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Giochi e territorio: se il regime pandemico sacrifica altri beni costituzionali

31 dicembre 2020 - 11:35

Il legale esperto di giochi pubblici Gianfranco Fiorentini analizza con GiocoNews.it la recente giurisprudenza di settore e il caso critico dell'Emilia.

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Giochi e territorio: se il regime pandemico sacrifica altri beni costituzionali

Le recenti pronunce emanate dal Tribunale amministrativo dell'Emilia-Romagna sembrano aver scritto la parole “fine” sul lungo contenzioso tra gli operatori locali e l'amministrazione, provocato dalla legge regionale che espelle l'offerta di gioco da gran parte del territorio. Facendo esplodere la già annosa (e fortemente critica) “Questione territoriale”. A spiegare nei dettagli la situazione in cui si trova il comparto, in Emilia e non solo, è il legale – esperto di gaming – Gianfranco Fiorentini, che ha seguito da vicino i lavori al Tar emiliano.

“Ciò che emerge dalla vicenda giudiziaria al Tar Emilia Romagna è una chiusura totale da parte del Tribunale rispetto a ogni argomento difensivo, sempre travolto dall’interesse pubblico alla tutela della salute, giudicato prevalente rispetto ad ogni altro bene, pur essendo giuridicamente tutelato”, spiega il legale. “Sappiamo bene che non esiste una letteratura scientifica che confermi l’esistenza di un vero pericolo alla salute pubblica causato dalla 'ludopatia': anzi, gli studi scientifici accreditati, anche dell’Istituto Superiore della Sanità, dicono altro, quindi l'unica conclusione possibile è che chi governa la Regione - e non solo - ha deciso che questo gioco deve finire”.
Tutta colpa (o quasi) della pandemia. “Ormai il tempo del regime 'pandemico' ha fatto prevalere in molte sedi compresa quella giudiziaria il principio della 'massima precauzione' che sacrifica ogni altro bene costituzionalmente protetto, senza tener conto in verità della adeguatezza della misura che in Emilia Romagna di fatto espelle il gioco lecito, cioè quello legale. Non sono serviti  gli studi della Cga di Mestre, che certificano tante verità inascoltate, le manifestazioni dei lavoratori, che hanno già perso o perderanno il posto di lavoro e le interlocuzioni delle Associazioni di categoria. In Emilia Romagna la politica è sempre stata ostile al settore del gioco oppure sorda e assente, fatta salva qualche rara eccezione. L’Assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, nei giorni scorsi, presentando il rapporto annuale fa ha magnificato la legge regionale e la chiusura già avvenuta di 161 sale giochi in 155 Comuni indicando quella strada come la vincente in termini di tutela della salute. L’opera sarà compiuta entro la metà del prossimo anno e quindi chiuderà il 78 percento delle sale giochi esistenti prima del 2017. Non resta che sperare in un diverso approccio dello Stato che si faccia promotore di un accordo con le Regioni per risolvere la Questione territoriale e che vari il riordino del settore il prossimo anno”.

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