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Anche il gioco vuole la sua parte: e ora, forse, ce l'ha

15 aprile 2024 - 15:30

Nella settimana in cui l'Italia apre le porte al mondo intero con il Salone del Mobile di Milano e la Biennale di Venezia, a Roma debutta l'Italian Gamig Expo & Conference, celebrando l'industria come un'eccellenza.

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Il Gioco Pubblico rappresenta oggi, in un certo senso, l'altra faccia del Made in Italy. Proponendo, cioè, un'industria all'avanguardia e una vera e propria eccellenza dal punto di vista professionale e occupazionale, ma anche (e soprattutto) sotto il profilo della ricerca e dell'innovazione. Anche se tutto questo, purtroppo per chi vi lavora, non viene mai rappresentato: non solo in modo adeguato, ma neanche lontanamente citato né tanto meno riconosciuto. Con le uniche menzioni del settore sulla “stampa” (ricorrendo a una definizione novecentesca) che si limitano a riportare episodi di cronaca, se non addirittura fatti negativi, anche se marginali, come singoli casi di problemi patologici o di episodi di illegalità, che rappresentano sì temi di primaria importanza e sui quali accendere correttamente i riflettori, ma rimangono comunque singole situazioni e fortunatamente circoscritte a un numero esiguo di casi. Eppure, nonostante tutto, sono questi gli unici passaggi o quasi che emergono sui media oggi riguardo il gioco. Dimenticando tutto quello che c'è dietro a un prodotto e un servizio di intrattenimento (anche di “azzardo”, come si vuole definire), anche nello specifico riguardo di quegli stessi temi di cui si va ad esalta la negatività, quali appunto i rischi di gioco patologico o l'offerta di gioco illegale. Provate a pensarci un attimo: è come se da domani sentissimo parlare in tv o leggessimo sui giornali riferimenti all'industria vinicola soltanto in termini di rovina della società, tenendo conto dei danni gravi causati ogni anno dall'alcol (finanche la morte, per giunta), che peraltro sono molto molto più alti rispetti a quelli del gioco patologico. Oppure, ancora, se sentissimo parlare di auto e motori solo dal punto di vista delle morti su strada per l'alta velocità, chiedendo di vietare la produzione delle macchine o di limitarne la velocità. Invece tutto questo non solo appare improbabile, anzi impossibile, ma risulta completamente assurdo a tutti noi anche soltanto immaginare questo tipo di comunicazione. Eppure, è proprio ciò che accade all'industria del gioco pubblico, e da sempre (O tempora, o mores!): con gli addetti ai lavori che chiedono da troppo tempo riscatto, senza mai ottenerlo. Provando a recuperare quella dignità perduta, poiché strappata proprio dalla politica che tale industria dovrebbe difenderla, in quanto alleata dello Stato nella tutela della sicurezza e della legalità. Ma anche della stessa salute pubblica, visto che l'alternativa al gioco di Stato è il gioco illegale, assai diffuso prima della nascita di questo comparto (e ancora esistente ancora oggi) dove le garanzia per i giocatori non esistono affatto, neppure in termini di vincita, figuriamoci nel trattamento delle eventuali dipendenza.

Invece l'industria del gioco non solo ha fatto passi da gigante nel corso degli ultimi 15 anni, dal punto di vista professionale e industriale, ma anche normativo: ma è riuscita in questi ultimi anni a raggiungere anche livelli all'avanguardia per quanto riguarda la protezione dei consumatori. Ed è proprio questo ultimo aspetto che andrebbe a nostra avviso riconosciuto e valorizzato.

Per questa ragione nasce oggi l'evento Ige – Italian Gaming Expo & Conference, che si svolgerà a Roma questa settimana, nei giorni del 18 e 19 aprile, proponendosi di esaltare non il gioco in sé, ma il lavoro che quell'industria sta facendo per la costituzione di un ecosistema sostenibile. Ottenendo spesso risultati straordinari: quando però la politica lo consente, visto che spesso il freno – se non addirittura l'ostacolo – arriva proprio da pezzi dello stesso Stato che pur rappresenta l'azionista di riferimento del comparto. Che si tratti del governo di turno, come è accaduto più volte in passato, o di un'amministrazione locale o quant'altro. Nonostante tutto, dunque, l'industria continua a darsi da fase, e molto: come pure il regolatore che lo governa: e l'Ige di Roma sarà l'occasione per dimostrarlo, grazie alla presenza di una parte importante della filiera, oltre a quella dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, quale ente regolatore del settore. Un'occasione d'oro anche per mostrare il livello di eccellenza raggiunto dal settore agli occhi degli interlocutori internazionali: non è quindi un caso se l'evento capitolino ha raccolto l'attenzione di visitatori provenienti da tutto il mondo, riunendo (addirittura) 130 speaker provenienti anche dall'estero. Mettendo al centro, una volta tanto, l'Italia.

Nell'intento di dare al settore l'attenzione che merita. E se il debutto di IGE è finito col coincidere con quello di altri importanti eventi - questi di portata storica e non solo globale – come il Salone del Mobile di Milano e la Biennale di arte di Venezia, potrebbe essere un segnale incoraggiante. Per un'industria che vuole e merita di poter dire la propria, nel panorama industriale ed economico nazionale.

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