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Industria del gioco, Napoletano: 'Tra equilibrio e trasparenza'

05 gennaio 2019 - 06:59

Roberto Napoletano evidenzia come il gioco sia parte integrante dell'industria dell'intrattenimento e una componente rilevante dell'economia italiana.

Scritto da Anna Maria Rengo

“Il Teatro dell'Opera del Casinò di Sanremo è un luogo accogliente e di cultura, non solo un punto di riferimento per il gioco. Ho trovato interessante proprio la dimensione culturale della location, e il fatto che ci fosse un pubblico attento, con un alto livello di ascolto e di partecipazione”.

Parola di Roberto Napoletano, già direttore de Il Messaggero e de Il Sole 24 Ore, che in qualità di scrittore ha presentato, nell'ambito dei Martedì Letterari del Casinò di Sanremo, la sua ultima fatica letteraria, “Il cigno nero e il cavaliere bianco”.
 
Napoletano si sofferma ancora sui casinò, analizzando se, a dispetto della crisi, possano essere tuttora uno volano per lo sviluppo turistico del territorio di riferimento.
“Credo che rappresentino ancora un'attrazione. Ovviamente, però, la passione per il gioco va vissuta in modo sano e trasparente. Questa è la prospettiva giusta, elemento assolutamente decisivo, e il resto viene di conseguenza”.
 
 
Anche se il giornalista e scrittore afferma di non essere troppo esperto di gioco e delle politiche governative che si sono succedute in materia, da attento osservatore (oltre che attore!) dei mass media, concorda come la loro attenzione nei suoi confronti sia stata crescente: “Il gioco è un pezzo di economia rilevante, è chiaro che fa parte dell'industria dell'intrattenimento. Per me componenti fondamentali sono la trasparenza e le regole: questo è l'alveo che può dare la possibilità di far crescere altro”.
 
Lei ritiene che l'Italia abbia superato la grande crisi e che abbia motivo di guardare con ottimismo al futuro?
“Anche se il cigno nero non può più tornare, il rischio più significativo per il nostro Paese è di pagare un prezzo più alto per la sfiducia che il mondo può tornare ad avere nei confronti dell'Italia. In realtà lo Stato non sa dove trovare i soldi per pagare i suoi debiti. Vendere illusioni ai nostri giovani è molto pericoloso. Bisogna essere credibili, seri, realisti, e questo ci consentirà anche di essere legittimati in Europa e di poter cambiare l'Europa in profondità”.

L'OPERA - Colloqui riservati a tutti i livelli, italiani e internazionali, segreti, rivelazioni scottanti, protagonisti e comparse che si intrecciano come in un romanzo thriller, in cui la posta in palio è altissima e molto reale. Una storia che inizia nel novembre del 2011, quando si abbatte sull’Italia il Cigno nero – la tempesta perfetta dei mercati – e arriva fino ad oggi, allo scontro aperto su Bankitalia e le macerie del sistema bancario italiano. Attraverso nuovi incontri inediti e prove documentali, Napoletano riscrive la storia della grande crisi italiana, la crisi sovrana e la crisi bancaria, mettendo a nudo responsabilità nascoste. Il complotto non esiste, l’Italia non diventa la nuova Grecia, ma paga salato il conto dell’errore fatale di Trichet, allora presidente della Banca centrale europea. Pesano sul paese gli interessi geopolitici dei nostri “cari alleati” e si allungano le mani predone della finanza d’Oltralpe. A salvarci sarà l'arrivo di un cavaliere bianco, il nuovo presidente della Bce Mario Draghi. Intanto gli italiani vivono la parabola di Berlusconi, i sacrifici del governo Monti, i tentativi del giovane Letta, il coraggio e le trame di Renzi. È il passaggio tra un mondo vecchio e il mondo di oggi.

LUI CHI E'?! - Roberto Napoletano nasce a La Spezia il 22 maggio 1961, nel 1976 si trasferisce a Nola (Na). Proprio a Napoli inizia a scrivere su Napoli Oggi e Napoli Notte, e viene assunto al Mattino nel 1984, dove cura da caposervizio il supplemento Lettera Sud, diventando poi responsabile dell'economia. Nel 1994-1995 è capo del servizio economico del quotidiano L'Informazione. Nel 1996 approda a Il Sole 24 Ore come caposervizio, poi caporedattore dell'economia italiana e infine vicedirettore presso la redazione romana.
Il primo febbraio 2006 ha assunto la direzione de Il Messaggero di Roma dopo esserne stato condirettore dal 1º settembre 2005. È stato direttore de Il Sole 24 Ore dal 24 marzo 2011 al 13 marzo 2017. Nel corso del suo mandato è stato anche direttore editoriale del Gruppo 24 Ore dal 1° marzo 2012 e, dal 19 giugno 2013, direttore dell'emittente Radio24, dell'agenzia di stampa Radiocor, di Guida al Diritto e di tutte le testate dell'Area Professionale.

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