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Accorpamento Aams-Agenzia Dogane:Ventucci "Penalizzante per i giochi", Conte scrive a Monti per chiedere confronto con Governo

26 giugno 2012 - 07:37

Cosimo Ventucci (PdL) ha illustrato ieri in commissione Finanze della Camera la propria risoluzione, la quale ha raccolto il consenso di quasi tutti i gruppi presenti in Commissione, a dimostrazione della comunanza di visione in merito alla problematica da essa affrontata, rilevando, preliminarmente come sia in corso un ampio processo di revisione e razionalizzazione della spesa pubblica (cosiddetta spending review), il quale è volto a realizzare una complessiva riduzione della spesa pubblica, riducendo il peso delle strutture burocratiche, raggiungendo più elevati livelli di efficienza da parte delle pubbliche amministrazioni e liberando risorse da destinare al rilancio dell’economia nazionale ed al sostegno delle fasce più deboli della popolazione.

Scritto da Sara

Osserva, quindi, come nel predetto processo di razionalizzazione debbano evidentemente essere coinvolte anche le strutture dell’amministrazione finanziaria, la quale, in quanto strumento privilegiato di imposizione fiscale e di tutela degli interessi erariali, deve più di altre caratterizzarsi per razionalità organizzativa, efficienza operativa ed eliminazione delle spese improduttive.

In tale contesto appare, tuttavia, di fondamentale importanza evitare scelte demagogiche e non meditate, in quanto, in particolare nel settore dell’amministrazione finanziaria, le modifiche degli assetti organizzativi non dovranno in alcun modo pregiudicare, neanche in via temporanea, la piena operatività delle strutture e la continuità dell’azione amministrativa.

A tale proposito, evidenzia come la complessiva revisione della pubblica amministrazione, ed in particolare la riforma dell’amministrazione finanziaria, non possa essere concepita in una prospettiva meramente congiunturale o contabilistica, ma debba porsi la finalità, più ambiziosa,

di ripensare gli assetti organizzativi per realizzare in modo più sobrio obiettivi di maggiore efficacia nella gestione dell’intero sistema della fiscalità.

Inoltre, per quanto riguarda segnatamente l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, occorre tener presente che tale Amministrazione è già oggetto di un processo di evoluzione, tuttora in corso, il quale, ai sensi dell’articolo 40, comma 2, del decreto-legge n. 159 del 2007, dovrebbe portarla a trasformarsi in Agenzia fiscale dei monopoli di Stato. In tale contesto, la risoluzione impegna il Governo ad adottare, con la necessaria tempestività, le iniziative di natura normativa finalizzate a realizzare, nel quadro più ampio delle misure di razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica, una complessiva riforma dell’organizzazione dell’amministrazione finanziaria, anche attraverso una revisione del numero delle Agenzie ed una redistribuzione delle competenze,

sulla base di alcuni criteri ed obiettivi prioritari. In particolare, il riaccorpamento delle strutture sulla base del principio di omogeneità o maggiore vicinanza delle funzioni svolte dovrebbe tenere conto delle peculiarità di alcuni ambiti di attività, i quali, ad esempio per quanto riguarda il settore dei giochi, sono ormai connotati per uno spiccato profilo di politica industriale che li rende eccentrici rispetto ai tradizionali compiti di accertamento, liquidazione e riscossione di tributi.

Inoltre, è necessario un rafforzamento e un ampliamento delle sinergie tra le diverse branche dell’amministrazione finanziaria, il Corpo della guardia di finanza, le altre amministrazioni dello Stato, le regioni e gli enti locali, segnatamente attraverso il rafforzamento dei meccanismi di collaborazione per quanto riguarda i controlli sul territorio. Parimenti essenziale appare la salvaguardia dei diritti e delle legittime esigenze dei contribuenti, degli operatori economici e degli intermediari professionali, al fine di rendere meno oneroso l’adempimento degli adempimenti burocratici e nello spirito, indicato dallo statuto dei diritti del contribuente, di mantenere un rapporto di correttezza, collaborazione e buona fede nei rapporti tra fisco e contribuenti. Reputa altresì necessari, tra l’altro, la definizione di un disegno organizzativo il più possibile stabile nel tempo, evitando il susseguirsi continuo di interventi di aggiustamento che rischierebbero di pregiudicare la continuità e l’efficacia dell’azione amministrativa, nonché il coinvolgimento, nei termini più ampi possibili, e la costante informazione del Parlamento in merito alle decisioni ed alle prospettive dell’intero processo di razionalizzazione.

Maurizio LEO (PdL), nel prendere atto della richiesta del Vice Ministro Grilli di rinviare la discussione dell’atto di indirizzo, sottolinea tuttavia come la problematica affrontata dalla risoluzione risulti particolarmente urgente, in quanto il Governo si appresterebbe ad emanare un decreto-legge in materia. In tale contesto ritiene dunque fondamentale che, in attesa della partecipazione del Vice Ministro ai lavori della Commissione, l’Esecutivo non proceda all’emanazione di tale provvedimento legislativo, consentendo alla Commissione di svolgere un confronto richiesto dallo stesso Esecutivo e di esprimere i propri indirizzi in merito votando la risoluzione in discussione. Sottolinea, infatti, come le complesse tematiche concernenti la riorganizzazione dell’Amministrazione finanziaria siano state affrontate, in questi giorni, con eccessiva leggerezza, laddove invece, in occasione dei precedenti interventi di riforma, che avevano portato, nel 1993, alla sostituzione delle direzioni generali del Ministero delle finanze con i Dipartimenti e, nel 2001, alla creazione delle Agenzie fiscali, si era proceduto con cautela ed attenzione, facendo intercorrere circa due anni tra l’entrata in vigore delle norme che avevano avviato la riorganizzazione e la conclusione di tale processo, al fine di approfondire e regolare tutti i profili coinvolti. Passando quindi agli aspetti di merito, rileva, con riferimento alla ventilata intenzione di accorpare l’Agenzia del territorio nell’ambito dell’Agenzia delle entrate, come in nessuno Stato europeo siano attribuite al medesimo soggetto le funzioni di determinazione delle rendite catastali e quelle di accertamento e riscossione delle imposte immobiliari basate su tale valore. Rileva, inoltre, come l’Agenzia delle entrate svolga funzioni che esulano dall’ambito strettamente tributario, in quanto gestisce le funzioni di pubblicità immobiliare, alla luce delle disposizioni in materia dettate dal codice civile, che attengono a competenze più che altro al Ministero della giustizia. Evidenzia, altresì, come tale prospettiva confligga con il contenuto dell’articolo 2 del disegno di legge C. 5291, recentemente trasmesso dal Governo alla Camera, recante la delega per la riforma del sistema fiscale, il quale attribuisce un ruolo fondamentale all’Agenzia del territorio nell’ambito della revisione del catasto dei fabbricati.

Sulla scorta di tali considerazioni, suggerisce pertanto l’opportunità di integrare il testo della risoluzione, al fine di sottolineare le difficoltà, per i contribuenti, nonché le pericolose confusioni, che potrebbero essere determinate dalla ipotizzata fusione delle due agenzie. Ritiene invece che i condivisibili obiettivi di riduzione della spesa pubblica debbano essere perseguiti attraverso interventi di semplificazione e razionalizzazione delle strutture dell’Amministrazione finanziaria, che non possono essere realizzati attraverso meccanici accorpamenti.

Marco CAUSI (PD) condivide le considerazioni critiche svolte dal deputato Leo, sottolineando come anche il gruppo del Partito Democratico nutra molti dubbi e perplessità in merito ai provvedimenti annunciati dal Governo in materia di revisione degli assetti organizzativi dell’Amministrazione finanziaria. In particolare, evidenzia come la propria parte politica abbia già affermato, in molteplici occasioni, che gli obiettivi di riduzione della spesa collegati alla riorganizzazione degli uffici statali presenti sul territorio devono essere conseguiti unificando le sedi, accrescendo le dimensioni medie delle amministrazioni provinciali di riferimento, riducendo gli oneri di locazione, nonché le spese relative ai sistemi informatici e su tutte le altre spese accessorie, attraverso la costituzione di uffici territoriali di governo presso i quali siano accentrate tutte le funzioni statali. Osserva, quindi, come non si concili con tale impostazione la preannunciata soppressione dell’Agenzia del territorio, la cui funzione fondamentale è del tutto diversa da quello dell’Agenzia delle entrate. Inoltre, sottolinea come i comuni sviluppino, con l’Agenzia del territorio, un’interlocuzione pressoché quotidiana, rilevante non soltanto per quanto riguarda la gestione delle funzioni catastali, ma anche per quanto attiene, più in generale, allo svolgimento delle funzioni urbanistiche, in quanto, come palesato dalla sua stessa denominazione, l’Agenzia del territorio svolge compiti che sono intimamente collegate, sotto molteplici profili, alla vita delle comunità locali.

Peraltro, nelle aree del Paese più avanzate, sono già state sperimentate, tra uffici periferici dell’Agenzia e comuni, forme di interoperabilità – estrinsecatesi, in particolare, nella condivisione degli uffici e delle pratiche – che andrebbero perdute qualora si procedesse all’accorpamento dell’Agenzia medesima con quella delle entrate. Tale misura, che rappresenterebbe senz’altro un regresso rispetto alla situazione attuale, causerebbe, altresì, la perdita dell’autonomia funzionale e operativa delle attività catastali, per effetto della loro inclusione nell’ambito di processi produttivi completamente diversi, quali quelli che caratterizzano l’attività dell’Agenzia delle entrate.

Auspica, pertanto, che il tema specifico della riorganizzazione dell’Agenzia del territorio, e quello, più generale, dei risparmi connessi alla riforma dell’amministrazione finanziaria, da conseguire anche attraverso l’integrazione con gli uffici comunali e la definizione di ulteriori tappe nel percorso di decentramento delle funzioni catastali, possa essere affrontato in maniera più compiuta, dopo un’adeguata riflessione, nell’ambito dell’esame del disegno di legge delega in materia fiscale.

Rileva, infine, come l’operazione annunciata dal Governo, lungi dal sembrare idonea a produrre risultati rilevanti dal punto di vista della spending review, rischi, piuttosto, di pregiudicare gli interessi dei cittadini e dell’apparato produttivo, frenando il processo di riforma e semplificazione dei procedimenti catastali e ostacolando l’azione di contrasto all’evasione fiscale. Invita pertanto il Governo, a nome del proprio gruppo, ad aprire sull’argomento una più approfondita riflessione, evitando di assumere decisioni sul futuro delle agenzie fiscali senza coinvolgere i competenti organi parlamentari.

Cosimo VENTUCCI (PdL), considera sbagliato prevedere l’integrale assorbimento dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato nell’ambito della predetta Agenzia delle dogane. Rileva, infatti, come il settore dei giochi costituisca un comparto di grande rilevanza economica ed industriale, che, dopo essere stato fino ad alcuni anni fa sostanzialmente abbandonato nelle mani della criminalità, è stato ricondotto ad una situazione di legalità grazie alle scelte del legislatore ed all’attività di controllo svolta dall’AAMS. In tale ambito è dunque quanto mai necessaria la presenza di un soggetto cui attribuire specificamente i compiti di vigilanza e regolazione pubblicistica, anche al fine di evitare iniziative improvvide ed infondate, come la richiesta, avanzata negli anni scorsi, di irrogare ai concessionari dei giochi una sanzione di 90 miliardi di euro, poi drasticamente ridimensionata, per irregolarità nel collegamento in rete con la SOGEI degli apparecchi da gioco. Evidenzia, altresì, come l’eventuale accorpamento dell’AAMS nell’Agenzia delle dogane finirebbe per amplificare i problemi organizzativi che già affliggono tali

due enti, i quali dispongono di un numero di dirigenti assolutamente insufficiente a far fronte alle esigenze operative, rischiando in tal modo di pregiudicare l’efficacia dei controlli in materia. Sottolinea quindi, in linea generale, come gli interventi di riforma, anche di settori fondamentali dell’Amministrazione finanziaria quali, appunto, le Agenzie fiscali e l’AAMS, siano spesso definiti senza tener conto del reale funzionamento e delle concrete esigenze delle Amministrazioni, ritenendo che, in particolare, nell’attuale assetto di Governo, molte scelte non siano dettate da considerazioni politiche generali, ma siano imposte dalle volontà particolari di ristretti circoli ministeriali.

A tale riguardo richiama le negative esperienze relative al progetto di collaborazione con il nuovo governo libico per la ricostruzione del sistema doganale di tale Paese, che risulta sostanzialmente inattuabile in quanto non si è tenuto conto di taluni fondamentali aspetti normativi ed organizzativi.

Concorda quindi con l’esigenza di ascoltare il Vice Ministro Grilli, al fine di comprendere quali siano gli orientamenti dell’Esecutivo, nonché per realizzare un fattivo confronto che consenta alla Commissione di indirizzare la futura azione del Governo in materia.

Il presidente della commissione, Gianfranco Conte, alla luce della richiesta in tal senso avanzata dal Vice Ministro Grilli, nonché di quanto emerso nel corso del dibattito, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad una seduta da convocare nella mattinata del 3 luglio scorso il seguito della discussione della risoluzione.

Invita quindi il Sottosegretario Ceriani a riferire al Presidente del Consiglio e Ministro dell’economia circa le risultanze della seduta odierna, informando inoltre che, facendosi interprete dell’avviso unanime in tal senso espresso da parte di tutti i gruppi politici, scriverà comunque al Presidente Monti per sottolineare l’esigenza che ogni provvedimento riguardante il riassetto dell’Amministrazione finanziaria non entri formalmente in vigore fino a tale data, al fine di consentire alla Commissione di sviluppare il confronto richiesto dallo stesso Esecutivo, nonché di esprimere il proprio indirizzo in merito, votando le risoluzioni all’ordine del giorno.

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