skin

Giochi e politica: segnali di schiarita dalla Camera

24 aprile 2023 - 11:15

All'indomani del primo intervento pubblico del nuovo direttore generale dell'Agenzia delle Dogane, si delinea un nuovo scenario per il gioco: positivo, almneo a parole, in attesa di vedere i fatti.

orizzonte.jpg

Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, per gli addetti ai lavori del comparto del gioco pubblico quelle che si prospettano davanti dovrebbero essere davvero delle belle giornate. Se non altro perché introdotte da segnali di schiarita, che sembrano iniziare a diradare le varie nubi che si erano avviluppate sul comparto, nel corso degli ultimi anni (e degli ultimi governi), a causa di una serie di decisioni sbagliate, maldestre, se non addirittura scellerate. Da quelle di natura fiscale, che hanno ridotto allo stremo i margini di una parte delle filiera, soprattutto sul ramo degli apparecchi da intrattenimento, a quelle generali di politiche sul territorio, fino al “capolavoro” di malapolitica rappresentato dal decreto Dignità che ha introdotto il ben noto divieto totale di pubblicità. Passando, però, per altre decisioni criticabili, prese in parallelo, come la riscrittura delle regole per le future gare di rinnovo delle concessioni, che avrebbero portato alla riduzione del numero di licenze online e di punti vendita a terra, in palese contrasto con le esigenze del mercato, che si riflettono poi in esigenze in termini di ordine pubblico. Non solo perché, come ben sappiamo, quando l'offerta di Stato risulta carente e non in grado di rispondere alla domanda dei consumatori, si viene a creare un vuoto che viene subito ricoperto da un'offerta alternativa, da parte dell'anti-Stato, cioè illecita e talvolta anche legata alla criminalità: ma anche per le distorsioni che tale carenza può provocare all'interno dello stesso circuito legale. Lo abbiamo visto, per esempio, con il fenomeno dei  cosiddetti Ctd (“Centri trasmissione dati”) prima, e con i Pvr (“Punti vendita ricariche”) poi. Con quest'utlimi che erano già presenti e utilizzati sul territorio negli anni precedenti, proprio per sopperire alla limitata distribuzione dei punti vendita di scommesse sportive nella Penisola, ma sono finiti col moltiplicarsi dopo che il Legislatore ha introdotto il divieto di pubblicità, che ha costretto gli operatori del gioco online di ricavarsi una rete di comunicazione “a terra” per poter raggiungere i consumatori. 
Una serie di situazioni, quele appena ricordate, particolarmente critiche e che aspettano da troppo tempo una soluzione che deve ancora arrivare, ma che potrebbe trovare risposte proprio all'interno di questa legislatura, tenendo conto dei vari movimenti che si stanno susseguendo all'interno dei Palazzi romani, da cui ricaviamo questa nuova ondata di ottimismo che si vole condividere attraverso questo editoriale. Il riferimento è non tanto e non solo all'iter già avviato dall'esecutivo con la legge delega che – come noto – contiene un intero capitolo dedicato al mercato del gioco pubblico che dovrebbe essere propedeutico al compimento di una riforma generale del comparto, quanto al più recente rinnovamento dell'Agenzia delle dogane e dei Monopoli, il regolatore del comparto, che sembra promettere una nuova vita per tutti i settori di sua competenza, tra i quali, appunto, c'è anche il gioco. E' evidente dalle parole pronunciate nei giorni scorsi dal nuovo Direttore generale, Roberto Alesse, nel corso dell'evento “L’Agenzia delle dogane e dei monopoli tra efficienza e legalità”, durante il quale il nuovo leader di Piazza Mastai ha voluto focalizzare l'attenzione sul gioco legale, spiegando la “complessa e vasta materia dei giochi pubblici, la cui attività di organizzazione è qualificata come attività economica per la prestazione di servizi e, dunque, riservata, per legge, allo Stato, al fine di salvaguardare l'ordine e la sicurezza pubblica, di proteggere la pubblica fede contro il rischio di frodi e, al contempo, di tutelare i minori d'età e i soggetti più deboli. Soggetti deboli che devono essere preservati da una diffusione del gioco incontrollata, indiscriminata e senza regole”.
Quelle che, forse, a prima vista possono apparire come semplici parole e considerazioni generali, in realtà hanno il valore (e merito) di rimettere in testa alcuni dei capisaldi del sistema del gioco pubblico italiano, che erano stati in questi anni trascurati, accantonati, se non addirittura vitepurati. A partire proprio dalla Riserva di legge (teoricamente) vigente sul comparto, passando per il modello concessorio, che vengono quindi confermati, rilanciati ed esaltati dal nuovo direttore, il quale ha voluto anche sottolineare il “rilevante indotto industriale” che caratterizza il settore, “dal quale è possibile reperire maggiori entrate per la copertura degli oneri che derivano dalle manovre di finanza pubblica”. Provando quindi a rimettere al giusto posto i vari pezzi del puzzle dello Stato, che tra i vari asset conta anche quello dei giochi, che possa piacere o meno. E non solo per via dei denari che è in grado di produrre, ma anche e soprattutto per le eseigenze di tutela e salvaguardia dell'ordine pubblico e dei consumatori, che Alesse ha voluto non a caso ricordare. Ma non è tutto. Sì, perché se il direttore ha dovuto inevitabilmente lanciare un messaggio alla politica - questo sì già sentito in precedenza - chiedendo rinforzi per la gestione dei compiti ordinari e straordinari che riguardano l'Agenzia, si è tuttavia preoccupato anche di puntare fin da subito alla concertazione, auspicando “un serrato confronto tra l'autorità politica e l'industria di settore” per approfondire le tematiche di interesse e le sfide future, anche legale alla tecnologia. 
Ma il nuovo numero uno di Adm ha espresso anche qualche opinione in più, rispetto a quelle già citate, che meritano ulteriori riflessioni e approfondimenti: a partire dai futuri bandi di gara, spiegando che le “Concessioni in corso, salvo diversi orientamenti da parte del Legislatore, non saranno più prorogate a partire dal 2024”. Rilanciando il principio della cosiddetta “opened competition”, di matrice comunitaria, che si applica (o, meglio, si deve applicare, aggiungiamo noi), anche alla totalità di questo delicato settore in ordine al quale “l'Agenzia delle dogane e dei monopoli ha il dovere di attivarsi fin da subito per non interrompere il flusso di cassa garantito allo Stato e per offrire il suo contributo in vista della auspicata riforma della regolamentazione del gioco pubblico”. Lasciando intendere anche la volontà, o comunque la necessità, di ripensare anche le regole già scritte rispetto alle modalità di gara, soprattutto nei numeri delle concessioni, affermando che “il nuovo contesto tecnologico implica il rafforzamento del perimetro di legalità nel quale l’individuazione del numero di concessioni del gioco a distanza e l’interconnessione tra concessioni fisiche e on line assumono un rilievo strategico”.
Insomma, il nuovo direttore ha mostrato senz'altro di avere le idee chiare su quali sono le sfide da affrontare, per il comparto del gioco pubblico, e quali sono le esigenze e le criticità da risvolvere per poterle trattare. Motivo per cui ci sentiamo di parlare di segnali di schiarita che si delineano all'orizzonte del gioco, anche in seguito e in aggiunta ai progressi che si sono susseguiti negli ultimi mesi, con il governo Meloni che ha dimostrato fin da subito di voler affrontare il tema, almeno sulla carta: assegnando fin da subito una delega (più o meno) mirata al comparto, avviando la legge delega ed intervenendo più volte sulla materia. Oltre a rinnovare radicalmente la stessa Agenzia, affidandone la guida ad Alesse, il quale ha subito attuato un cambio di rotta, i cui risultati saranno presto noti, a partire dalla rotazione degli uffici e dell'assegnazione della “cattedra” di Direttore centrale dei giochi, ancora vacante, ma solo per qualche giorno. Senza contare, peraltro, la presenta qualificata e qualificante delle prime linee di Governo e Parlamento che hanno partecipato all'evento di AdM, che rappresentano senz'altro un segnale incoraggiate.
Nel frattempo, al solito, non rimane che attendere nuovi sviluppi, nell'auspicio generale che le prime indicazioni possano arrivare nel più breve tempo possibile, tenendo conto delle difficoltà che continua ad affrontare quotidianamente la filiera e i suoi addetti, a partire dall'ancora irrisolta Questione Territoriale, la quale si sta rivelando, anzi, sempre più ostica, soprattutto in determinati territori. Come il Trentino insegna. E sarà bene che gli addetti ai lavori si facciano trovare pronti alla nuova sfida, soprattutto in ottica di quell'auspicata concertazione che lo stesso Alesse ha annunciato di voler avviare.

Altri articoli su

Articoli correlati