione di quello che avviene dopo il ritiro del suo rifiuta, ma ne ha comunque una parte di responsabilità, anche se spesso sfugge questo concetto. Ma è proprio questo uno dei nostri maggiori punti di forza: in Ecoped, in particolare, usiamo dal 2010 un disciplinare  sulla gestione del rifiuto che si chiama Ecogard, di nostra proprietà, che è l'unico in Europa che permette di tracciare l'intero processo di smaltimento dell'elettronica di consumo, che varia dagli elettrodomestici, alle apparecchiature per il tempo libero, a quelle dell'Information technology. Tutto questo genere di rifiuto attraverso noi è tracciato dal ritiro del prodotto fino al completo smaltimento e al riutilizzo dei materiali in un successivo prodotto. E gli stessi processi verranno adottati ora nel settore degli apparecchi da intrattenimento”.

 

Quali servizi ritiene di poter offrire agli operatori del gioco?
“In generale, oltre a quanto detto poc'anzi, quello che facciamo è mettere a disposizione una rete capillare di ritiro in tutta Italia, con mezzi autorizzati e sistematicamente controllati, che permettono e garantiscono un ritiro controllato e certo delle apparecchiature dismesse. Inoltre abbiamo anche un servizio per lo smaltimento fiscale che permette di vincere la presunzione di cessione 'in nero' di un rifiuto, coinvolgendo la Guardia di Finanza e gli altri organi competenti nel processo di distruzione. Chi si rivolge a noi, quindi, si potrà permettere davvero di dire: 'ho chiamato Ecoped, pensano loro a tutto', quando gli chiederanno di documentare la rottamazione dei propri apparecchi”.

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