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Videogame, Aesvi: 'Maggiore informazione a famiglie e genitori'

17 settembre 2015 - 15:29

Aesvi, l’associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia, esprime la sua posizione sulla proposta di legge di Scelta Civica.  

Scritto da Sm

“L’industria dei videogiochi è da sempre impegnata nella tutela dei minori, ma ritiene che questo obiettivo debba essere realizzato in un’ottica di responsabilità condivisa tra industria, istituzioni e agenzie educative quali famiglie e scuole, senza demonizzare il videogioco in quanto mezzo e senza porre l’industria di riferimento in una posizione di disparità di trattamento rispetto ad altri settori”. Lo sottolinea Aesvi, l’associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia, commentando la presentazione della proposta di legge ‘Norme a tutela dei minori in materia di diffusione e vendita di videogiochi violenti e/o pornografici’, presentata a Roma nell’ambito da un gruppo di parlamentari di Scelta Civica insieme al Moige.

 

L’associazione “per quanto del tutto favorevole alla finalità della proposta di legge, intesa quale tutela dei minori dalla diffusione e dalla vendita dei videogiochi destinati ad un pubblico adulto, ritiene che le soluzioni proposte necessiterebbero invece di alcuni importanti ripensamenti. Prima di tutto l’Associazione reputa importante sottolineare che il Pegi non è il frutto di una mera autoregolamentazione, come si desume dalla proposta di legge, ma è al contrario un sistema di classificazione nato su impulso della Commissione Europea e che gode di supporto regolamentare da parte di molti governi degli stati membri. Il Pegi è inoltre supervisionato da due enti indipendenti quali il Nicam (Netherlands Institute for the Classification of Audiovisual Media) e il Vsc (Video Standard Council). Questi due enti hanno il compito di esaminare i videogiochi prima della loro messa in commercio, confermando o non confermando la classificazione proposta dal produttore/editore sulla base di un questionario di valutazione, elaborato e costantemente aggiornato da un gruppo di esperti indipendenti a livello europeo. Il sistema si basa, infine, su un codice di condotta che è adottato dalla larga maggioranza degli operatori del settore (ad oggi si contano infatti oltre 850 firmatari in Europa) e che prevede sanzioni anche economiche fino a 500.000 euro in caso di violazioni a carico degli editori e degli sviluppatori. Da questo punto di vista, uno degli aspetti più controversi del disegno di legge è la proposta di prevedere una riclassificazione dei videogiochi soltanto per l’Italia, nel caso in cui si ritenga che la classificazione attribuita dal Pegi non sia adeguata. Una scelta di questo tipo rischierebbe di avere un impatto disastroso su un mercato che si muove secondo logiche internazionali e di creare confusione nei consumatori, che da oltre 10 anni sono abituati a scegliere i videogiochi sulla base della classificazione Pegi. Al giorno d’oggi, peraltro, i consumatori stessi sono esposti in maniera crescente a videogiochi provenienti da diverse parti del mondo, anche in considerazione dell’aumento esponenziale del mercato digitale. Di recente, peraltro, è stata fondata l’International Age Rating Coalition (Iarc), una coalizione formata dagli enti che si occupano di classificazione dei videogiochi nel mondo, con l’obiettivo di fornire un processo simultaneo di assegnazione del rating a livello globale per i videogiochi digitali e per le app mobile. Per quanto riguarda, invece, i rivenditori, l’introduzione di un divieto di vendita di videogiochi non adatti ai minori può sembrare, a prima vista, una soluzione efficace, ma di fatto potrebbe applicarsi con certezza solo ai negozi tradizionali e favorire una migrazione ulteriore dei consumi sul mercato digitale, dove è invece più difficile ipotizzare qualsiasi forma di controllo. Va tenuto in considerazione che oggi la distribuzione fisica dei videogiochi rappresenta solo una parte del mercato, peraltro in contrazione, mentre la distribuzione digitale ha una prospettiva di crescita esponenziale soprattutto con lo sviluppo della banda larga”.
L'EVENTO IN COMMISSIONE CULTURA - In conclusione, l’associazione “si augura che si possa lavorare in un’ottica di collaborazione con le Istituzioni italiane per promuovere una maggiore informazione alle famiglie e ai genitori, anche al fine di valorizzare gli elementi positivi dei videogiochi. A parere dell’industria, infatti, il terreno su cui si dovrebbe agire in via principale è l’asimmetria informativa che spesso esiste tra genitori e figli in materia di videogiochi. I genitori dovrebbero essere consapevoli delle opportunità e anche dei possibili rischi connessi all’utilizzo di videogiochi non adatti all’età dei loro figli, al fine di esercitare la loro responsabilità parentale in modo informato. In questo senso l’associazione esprime il suo pieno apprezzamento per l’evento organizzato dalla Commissione Cultura della Camera dei Deputati il prossimo 1 ottobre a Roma sul tema ‘A proposito di videogiochi. Riflessioni, proposte e osservazioni sul mondo dei videogame in Italia’. L’evento sarà un momento di confronto aperto tra istituzioni, esperti e operatori del settore per approfondire il tema dei videogiochi da diversi punti di vista, come mercato e prospettive di sviluppo per il made in Italy, rapporto con le giovani generazioni in termini di opportunità e rischi e ruolo delle istituzioni. L'iniziativa mira anche a sensibilizzare insegnanti e dirigenti scolastici sull'utilizzo responsabile dei videogiochi e sul loro possibile uso per finalità educative, promuovendo la riduzione del digital divide tra le generazioni”.

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