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Vaccinare e riaprire ma per poker live e gioco pubblico serve un cambio di approccio mentale

15 marzo 2021 - 16:41

Quali sono le prospettive del post lockdown di Pasqua? Vaccinare e riaprire ma per poker live e gioco pubblico serve un cambio di approccio mentale.

Scritto da Cesare Antonini

Il tema è sempre quello. Riaperture, riaperture, riaperture. Che si accompagna a, vaccinare, vaccinare, vaccinare. Noi ci interessiamo di poker live e di quello parliamo. Lo facciamo con fiducia, adesso, anche se ci sono alcuni elementi che ci fanno frenare gli entusiasmi perché non dipendono da noi e forse sono più duri da scardinare.

I fatti positivi sono la riapertura dei casino in Austria, nella vicinissima Austria e la ripresa del poker live in Usa dove, però, le vaccinazioni sembrano andare in maniera decisamente più spedite. Il concetto, però, è quello che si può e si può fare in sicurezza. 

E mentre scriviamo e il Governo Draghi aveva dato un imprinting importante e un cambio di marcia notevole alle azioni del piano vaccinazioni, arriva la sospensione del vaccino Astrazeneca che rappresenta una porzione importante delle dotazioni di dosi adesso in forze all’Italia. E meno vaccini, significa tempi più lunghi per pensare a qualche riapertura.

Ma quello che ci preoccupa di più è qualcosa di più impalpabile e di difficile da scardinare: la fermezza (e forse il timore?) delle decisioni del Comitato Tecnico Scientifico, del Ministro della Salute e quindi del Governo attualmente in carica, nel non volerne sentir parlare di convivenza col virus e, quindi, di riaperture delle attività sempre in uno stecca ben preciso e molto rigido dei protocolli sanitari.

Abbiamo già visto come all’estero i protocolli si studiano e si applicano. In Italia anche sono stati studiati per poi decidere di superarli dei renderli inapplicabili per il settore del gioco pubblico, rifugiandosi in drastiche e più semplici chiusure. Questo è quello che deve accadere: bisogna ripartire anche perché, tra le colpe dell’Europa, del Governo e dei vaccini, a pagare per i continui errori e ritardi non possono essere sempre e solo i cittadini.
Il che non significa mandare al macello giocatori e cittadini ma decidere di avviare questa fase di convivenza.
Noi, comunque, parlando della vicina Francia, avevamo parlato di possibili riaperture in linea col paese di Macron, e cioè dopo Pasquetta, il 6 aprile. Probabilmente sarà proprio così anche se questa grana del vaccino AstraZeneca non ci voleva.

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