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La fortuna nella mia coscienza

24 aprile 2013 - 16:39

Uno pseudonimo che evoca nomi notissimi della storia della musica leggera italiana: l’indimenticato Lucio Battisti su tutti e poi Adriano Celentano, Gianni Morandi, Caterina Caselli, Dik Dik, Fausto Leali, Pfm, solo per citare alcuni degli artisti che hanno fatto conoscere al mondo intero i suoi ‘pensieri e parole’.

Scritto da Redazione GiocoNews

Mogol, nome d’arte di Giulio Rapetti (ma dal 30 novembre 2006 è stato autorizzato dal ministero dell’Interno ad aggiungerlo al proprio cognome) è uno che con le parole ha saputo mettersi in gioco, ha saputo comporle in testi che hanno travalicato i confini nazionali. Se dunque la giocosità, intesa come predisposizione a sottoporre la creazione artistica a regole mescolate a estro, fa parte integrante del suo modo di essere e di lavorare, anche la fortuna, nella sua carriera artistica, ha avuto e ha un ruolo fondamentale: “Conta, eccome! La cosa più importante, a mio modo di vedere, è l’autogratificazione, nel senso che dobbiamo avere coscienza del fatto che se abbiamo raggiunto alcuni traguardi è anche grazie alla fortuna. Questa però deve essere una consapevolezza interna, più che una manifestazione esterna”. E naturalmente, contano molto anche altri fattori. Uno su tutti: “Il talento, ma tenendo ben presente che tutti ce l’abbiamo, l’importante è coltivarlo. Non è pensabile che Dio ci abbia dato naso, occhi, bocca e poi ci abbia negato il talento. Poi c’è chi ne ha di più e chi di meno, ma questo si misurerà alla fine e sarà anche proporzionale allo studio e alla dedizione con cui l’abbiamo fatto crescere. Tutt’altro discorso è il genio: esiste, certo, ma è rarissimo, uno su dieci milioni!”.

Ma per Mogol, curatore della prefazione del libro di poesie di Jerry Guacci ‘Innanzi tempo’ che sull’onda di una malinconica fantasia si immedesima in un uomo molto avanti negli anni e che guarda a quelli passati, non è ancora tempo di bilanci. Tante avventure professionali lo aspettano e nella sua vita c’è spazio, e tanto, per la sua grande passione complementare alla musica, ossia quella per il calcio. Nel 1975, assieme a Gianni Morandi, Paolo Mengoli e Claudio Baglioni, è stato il fondatore della Nazionale italiana cantanti, che con le sue partite a scopo benefico ha sostenuto tante iniziative umanitarie e proprio con questa maglia ha disputato 279 partite, segnando 33 gol: “E gioco ancora!”, assicura con un pizzico di orgoglio. “Del calcio mi piace soprattutto l’aspetto sportivo, mentre mi sono sempre tenuto abbastanza fuori da ciò che lo collega invece al gioco con vincita in denaro. Schedine, scommesse, per me sono solo pura fortuna e al momento di avvicinarmi al mondo del calcio mi piace viverlo sul campo!”.

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