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Poker live in Texas, le room ‘grindano’ tasse e lo Stato li spende in avvocati

27 gennaio 2023 - 15:27

Il grande paradosso del poker live in Texas dove si spendono centinaia di migliaia di dollari per avvocati rinunciando alle tasse del gioco.

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Non possiamo di certo noi italiani, o almeno i nostri regolatori (noi addetti ai lavori in realtà sì!), puntare il dito contro altre ve quando si parla di gioco pubblico e poker live. Tuttavia il caso Texas inizia ad essere non solo paradossale ma anche uno dei peggiori esempi di come non gestire casi del genere.

La storia la stiamo raccontando puntata per puntata. Ci siamo però imbattuti in un dato che ci ha portato a fare questa breve riflessione: lo scorso anno la Texas Card House di Dallas, da sola, ha generato 1,1 milioni di dollari di entrate fiscali sulla proprietà e sul volume d’affari, mentre le spese legali e i fondi messi a disposizione per combattere il contenzioso coi club sospesi nel 2022, sarebbero schizzate a quota 550mila dollari. Ha veramente senso bruciare praticamente metà entrate fiscali del club di riferimento invece di regolamentare un gioco che finirebbe negli home games e nelle bische (vedi l’esempio dell’Olanda che abbiamo pubblicato in questi giorni) e metterebbe a repentaglio la sicurezza dei players oltre a non produrre nulla se non pericolo anche per quanto riguarda la tutela dei giocatori che vanno tenuti lontani dalle dipendenze? E davvero nel 2023, ormai, dobbiamo continuare ancora ad assistere alla miopia di alcuni regolatori spaventati dall’antico retaggio del poker manco fossimo rimasti nell’antico western coi coltelli infilzati sotto al tavolo?

Eppure giornalmente ci ritroviamo a dover sottolineare questi aspetti a tutti i livelli, dal peggiore bar di Caracas al migliore governo esistente a questo mondo.

A poker gli americani del Texas (e di tutto il mondo) continueranno comunque a giocare, tanto vale regolare con questo escamotage (ok, abbastanza lol visti i pot che girano nei club come quello di Doug Polk) cash e tornei e ottenere sostanziosi importi per il finanziamento dei tanti servizi di cui i cittadini hanno bisogno, dalla scuola alla manutenzione stradale o alla sanità anche se negli States le dinamiche da questo punto di vista sono assai differenti rispetto alla nostra realtà.

Ora il consiglio di Dallas ha deciso di sospendere tutto ma per aspettare altri fondi nella speranza che si riescano a convincere della pessima linea tenuta nei confronti delle card room dello Stato in questione. Anche perché, mentre la sospensiva alla chiusura consente ai club di operare, immaginiamo che i soldi delle tasse la città li preleverà comunque, giusto?

Ricordate la barzelletta dell’avvocato e del contadino di fronte ad un documento in vista di un processo del compianto Gigi Proietti? La situazione sembra somigliare davvero troppo a quel video divertentissimo: il brutto è proprio questo!

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