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Tra fiere e delega: dal tramonto all’alba di un nuovo settore

13 marzo 2023 - 11:09

Nei giorni in cui il settore del gioco pubblico italiano si ritrova nelle due fiere di settore, il governo predispone la (presunta) riforma del comparto, che apre nuovi spiragli. Per tutti.

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La riforma del gioco è servita. O, meglio, la ricetta è stata scritta, e ora si tratta di raccogliere tutti gli ingredienti per poterla davvero realizzare. Finalmente, verrebbe da dire, dopo anni di promesse, rinvii e slittamenti vari, che hanno abituato gli addetti ai lavori a mantenere basse le aspettative e ad attendere prima di tirare quell’atteso sospiro di sollievo che tutti desiderano, nel trovarsi per la prima volta con delle regole certe e ben definite per il futuro. Ma proprio perché il passato, anche quello più recente, ha già offerto più volte l’illusione di una riforma, senza mai vederla realizzare, nel settore aleggia ancora lo spettro di potersi ritrovare con il più terribile dei dejà-vu. E ciò impone la massima prudenza. Per prima cosa, infatti, bisognerà superare il vaglio del Consiglio dei Ministri: un passaggio che, per quanto formale e dunque privo di qualunque carattere attuativo, rappresenta in ogni caso il primo scoglio da superare. Proprio quello contro cui si era incagliato il precedente tentativo di riforma, nella penultima legislatura, quando la bozza di legge delega sul gioco predisposta dall’esecutivo di Mario Draghi non ha mai visto la luce, rimanendo nel cassetto del Cdm. Ma anche quando arriverà il via libera del Consiglio, non ci sarà certo il via definitivo alla riforma, ma partirà soltanto l’iter parlamentare all’interno del quale si potrà e dovrà discutere dei provvedimenti da adottare. Peraltro all’interno di un periodo di 24 mesi, e non dall’oggi al domani. Del resto, il governo ha deciso che interverrà con uno o più decreti legislativi, una volta ottenuta la delega dal Parlamento ad adottare il riordino dell'offerta di gioco, come è scritto nel disegno di legge delega fiscale predisposto dal Mef di cui abbiamo svelato in anteprima alcuni punti cardine su queste pagine virtuali. 
Sta di fatto, tuttavia, che il governo di Giorgia Meloni, con questa mossa, conferma in concreto di voler intervenire in maniera seria – e, forse, definitiva – nei confronti del comparto giochi, dopo aver dichiarato la volontà già in occasione del primo provvedimento di legge emanato dall’esecutivo, vale a dire la recente legge di bilancio per il 2023, con la quale aveva già disposto la proroga delle concessioni vigenti che, come abbiamo sempre detto, rappresentava una mossa propedeutica al riordino, che avrebbe richieste inevitabilmente del tempo e, in particolare, quegli almeno 24 mesi che ci ritroviamo ora nella bozza del ddl. Ecco quindi che, in questo senso, la stesura delle nuova legge delega rappresenta senza dubbio una buona notizia. Anche per via dei tempi con cui viene presentata in Parlamento. Come pure i contenuti di base, che passano – come indicato – per il "riordino della disposizioni vigenti in tema di giochi pubblici", confermando "il modello organizzativo dei giochi pubblici fondato sul regime concessorio e autorizzatorio". Oltre a fissare i "principi e criteri direttivi" del riordino stesso.
Tutto questo arriva proprio nel momento forse più critico del settore, ma anche – in un certo senso – in quello più intenso, poiché marzo rappresenta storicamente il mese della fiera di settore, che a partire da quest’anno si è addirittura "sdoppiata", in due eventi distinti (e, in parte, pure concorrenti), per provare a separare, dall’interno, le due filiere di Amusement e del Gambling, per dirla sempre all’inglese. E per entrambi i settori, l’attesa di una riforma del settore è sempre più necessaria ed urgente. Guardando al primo dei due, appena esaltato dalla nuova fiera di Bergamo dove questi temi sono stati inevitabilmente all’ordine del giorno, la necessità di un intervento legislativo è vieppiù urgente, alla luce delle nuove norme tecniche che l’industria ritiene insostenibili e che entreranno in vigore a partire dal prossimo anno, quando scadranno le proroghe concesse (anche qui) dal regolatore. Mentre per il settore del gioco con vincita in denaro, le scadenze sono fissate al termine del prossimo anno, ma il vero problema è se e come si potrà arrivare a quel termine, senza un’azione concreta del legislatore, tenendo conto del disgregarsi dell’offerta di gioco legale sul territorio a causa dell’ancora irrisolta Questione territoriale, la quale proprio in questi giorni ha visto andare in scena forse uno dei passaggi più critici con la pronuncia del Trentino che sembra scrivere la parola fine proprio sul gioco di Stato. Per quanto assurdo possa apparire, ma tant’è.
Non è quindi un caso se la nuova legge delega contiene anche una parte in cui si parla della "disciplina di adeguate forme di concertazione tra lo Stato, le Regioni e gli enti locali in ordine alla pianificazione della dislocazione territoriale dei luoghi fisici di offerta di gioco" al fine di "consentire agli investitori la prevedibilità nel tempo della dislocazione dei predetti luoghi sull'intero territorio nazionale e la loro predeterminata distanza da luoghi sensibili uniformemente individuati".
Ma non è tutto. Si, perché tra le varie voci previste dalla bozza di legge delega, si legge anche della "introduzione di misure tecniche e normative finalizzate a garantire una piena tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili", come: "diminuzione dei limiti di giocata e di vincita; obbligo della formazione continua dei gestori e degli esercenti; rafforzamento dei meccanismi di autoesclusione dal gioco, anche sulla base di un registro nazionale al quale possono iscriversi i soggetti che chiedono di essere esclusi", ma anche "previsione di caratteristiche minime che devono possedere le sale e gli altri giochi in cui si offre gioco; certificazione di ogni singolo apparecchio, con passaggio graduale, tenendo conto del periodo di ammortamento degli investimenti effettuati, ad apparecchi che consentono il gioco solo da ambiente remoto, facenti parte di sistemi di gioco non alterabili; divieto di raccogliere gioco su competizioni sportive dilettantistiche riservate esclusivamente ai minori di anni diciotto". E così via.
Aprendo quindi la strada anche a una nuova generazione di macchine da gioco, a nuovi modelli di gestione e di distribuzione e altri possibili risvolti che saranno oggetto di ampia discussione nella filiera, proprio a partire dalla fiera di Rimini, che va in scena in questa settimana. Nella speranza generale di poter veder presto sorgere l’alba di un nuovo settore, proprio nel momento in cui in molti ne temevano il tramonto. 
 

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