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Sboccia il fiore dell'Amusement (e una nuova fiera)

06 marzo 2023 - 09:46

Nel mese che introduce alla primavera che rappresenta tradizionalmente il momento della fiera di settore, una nuova esposizione esalta l'intrattenimento, che ritrova spazio anche in Parlamento.

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La bella stagione sta per arrivare, anche per il gioco pubblico. Almeno sulla carta. Così dice il calendario, annunciando in questo mese l'arrivo della primavera. Ed è proprio ciò che si augurano gli operatori del settore. Soprattutto quelli del comparto dell'Amusement, per due ragioni: la prima è dovuta al loro legame storico, a dir poco innato, con la bella stagione. Basti pensare alla stagionalità delle sale giochi, che si trovano per lo più nelle località balneari o turistiche più in generale. La seconda è legata invece alla fiera: o, meglio, alle fiere, come ci dovremmo abituare a dire d'ora in avanti. Sì, perché la primavera, per il comparto del gioco italiano, ha sempre rappresentato il periodo di Enada a Rimini, dove il gioco e l'Amusement tornano sotto i riflettori: ma a partire da quest'anno c'è anche la fiera di Bergamo a introdursi sulla scena, proponendo una nuova vetrina focalizzata esclusivamente sul settore del puro intrattenimento, che prende il via proprio questa settimana. Provando a dare una scossa e un nuovo risalto al settore. Che ne ha davvero bisogno e sempre di più.
Adesso, in effetti, il clima è cambiato, in tutti i sensi. E se è vero che il “nuovo” mondo del gaming è sempre più legato alla tecnologia e al digitale e sempre meno alla stagionalità (essendo ormai poche anche le sale giochi nelle località estive, anche se comunque esistenti e da tutelare), è altrettanto evidente che il mondo del gioco (nel senso più ampio dell'espressione) è alla ricerca di un'altra “bella stagione”, intesa in senso lato. Guardando cioè alla politica e agli attesi progressi in ambito istituzionale, che stavolta potrebbero riguardare l'intero comparto. Compreso quello dell'Amusement, che chiede rispetto e non solo un riscatto. Guardando i lavori parlamentari legati al gioco – come facciamo ogni giorno su queste pagine virtuali – non può sfuggire l'attenzione che inizia ad avere (anche) il settore del puro intrattenimento agli occhi della politica, dopo le varie storture normative e legislative che si sono susseguite negli ultimi mesi, dopo lunghi anni di attese. Delle piccole o grandi anomalie che chiedono e meritano una soluzione, che adesso potrebbe arrivare. Con la politica che sembra iniziare a capire che il gioco di puro intrattenimento non può e non deve essere assimilato a quello del gioco a vincita, che rappresenta ben altra materia.
Ecco quindi che il “grande cambiamento” che attende l'industria potrebbe arrivare insieme alla bella stagione. E potrebbe riguardare tutti, tenendo conto dell'altra grande attesa, relativa alla (vera) riforma del comparto che tutti invocano da troppo tempo. Dopo i tentativi del precedente governo e l'illusione della legge delega redatta – ma solo in bozza – durante la scorsa legislatura, il nuovo esecutivo ha eseguito un reset totale, su tutti i fronti e in tutti i settori. Imponendo di ricominciare daccapo ogni lavoro. Ma sul gioco, non è detto che questo sia un male. Anzi. Se c'è una cosa da modificare, profondamente, è proprio il rapporto tra industria del gioco e politica, e l'approccio di quest'ultima nei confronti del settore. Pertanto, se il nuovo governo introduce un segno netto di discontinuità rispetto al passato, può essere soltanto una buona notizia. Per il resto, si tratta di capire quale sia la vera volontà nei confronti del comparto. Per ora le premesse sono buone: dalla riorganizzazione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli alla (rapida) assegnazione della delega ai giochi al sottosegretario Savino, che hanno fatto seguito alla proroga delle concessioni subito disposta in Legge di Bilancio, ovvero alla prima prova legislativa affrontata dal nuovo esecutivo. Adesso si tratta di vedere i prossimi passi e le prime vere mosse politiche per capire quale direzione si vorrà intraprendere nei confronti del gioco. Purché si faccia presto, perché nel frattempo i nodi da sciogliere rimangono tanti, nel settore, e la matassa del gioco si fa sempre più ingarbugliata, quindi difficile da districare. Come si evince dalle grida di allarme che continuano ad arrivare dai territori, dove alcune amministrazioni sono tornate alla carica contro il settore. E su tutti i fronti: dalle restrizioni ormai abituali contro gli apparecchi da intrattenimento a quelle più sorprendenti contro i giochi per bambini che vengono vietati ai bambini. Anche per questo, tuttavia, è importante riaccendere i riflettori sul settore dell'Amusement – come promette di fare la fiera Feexpo di Bergamo - e provare a distinguere i due segmenti del gioco, con e senza vincita in denaro. Una sfida nella sfida, che significa sì un'ulteriore divisione all'interno dell'industria, ma che rappresenta comunque un segnale di vitalità. Uno slancio e una prova concreta di voler guardare al futuro, che potrebbe essere sancito proprio da questa primavera. E come si suol dire, a proposito di bella stagione: se son rose, fioriranno. Politica permettendo.

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