Provo oggi a richiamare l'attenzione sullo stile, quindi su tutto ciò che riguarda gli ambienti in cui l’attività ludica si svolge.
Una rapida ricerca sul web mi aiuta a individuare la data di apertura del primo casinò al mondo che è stato il Ridotto di San Moisé a Venezia aperto nel lontano 1638 per trasferirsi negli anni ’50 nella sede del centro storico a Ca’ Vendramin, splendido palazzo che si affaccia sulla principale via d'acqua di Venezia, il Canal Grande.
È facile immaginare quale stile governasse al tempo gli ambienti in cui si praticava il gioco, lo stesso che ha caratterizzato e caratterizza tuttora i casinò di Baden Baden e di Monte Carlo che più mi hanno impressionato quando li ho visitati.
Lusso e sfarzo in ogni dettaglio, dai soffitti affrescati, ai ricchi tendaggi, alle tappezzerie in seta per passare ai pavimenti in legno intarsiato. Anche le attrezzature di gioco erano in linea con lo stile generale delle sale che erano animate da eleganti giocatori rigorosamente in smoking accompagnati da signore che indossavano abiti lunghi e costosissime stole di pelliccia.
Una prima rivoluzione dello stile è databile all’anno 1946 quando aprì il primo casinò a Las Vegas, il Flamingo Hilton, che per dimensioni si distinse fin da subito rispetto alla realtà europea, ma anche per un look decisamente più moderno e funzionale dovendo ospitare oltre ai tavoli da gioco anche le mitiche slot machine.
Un dettaglio che mi ha sempre incuriosito è il fatto che la tendenza nei casinò di oltreoceano, all’interno delle aree di gioco, è sempre stata quella di puntare sull’illuminazione artificiale di tutti gli ambienti con il preciso intento, nel corso della giornata, di eludere il passare del tempo e quindi regalare al giocatore una parentesi di divertimento infinita e indipendente dai normali ritmi di vita.
Una filosofia costruttiva poi mutuata, seppure non “in toto”, anche dalla maggior parte delle case da gioco europee. In termini di stile sopravvive il classico che è sempre più affiancato se non spodestato dalla nuova tendenza “minimal”, che piace perché esalta gli spazi e crea un’atmosfera rilassante. I casinò sposano sempre più anche il design che entra di prepotenza a caratterizzare, oltre agli ambienti, anche le attrezzature di gioco, quindi tavoli da gioco, sedie, sgabelli e tutti gli arredi delle zone comuni, bar, ristoranti, sale fumatori e zone relax. Le slot machine diventano loro stesse oggetti di arredo avveniristico, grazie ai maxi schermi di cui sono dotate per regalare straordinarie esperienze digitali anche audio.
Il percorso che ho raccontato con riferimento allo stile nel mondo dell’azzardo è stato abbastanza lento, come accaduto anche per altri innumerevoli aspetti. A mio parere e sostanzialmente per due ragioni: la prima è rappresentata dal fatto che il nostro mondo è decisamente conservatore, quindi molto cauto e attento nel recepire l’innovazione di cui teme gli eventuali effetti indesiderati; la seconda è rappresentata dal fatto che il cambiamento di norma comporta la necessità di affrontare investimenti importanti in termini economici.
In un mercato, come quello europeo, che non è certamente in una fase di espansione, è pertanto più che comprensibile che i gestori dello specifico business mantengano un profilo più orientato a garantire la continuità della gestione a dispetto di ristrutturazioni e di coraggiose azioni di marketing e commerciali che puntino all’innovazione.
Pare opportuno ricordare che in Italia alcune case da gioco hanno purtroppo dovuto affrontare momenti molto difficili dal punto di vista economico, una ha chiuso i battenti per un lungo periodo, un’altra si è dovuta confrontare con pesanti procedure fallimentari. Per fortuna in entrambi i casi i momenti più difficili sono ormai alle spalle e l’operatività è tornata ai livelli normali del passato.
Resta il fatto che il comparto nazionale, come ho avuto modo di scrivere più volte, soffre di una cronica assenza di innovazione. Non è tutta responsabilità dei gestori, anzi, il modello di business del gioco implementato dal nostro Stato non è ideale, anche se funziona, ma a mio parere potrebbe funzionare meglio se tenesse maggiormente in considerazione il potenziale che i casinò, ancora oggi, possono esprimere.