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Le accuse a Facebook dall'ex manager confermano la gestione torbida del social network anche per il gambling online

05 ottobre 2021 - 16:56

Le pesanti accusa a Facebook dalla sua ex manager sulla sicurezza non ci sorprende vista la gestione generale dei social anche in riferimento al gioco d'azzardo. 

Scritto da Cesare Antonini
Le accuse a Facebook dall'ex manager confermano la gestione torbida del social network anche per il gambling online

Il crollo dei social network ha compromesso tantissime partite di calcetto, padel, incontri, chat ma anche l’organizzazione di partite private di poker ed eventi nei club. Ormai i gruppi Whatsapp, le pagine Facebook e persino le storie su Instagram, sono cruciali per molti gruppi di interesse. Ma questo si è risolto in sei ore e alla fine tutto è tornato come prima.

Ma il problema non è questo. Quello di cui vogliamo parlare nella nostra riflessione settimanale sono alcuni fatti che sono usciti in questi giorni in riferimento ad una ex manager del popolare social network che ha lanciato un’accusa importantissima: “I profitti più importanti della salute degli utenti”. Lei si chiama Frances Haugen e ha consegnato una ricerca interna ai legislatori e al Wall Street Journal sul modo in cui il social network gestisce contenuti e rischi per gli utenti. Facebook ha replicato: “Dal 2016 investimenti sulla sicurezza per 13 miliardi di dollari”.

Secondo la manager Facebook dà la priorità ai profitti rispetto al benessere dei suoi utenti. “C’erano conflitti di interesse tra ciò che era buono per il pubblico e ciò che era buono per Facebook”, ha spiegato domenica a “60 Minutes”, rilasciando la sua prima intervista in pubblico.

Ecco questo è quello che pensiamo noi dall’avvento del decreto Dignità. L’approccio di Facebook, che sappiamo bene viaggiare su un piano normativo praticamente sovraordinato, è stato assolutamente da censurare. Per applicare il divieto di pubblicità si è pensato bene di chiudere istantaneamente le pagine delle principali società di gioco, delle concessionarie Adm e quindi delle aziende legali. Per i poker players, invece, si è proceduto random, a macchia di leopardo o forse a simpatia o su segnalazione. Lo stesso per organizzazioni altrettanto legali per tornei di poker live. Sin da subito l’approccio non era sembrato limpidissimo.

E dove leghiamo il nostro ragionamento a quello della news del giorno? Beh al fatto che, sia sulle prime che successivamente, è stata data libertà a room e casino online dot com oppure ai procacciatori di conti gioco sempre per room illegali e altre diavolerie simili.
Sui club di poker live siamo sempre nel tracciato ambiguo creato dal regolatore e sulla mancata regolamentazione del gioco dal vivo.
Ma non ci sorprende affatto la rivelazione della ex manager vista la gestione aleatoria, o a questo punto scientifica e programmata, del social network che ha come primo obiettivo fare profitto. Al netto dell’inutilità del decreto Dignità crediamo che le questioni in oggetto vadano regolamentate anche se c’è sempre il timore di svegliare il can che dorme e di fare molto peggio dell’incertezza totale che abbiamo ora.

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