Francesco Mogol: 'Non chiamatemi figlio d'arte'
Rapetti l tra ricordi d'infanzia e progetti professionali, senza trascurare la beneficenza, racconta a Gioco News la sua storia.
Un po' ternano un po' milanese. Ecco a noi e a voi Francesco Rapetti Mogol, figlio del famoso paroliere di Lucio Battisti, che a Gioco News parla dalla sua infanzia, dai tanti cambiamenti professionali che ci sono stati nella sua vita e che oggi si definisce un uomo “on stage”.
Dall'Umbria in viaggio verso il resto di Italia e del mondo, musicista e calciatore: oggi chi è davvero Francesco Rapetti Mogol? “In realtà l’Umbria è stata una parentesi del mio periodo liceale perché sono milanese! Diciamo che nel periodo universitario mi sono divertito a spaziare in vari ambiti seguendo le mie passioni che erano la musica e il calcio, poi il vero cambio di marcia è avvenuto successivamente alla mia laurea, quando ho capito che non dovevo e potevo più perdere tempo, puntando con professionalità e dedizione, verso il mio reale obiettivo (oltre che mia naturale predisposizione) che era ed è quello di diventare un bravo conduttore”.
Che ricordi ha lei di Francesco bambino e al momento che progetti ha? “Era sicuramente un bambino super attivo, un po’ approssimativo del punto di vista scolastico, riassumerei dicendo che ero un po’ 'selvaggio'. I progetti che sto ora seguendo sono tutti legati alla conduzione di programmi che stiamo confezionando con un gruppo di lavoro straordinario. Speriamo che i frutti arrivino presto. Certo è che stiamo tutti mettendoci grande passione. Una curiosità: lavoro moltissimo come testimonial e anchorman nel settore aziendale nel campo della formazione, un approccio completamente diverso da quello dello show ma che mi ha formato e mi dà soddisfazioni diverse".
La sua carriera è multiforme. Tante le sue esperienze nel mondo della radio e della Tv. Attualmente è impegnato con le quattro serate speciali di Gran Galà a scopo benefico di Sisal Win City. Che ci può dire a questo proposito? “Con un gruppo di lavoro fantastico abbiamo creato queste quattro prime serate di varietà che sono sicuro potranno avere un futuro anche in ambito televisivo. La prima puntata è andata ben oltre le aspettative e soprattutto ci siamo tutti molto divertiti. C’è un team dedicato a questi eventi in Sisal molto competente, professionale e moderno. Questo, in abbinamento al team esterno e alla conduttrice Tabata Caldironi, ha reso possibile la realizzazione di un evento così ben riuscito. La cosa però più bella è che, seppur siamo ancora in una fase iniziale, si fa anche beneficenza, cercando di abbinare il divertimento alla solidarietà. Direi che è quasi la quadratura del cerchio”.
In tema di gioco, lei è un appassionato di questo mondo che spazia dal tradizionale bingo alle sale da gioco, al casinò? “Onestamente non gioco perché ho una vita talmente piena che il poco tempo che a volte mi rimane cerco di dedicarlo a mio figlio o a fare sport”.