Riordino giochi, Seccia (Roma): 'Rivedere tutto il circuito, anche lotterie e online'
Seconda puntata dello speciale di GiocoNews dedicato al riordino del gioco pubblico e all'attuazione dell'Intesa in Conferenza unificata del 2017, la posizione di Sara Seccia (Comune di Roma).
"I Sindaci adotteranno i contenuti dell’accordo in Conferenza unificata quando e se quell’accordo assumerà valenza a livello giuridico e, quindi, sarà reso applicabile. Ogni provvedimento, per essere attuabile nella pratica, deve seguire il corretto iter fino alla fine, funziona così in tutti gli enti pubblici. Iter che la Conferenza unificata non ha concluso perché manca il decreto ministeriale che gli conferisce vigore. Si attende quindi l’emissione di un decreto ministeriale attuativo. Mentre la circolare del ministero degli Interni, ugualmente, ha emesso – a parer mio – un
giudizio che non supera di certo la mancanza del decreto necessario ad applicare l’accordo".
È lapidaria Sara Seccia, consigliere M5S, vice presidente dell'Assemblea capitolina e referente comunale sul tema del Gap, nel commentare la possibilità che torni d'attualità l'Intesa per il riordino dei giochi siglata in Conferenza unificata nel 2017, possibilità oggetto di uno speciale pubblicato sul numero di ottobre della rivista cartacea di GiocoNews, consultabile integralmente a questo link.
La soluzione mi sembra però lontana. La stessa interpretazione sulla vigenza o meno dell’accordo 2017 è stata espressa, anche nelle sentenze che vedono vincitrice Roma Capitale contro i concessionari, dal Consiglio di Stato, organo di consulenza giuridica e del secondo grado di giurisdizione nella giustizia amministrativa: un giudizio assolutamente più autorevole del mio".
Un riordino efficace del gioco pubblico va inteso complessivamente, non basta che i Comuni disciplinino le slot e le Vlt perché non solo non è sufficiente e scorretto chiedere sacrifici soltanto ai gestori degli apparecchi slot, ma i gratta e vinci, le lotterie istantanee e, soprattutto, il 'grande mostro' del gioco online ‘la fanno da padroni’ costituendo la fetta più rilevante del 'gioco'. Andrebbe rivisto tutto il circuito in una visione di insieme che sia chiara ed intelligente, frutto del confronto con le parti coinvolte e che non sacrifichi chi ha già investito denaro in quelle attività che (fino a prova contraria) sono oggi previste dallo Stato italiano come lecite.
Modifiche solo settoriali (e territorialmente limitate) non solo risultano impopolari, ma rischiano di vanificare lo sforzo enorme degli Enti locali che stanno facendo la propria parte contro la dipendenza da gioco d'azzardo patologico. A mio avviso, la regolamentazione degli apparecchi da gioco a livello comunale non può bastare, serve uno sforzo sincero e sensibile a livelli istituzionali superiori".
Continuiamo a fare attività di sensibilizzazione ai cittadini con convegni ed incontri sul territorio, abbiamo pubblicizzato e favorito l’apertura di alcuni sportelli municipali per il supporto alle persone vittime di usura e sovrindebitamento (anche da gioco d’azzardo), continuiamo a lavorare per chiudere il cerchio e rendere il lavoro svolto in quattro anni applicabile, soprattutto per quanto riguarda i controlli della Polizia locale di Roma Capitale".
Personalmente invece non concordo con la volontà regionale di rendere retroattivo il distanziometro (entro 4 anni) anche ai locali già esistenti prima della modifica normativa. Vanno contemperati, in questa partita, anche gli investimenti già fatti dai gestori che, sicuramente sono tenuti al rispetto della regolamentazione comunale (orari e distanze per le aperture post 2017), ma non credo sia giusto che subiscano un nocumento economico da queste disposizioni.
Se poi la Regione riuscisse a far rispettare le distanze, anche retroattivamente, senza creare danno patrimoniale beh, sarei la prima a sostenere la tesi, ma faccio fatica a pensare ad un epilogo senza malcontenti..."