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Ipse dixit: il Governo pronto a riformare il gioco

30 gennaio 2023 - 09:36

Tra gli slanci della premier Giorgia Meloni e i buoni auspici di ministro dell'Economia e finanze e sottosegretari, il Paese sembra andare incontro a vere riforme, giochi compresi.

© Palazzo Chigi - Presidenza del Consiglio dei ministri

© Palazzo Chigi - Presidenza del Consiglio dei ministri

“Non punto a misure spot ma a soluzioni”. Così la premier Giorgia Meloni, in una puntata della sua rubrica social, in occasione dei 100 giorni del suo Governo, ha spiegato che il suo Esecutivo non punta a mancette o palliativi ma vuole entrare nel vivo delle questioni, risolvendo problemi.

“Ho visto governi che avevano la necessità di comunicare ogni giorno iniziative diverse, ma quelle iniziative non erano soluzioni. Io voglio soluzioni”.

Ma non è tutto. Meloni ha anche detto: “Abbiamo lavorato in questi giorni e in queste settimane su molte altre cose, delle quali però non voglio parlare fino a quando non saranno definitive e strutturali. Sia chiaro, le risposte strutturali, quelle che non sono spot, richiedono lavoro e precisione”.

Parole sante, verrebbe da dire, pensando in chiave di riforma del gioco pubblico (e non solo).

Un’industria che non chiede altro che lavoro e precisione, ma anche dedizione. Come mai accaduto prima. Tutto questo, oltre che benaugurante, diventa ancora più prezioso se combinato alle altre recenti dichiarazioni del vice ministro all'Economia, Maurizio Leo, che in occasione del 6° Forum dei commercialisti ed esperti contabili, tenutosi a Milano, a proposito dell'ormai prossima legge delega della riforma fiscale, ha spiegato: “Non tralasceremo di analizzare l'Iva, tributi indiretti, ma anche i tributi doganali, le accise, il settore dei giochi”.

Una legge che dovrebbe essere presentata in Consiglio dei ministri entro la prima decade di marzo e, come già affermato in audizione al Parlamento, dovrebbe basarsi su quattro punti fondamentali, in un'ottica di revisione delle norme esistenti, toccando inevitabilmente vari settori. Leo, nelle scorse ore, ha confermato l'impegno: “Stiamo lavorando alacremente su questa delega, l’obiettivo è fare veramente una delega fiscale così puntuale e articolata che rappresenterà una svolta per il nostro sistema Paese”, ha detto.

Ma l’auspicio generale è che tutte le promesse, stavolta, possano diventare realtà. A partire proprio da quella piccola (grande) riforma che potrebbe essere parte della presunta legge delega, riguardo ai giochi. Per dare soluzioni, proprio come dice la premier, invece di proporre soluzioni spot. O, peggio ancora, proponendo ulteriori toppe in una coperta ormai logora, aggiungiamo noi.

Sul punto, sarà necessario capire cosa ne pensa l’incaricata del Governo alla materia, ovvero la sottosegretaria Sandra Savino, che ha iniziato a muovere i suoi primi passi nell’esercizio della nuova delega che include anche i giochi. L’ipotesi più probabile - come abbiamo già anticipato su queste pagine e in parte anche auspicato - è che il Governo possa puntare sulla definizione di un Testo unico dei giochi, in logica di razionalizzazione e semplificazione.

Una soluzione, questa, forse più tecnica che politica, che proprio perché tale potrebbe avere un iter più snello e meno travagliato rispetto a un lavoro di grande concertazione come quello che sarebbe richiesto da una riforma generale e da quel Riordino di cui si parla ormai da troppo tempo.

Anche se il tutto, in ogni caso, dovrà passare comunque per la legge delega, come ha già fatto capire il vice ministro. Certo, va detto, nella situazione in cui si trova oggi il comparto, alle prese con gli sbalzi d’umore dei singoli legislatori regionali, qualunque intervento sul settore mirato a risolverne le anomalie, è da accogliere di buon grado, perché niente può essere peggiore rispetto al permanere dello status quo. Purché si tratti di soluzioni, come dice la premier, e non più di interventi spot.

 

 

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